… mica sono Pasquale … io ! … - di Francesco Briganti

23.02.2015 06:48

“ …. Mi resta ancora un punto da esaminare che non ha nulla a che fare con quanto fin qui è stata materia di riflessione: l'andamento nel mondo del concetto e della prassi della democrazia. C'è un sondaggio internazionale che ne parla ed è assai istruttivo e al tempo stesso molto preoccupante. La democrazia partecipata, cioè col consenso del popolo e l'esercizio dei suoi diritti, è in forte declino.

Questo fenomeno varia da paese a paese sia nelle forme sia nelle date in cui quel fenomeno ebbe inizio, ma il processo di decadimento è generale in tutti i continenti che compongono il nostro pianeta. Per noi il decadimento cominciò una trentina d'anni fa ed è andato aumentando nel ventennio berlusconiano ma, continua ad aumentare sempre di più. Il fenomeno si manifesta soprattutto in Occidente dove le democrazie partecipate sono nate e si sono sviluppate. Il sondaggio accenna anche alle cause che fanno da sottofondo al fenomeno ma in questo caso non si tratta più di sondaggio bensì di interpretazione dei sondaggisti. La causa si chiama indifferenza, soprattutto da parte dei giovani. O addirittura lo si può chiamare nichilismo. I giovani non si interessano alla politica né alla storia e al lascito di esperienze che il passato consegna al presente e si disinteressano anche del futuro.

Ovviamente non tutti i giovani sono indifferenti e nichilisti e non tutti gli indifferenti e nichilisti sono giovani, ma le dimensioni del fenomeno sono quelle già dette. Attenzione: non sono dei bamboccioni che vivono nelle braccia protettive di mamma e papà; sono giovani fattivi, arditi, creativi. Ma la democrazia partecipata non rientra nei loro interessi. A questo si deve aggiungere che alcuni (molti) governi approfittano di quest'indifferenza e addirittura la anticipano sottraendo diritti politici al tessuto costituzionale sicché, quand'anche la maggioranza dei giovani cambiasse atteggiamento, i diritti concernenti la democrazia partecipata non ci sarebbero più o sarebbero stati fortemente ridotti.

Consegno ai nostri lettori queste considerazioni. Se mi leggono questo è un segno che vedranno questo fenomeno con analoghe preoccupazioni. Quei diritti mi riguardano anche personalmente perché, pur essendo vecchio, ne usufruisco e vedendoli ridotti o aboliti anche io protesto e me ne dolgo. (E.Scalfari; Repubblica; 22/02/2015). “.

Il fondo di Scalfari, su riportato, mette l’accento su di un aspetto della nostra società a cui, in modo molto maldestro probabilmente, ho spesso accennato anche io: quella indifferenza che permea le vita di “questopaese”. Per chi non avesse dimestichezza con quanto scrivo ed anche per chi invece fosse solito leggermi, voglio specificare e rafforzare il senso di schifo e di disprezzo che le parole “questopaese” attaccate e virgolettate intendono esprimere; faccio questa sottolineatura nella speranza che qualcuno, prima o poi, si decida a denunciarmi per vilipendio alla nazione onde poter aprire un dibattito tribunalizio e pubblico sulle penose e squallide condizioni in cui la mia, la nostra, ITALIA è stata ridotta da un branco di beceri e luridi mestieranti della politica, degli affari e del mal costume, attività queste ulltime, elevate tutte al rango di arte sopraffina ed eccelsa.

Ciò detto, L’indifferenza!.

Mai sentimento è stato più di questo quello che ha reso popolo le genti di questopaese. Noi italiani campanilisti fino al eccesso della difesa estrema del proprio pianerottolo, man mano che ingrandiamo il nostro orizzonte ci spingiamo sempre più in una sorta di fanatico disinteresse. Oh, badate bene, non nelle parole e nelle discussioni, che usiamo ed a cui partecipiamo con grande verve esplodendo in somme indignazioni o in massime ed accorate partecipazioni verbali, ma nei fatti reali, veri, concreti. Quando c’è da mettersi in gioco in prima persona, ancorché costretto, l’italiano fa orecchie da mercante, pensa al proprio piccolo, grande, meschino, felice orticello e se ne strafotte di tutto il resto: l’Italiano non rischia un centesimo che sia uno per il bene comune o affinché uno stravizio, una illegalità, un diritto vengano sanzionati, puniti, salvaguardati.

Scalafri parla di nichilismo, io vi aggiungerei la passiva paura, terrore sarebbe meglio?, del danno personale; l’inconfessata voglia del comando ad altri a combattere; l’ignavia giovanile, senile, androgena e muliebre verso tutto ciò che esula dalla routine per quanto questa mortificante e penosa sia. Raggiunto il massimo della sopportazione l’Italiano apre la valvola di sfogo della delega al urlatore di turno, gli si stringe attorno, anche e sopra tutto, se no nisba, a centinaia di migliaia, in una pubblica piazza e poi, sazio, contento e finalmente “appecorato” sino alla successiva linea di abbrutimento se ne torna a casa predisposto serenamente al prossimo periodo di sodomizzazione.

Lo so io, lo sappiamo noi, lo sanno tutti e sopra ogni altra cosa lo sanno quei criminali politici, affaristici, sociali che ci governano, che trafficano la finanza, che gestiscono la quotidianità di ognuno e, sapendolo, continuano a fare i “cazziloro” ed affondano il coltello sempre più in profondità ben conoscendo che le ferite imposte non genereranno mai perdite di sangue …

di sicuro non il proprio.