... miao ... - di Francesco Briganti

21.01.2016 11:41

Ho fatto, stamane e nel tornare dal bar, un'altra strada. Optando per il giro lungo che mi avrebbe portato a imboccare via dei Baronti un po' più ad ovest, volevo evitare l'incontro con quel benedetto gatto nero che sembra aspettarmi ogni mattina alla fine di via Indipendenza. Camminavo lungo via dei Fabbri, accolto con indifferenza dagli occhi brinati delle auto non use al mio passaggio, nel silenzio totale del gelo andante intorno ai meno 5: poche le luci già accese e pochi i comignoli attesi a scaricare fumi dannosi, nessuno tanto folle, al pari del sottoscritto, da sfidare una temperatura polare inclemente e drastica come una frustata a pelle nuda.

A nessun pensiero affaccendato, passo dopo passo, mi avvicinavo a casa quando, eccolo li!, strana combinazione o causale incontro, il felino, nero come la notte più buia e senza luna, sembrava mi aspettasse quasi per non mancare ad un appuntamento o per dirmi che, quale che fosse la mia strada, l'incontrarsi era imprescindibile destino di due esseri l'uno a dover comprendere e l'altro a significare; ci siamo guardati, ci siamo probabilmente riconosciuti, rassicurati, rinviati all'incontro successivo. Gli ho fatto un cenno come d'intesa, ha abbassato la coda e poi è sparito sotto l'auto più vicina.

Qualche minuto dopo era sull'uscio di casa ed entravo a leggere il mio giornale on lne.

Un titolo mi ha colpito in particolare: " Il Pd: un partito di destra oramai servo del padrone". Leggendolo ho scoperto che

" Nel mondo della disinformazione di massa e dell’opera di capillare manipolazione delle coscienze non stupisce che vi siano notizie che occupano il “davanti della scena” per mesi, pur essendo, non di rado, del tutto irrilevanti; e che, invece, le notizie di rilievo, quelle che aiutano a capire la falsificazione integrale della vita sociale in cui ci troviamo, vengano artatamente nascoste, di modo che non abbiano alcuna circolazione.

Ecco, allora, un esempio del secondo tipo di notizie, di quelle, per intenderci, di cui nessuno ha parlato. Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 151/2015, dallo scorso 23 dicembre è abolito l’obbligo a carico dei datori di lavoro della tenuta del registro infortuni, in una logica di semplificazione degli adempimenti complessivi. NUOVA OFFENSIVA AL MONDO DEL LAVORO.

La misura è contenuta nel Decreto Legislativo del 14 settembre 2015, concernente Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro, attuativo del Jobs Act. «Razionalizzazione e semplificazione»: un binomio ad alto tasso ideologico, che ricorda le parole-chiave con cui la Thatcher promuoveva l’abbattimento del pubblico in favore della “razionalità” e dell’“efficienza” del privato.

Insomma, una nuova offensiva al mondo del lavoro, tanto per cambiare; un ulteriore attacco – se vogliamo dirla con Hegel – del Signore ai danni del Servo.

Il nostro è, a ben vedere, il tempo della «ribellione delle èlites» (Christopher Lasch): la lotta di classe non è sparita, come sempre si ripete; semplicemente si è riconfigurata come massacro di classe gestito dalle èlites contro le masse, dal Signore contro il Servo. Esauritosi il comunismo storico novecentesco, passate le sinistre dalla lotta contro il capitale alla lotta per il capitale, le èlites hanno pensato bene di riprendersi tutto, in primis i diritti che il Servo era riuscito a ottenere mediante scontri e rivendicazioni.

Momento dissolutivo del serpentone metamorfico Pci-Pds-Ds, il Pd rivela ancora una volta di stare dalla parte del Signore e delle èlites contro le masse precarizzate e contro il Servo: avvalora ciò che una volta, con lungimiranza, asserì Giovanni Agnelli, quando disse che per fare riforme di destra occorreva ora rivolgersi alla sinistra.

Ognuno tragga, allora, le sue conseguenze, se non è distratto dalle manifestazioni arcobaleno per i diritti civili dell’individuo sovrano, che in astratto può tutto e in concreto, privato com’è dei più elementari diritti sociali, non può alcunché. (repubblica; oggi; ndr).

Ed allora ho capito quanto quel gatto nero, adorabile animale, ma simbolo per antonomasia della iella più nera, in realtà non sia nulla di reale rispetto a quello che capita di solito in questo paese; ho capito anche che cercare di cambiare percorso quando poi la destinazione fosse sempre la stessa serve a poco e dunque diventa addirittura lapalissiano come solo il dirigersi completamente da un'altra parte cambierà un destino già scritto, quindi ...

per evitare il gatto Renzi e la nidiata di micini di cui si è circondato non è sottostando alle sue regole ed a quelle altrettanto bastarde di uno stato infingardo che ci riusciremo!.