... matrix... - di Francesco Briganti

16.05.2016 09:05

" In informatica con il termine inglese cloud computing (in italiano nuvola informatica) si indica un paradigma di erogazione di risorse informatiche, come l'archiviazione, l'elaborazione o la trasmissione di dati, caratterizzato dalla disponibilità on demand attraverso Internet a partire da un insieme di risorse preesistenti e configurabili. (...)

La correttezza nell'uso del termine è contestata da molti esperti: se queste tecnologie sono viste da Rob van der Meulen e Christy Pettey di Gartner come una maggiore evoluzione tecnologica offerta dalla rete Internet, da altri, come Richard Stallman, sono invece considerate come una parola ingannevole ideata dal marketing per far cadere gli utenti nel tranello dei software offerti come servizio, che spesso li privano del controllo delle loro attività informatiche (...) (Wikipedia; ndr) ".

Per chi, come me, non avesse eccessive dimestichezze con l'informatica le righe di cui sopra, ci fossero o non ci fossero, non sposterebbero di un grammo il proprio sapere; esemplificando in maniera, forse eccessiva ed avvisando che tale semplificazione è resa anche in modo non del tutto corrispondente, possiamo tradurre il tutto paragonando il CLOUD ad una di quelle buste che i supermercati offrono a pagamento le quali, anziché servire solo da semplici supporti, riescono persino a duplicare e conservare o anche a rubare parte o tutti i prodotti acquistati.

Il tutto finendo in una sorta di deposito generale in cui ogni cosa interagisce con le altre e con esse espande una rete di conoscenze capace di imparare, di sintetizzare e di crescere con una volontà, per ora solo indotta, sempre più autonoma rispetto ai creatori stessi di quel deposito.

Insomma stiamo creando un sistema, per ora ancora molto elementare, pur nella sua propria complessità, destinato ad assumere la configurazione ultima: apprendimento, analisi, deduzione, sintesi, reazione ed azione, di un cervello umano con capacità elevate all'infinita potenza e con un futuro possibile a realizzarsi addirittura in un "matrix" realistico a renderci come reale e tangibile un mondo virtuale ad uso e consumo particolare di ognuno di noi.

Comprenderete bene che il pericolo maggiore, questo social, ma anche tutti quanti gli altri, ognuno per la propria parte, ne è una delle prime e primitive espressioni, è che ci si sta avviando a sostituire, per la maggior parte dei casi, i vecchi metodi di socializzazione, appartenenza, condivisione, rappresentazione, azione e reazione con l'etereo ed il virtuale.

Espressioni, ognuna e tutte, che dal rapporto umano e dalla materiale interazione diventano sempre più un rapporto di accomandita tra la realtà vera e quella fittizia con quella fittizia a supplire in ogni cosa, in ogni tempo ed in ogni luogo.

Da qui la naturale conseguenza la cui conclusione, espressa parafrasando un vecchio detto, è: " CHI VUOLE VADA, CHI NO MANDI ... ": stiamo, infatti, delegando la nostra umanità a qualcosa che, alla fine, assumerà, noi volenti o noi contrari, il controllo completo delle nostre vite.

Ancora una volta la differenza sostanziale tra l'essere e l'apparire; tra la responsabilità in prima persona e quella delegata; tra il partecipare ed il subire; tra il contribuire ed il rendersi oggetti e mai più soggetti di ogni cosa a circondarci; in ultima analisi e con un solo dualistico CONTRAPPOSTO binomio tra

L'ESSERE SE' STESSI E L'AVERE UN AVATAR, uomo o sistema che fosse, a regolarci nella memoria il passato, nel divenire il presente, nell'illusione il futuro. A proposito, avete alzato il culo dalle sedie e

siete andati a firmare per i referendum?.