... meno cinque ... L'Italia chiamò!. - di Francesco Brigsanti

14.06.2016 09:43

Una partita di calcio, ieri sera, vinta dall'Italia. No!, non voglio parlarvi di calcio, non voglio parlarvi di ragazzotti milionari a fare semplicemente ciò che sono pagati per fare e nemmeno vi parlerò di gesti atletici o di performance sportive illuminate da colpi di classe o da invenzioni fantasiose di qualche eroe della domenica, vi parlerò della voglia di vincere, della forza della disperazione, della volontà a raggiungere un risultato da tutti creduto quasi impossibile.

Siamo arrivati a questo campionato europeo sotto l'egida della mediocrità e della sorte rea ed assassina calcisticamente parlando; sulla nostra squadra nessuno avrebbe scommesso una sola delle vecchie lire e per di più con in sorte il dover affrontare nella prima partita una delle maggiori favorite del torneo: un destino segnato!.

Non avevano gli azzurri in squadra né un Maradona, né un Baggio o un Higuain a far sperare in un colpo di genio, nella combinazione esplosiva a miracolo mostrare; gli azzurri in campo scendevano nell'arena come gladiatori sacrificali a rendere sacrificio al dio del pallone; ma, chiunque avesse guardato la partita dall'inizio avrebbe visto quello che Apollo Creed, l'avversario di Rocky 1, 2 e 3 chiamava gli "occhi della tigre"; ognuno dei ragazzi in gioco aveva, ieri sera, per compagna la determinazione, la voglia di riscatto, la dignità di chi piuttosto morirà combattendo su di ogni pallone prima di arrendersi all'ineluttabilità del destino;

ieri sera in quel di Lione c'erano sul rettangolo di gioco uomini e non calciatori, c'erano italiani e non funamboli miliardari, c'erano patrioti a difendere una bandiera, c'erano eroi a sovvertire un fato avverso decisi a lasciare il fatidico " ... morituri te salutant ... " alla prosopopea, alla alterigia, alla padronia spacciate per verità assoluta di chi li voleva già vinti, bolliti, cremati nei forni della potenza altrui. Ieri l'ITALIA IN CAMPO ha detto all' Europa e scusate il francesismo:

" ANDATE A PRENDERLA IN CULO CI SIAMO ANCHE NOI!."

Fra cinque giorni, domenica prossima, appena nove giorni dopo l'anniversario della morte del COMPAGNO ENRICO BERLINGUER, e secondo me nulla avviene mai per caso, gli italiani affronteranno la propria prima partita vera contro questo potere sadico ed assassino. Ci hanno, sin qui, voluto far credere che la sorte di noi tutti fosse già segnata; che il guelfo ghibellino avesse già tutti i campioni dalla sua parte; che la squadra avversaria avesse il modulo di gioco giusto ed il popolo fosse solo una accozzaglia allo sbando troppo sfaccettata per colpire l'establishment; ci hanno dati per perdenti nati, cresciuti e pasciuti, ignavi al punto da non riuscire ad evitare l'avvento di una dittatura nei fatti quand'anche fosse spacciata per democrazia decisionista.

Non hanno tenuto conto degli "occhi della tigre"!.

Sono dimentichi di quegli occhi che guarderanno la scheda domenica mattina e con essa spareranno contro il potere; hanno ignorato :
quelle mani che stringeranno una matita decise ad usarla come un bazooka;
quelle orecchie a sentire nel cervello le grida di chi si è ucciso, le lacrime delle madri e dei padri a non riuscire a nutrire, a curare, a sfamare un figlio o sè stessi;
quelle gambe a sostituirsi a quelle di quegli anziani che con tutta la dignità di questo mondo scavano nei rifiuti in cerca di un pezzo di pane o di una scorza di formaggio;
quei culi da troppo tempo sodomizzati senza pietà e senza alcun riguardo per chi già di suo viveva una condizione dolorosa e frustrante.
Hanno creduto, questi parvenus della politica, che l'interesse e la finanza spacciata per economia fossero le divinità alle quali nessuno si sarebbe mai opposto.

ILLUSI: IL CAPO, I SUOI SCHERANI, I SUOI SERVI, I SUOI CANI DA GUARDIA, I SUOI ESCREMENTI A FARGLI DA CORONA PUZZOLENTE E FERALE. SBAGLIANO!.

Quando se ne accorgeranno, domenica sera, sarà troppo tardi perché un POPOLO CONTRO vale più di un esercito di mercenari; un popolo alla strenuo delle forze vale più di tutte le favole di questo mondo; un popolo che ha dignità, fierezza, senso del giusto e del sociale si schiera compatto ed unito, non guarda più a bandiere, non ha più sofismi, non ha più leggi cui sottostare; un popolo che ha l'arma del voto la punta e fa fuoco ...

e colpisce al cuore il nemico!.