MEA CULPA … - di Francesco Briganti

09.08.2013 17:36

Io sono un drogato!. Devo confessare questo mio vizio. Naturalmente ho le mie scusanti, le mie ragioni; come ogni “fatto” che si rispetti ho dalla mia una passato infelice, dei trascorsi frustranti che hanno abbrutito la mia visione della vita, e come ogni tossico ligio alle regole della dipendenza non ho alcuna visione di futuro diverso e, tanto per non andare sul pesante, nessuna visione di un futuro, quale che sia. Negli ultimi giorni ho più volte rischiato l’overdose. La minima quantità per uso personale, l’ho utilizzata più volte al giorno e dato che non mi bastava più ho cominciato ad eccedere in tutti i modi possibili. Io spero che questa mia confessione, pubblica e messa per iscritto possa aiutare qualcun altro, che fosse nelle mie condizioni, ad uscire da quel pozzo senza fondo nel quale io mi sento precipitare ogni giorno di più. Dunque succede che l’altro ieri all’improvviso mi prende una smania di quelle incontrollabili ed ecco che allora per cercare di fermare il tremito diffuso in tutti i muscoli prendo un buscopan, poi un altro e poi, disperato, mi rifugio in una caraffa di camomilla concentrata; alla fine mi arrendo e decido di passare a qualcosa di più peante: accendo la televisione e metto su Tg di Italia uno. Niente!, il tremito non si ferma; passo allora a quello di canale 5, ma anche questo serve a poco. Comincio a sudare al punto che la camicia che indosso mi prega di toglierla perché si fa schifo da sola. Metto al tg 4 e qui qualcosa succede; il tremito rallenta, il sudore si asciuga, la camicia capisce il mio dramma e decide di confermarmi la sua tenuta almeno fino al prossimo attacco. La massiccia dose di notizie elegiache nei confronti del cavaliere calmano i miei spasmi,; la Santadeche? Spara cazzate al punto da indurmi in quel senso di pace degno del miglior oppio cinese e la Carfagna, incazzata da morire contro le persecuzioni nei confronti di chi le ha fatto assaggiare di tutto e di più, è la panacea necessaria a soddisfare la mia dipendenza dalle notizie sul nano. Sono rilassato, ho raggiunto la beatitudine degli stupidi: mi bevo ogni parola nella incoscienza più totale. I miei pori assorbono le mirabilie di un Silvio martire; le miracolistiche onniscienze del Cicchitto più invasato; i fantasmagorici colpi di lingua che escono da un capezzone inorridito per le innumerevoli crudeltà inflitte al suo mentore e deo; le indicibili e stupefatte lamentazioni di un lupi distrutto dalla malvagità giudiziaria; le tariffe che, alla luce del sole, tutte le nipoti e tutte le parenti riconducibili a capi stranieri, veri o inventati, sbandierano all’angolo di ogni via politica, tutte aspirando, al ruolo di prediletta e preferita dal santo. Ma ecco che tutto ricomincia, il tremito, il sudore, persino l’alito acquista quel fetore di fogna marcia nel momento in cui comincio a pensare, inconsciamente, giuro inconsciamente, al nostro sovrano: che farà?, cosa starà pensando?, riuscirà a trovare una scappatoia che renda inutile questa truce persecuzione?. Oh Signore illuminalo e guidalo tu!; piuttosto che impedire al sovrano di trovare di che soddisfare l’agibilità del nostro profeta, prendi noi!. Prendi tutti i nostri averi; sotterraci di sacrifici; distruggici di disoccupazione e disconoscimento dei nostri diritti; affogaci nella crisi la più peggiore ed affamante, ma istruisci il nostro imperatore Giorgio primo il partenope affinché compia la tua volontà nel salvare il piccolo padre. Puzzo!, tutti gli sfinteri del mio corpo hanno ceduto, la dipendenza dal conductor della bovisa squassa il mio copro che senza ritengo rilascia ogni peggiore escremento ed è a quel punto che ceduto ed ho rischiato di restare ucciso dalla dose massiccia di droga: trascinandomi come un lebbroso affetto da vaiolo e tifo mi sono portato alla più vicina edicola ed ho comprato “il giornale” e “libero” alla sola lettura dei titoli di testa un coma salvifico ha ottenebrato la mia mente, il corpo è caduto in deliquio e sono passato allo stato di coma profondo senza accorgermene. Mi ha salvato mia moglie, per un vero miracolo, aveva con sé la copia appena uscita del “il fatto quotidiano”. Ora sto meglio, ma devo riconoscere che devo girare con la foto del giudice Ingroia in tasca, la guardo ogni tanto; ogni volta che qualcuno nomina l’acronimo PDL e quello simile PD ricomincia a sentire voglia di stronzate e di affabulazioni pervertite e devo ricorrere a questo metadonico rimedio. Fatelo anche Voi, forse potete ancora salvarvi!.