Milena Gabbanelli ovvero… - di Claudia Petrazzuolo

16.04.2013 14:03

Una grande professionista autrice di inchieste approfondite e dai mille risvolti ultima quella sulla politica romana del sindaco Alemanno è la candidata in pectore del M5S. La Gabanelli, degna e seria persona ha immediatamente espresso il suo sentirsi onorata associandolo in contemporanea al suo non sentirsi all’altezza dimostrando così, forse e con la propria umilta e coscienza, di poter essere il candidato giusto al momento giusto; di certo è, però, che se si voleva proporre un nomeche fosse il più di parte possibile altri non potevano vincere se non la Gabbanelli. Chi, ovunque nel mondo, poteva seriamente credere che una destra normale, figuriamoci questa destra sorretta da potentati economici, grandi industriali, certamente da condonisti ed evasori possibili l’avrebbe mai considerata eleggibile?, io credo nessuno. Si dirà: “ è il web che l’ha scelta” ma questo non è vero, perché 50 o 60 mila persone non sono il web, sono, appunto, 50 o 60 mila persone su sessanta milioni anche se è grasso che cola che non si sia corso il rischio di avere come presidente un paperino qualsiasi. Mi pare d’aver capito che la giornalista non darà la sua accettazione, così come farà, credo, Gino Strada secondo tra i preferiti e, dunque, potremmo avere come candidato di sostanza del M5S, che dichiara di non avere altre scelte possibili almeno per le prime votazioni, l’on. Stefano Rodota’. Se la dirigenza del Pd fosse saggia, profitterebbe di questo spiraglio aperto dai penta stellati per eleggere al soglio presidenziale un suo esponente serio e fuori dai giochi possibili di combine ottenendo, così e come prima cosa, di liberarsi del ricattatore; ottenendo così una consequenziale disponibilità dei duri e puri che non potrebbero a quel punto e successivamente rifiutare di sostenere un governo suggerito dal loro presidente e noi Italiani potremmo vantare l’incamminamento sulla strada del cambiamento sostanziale e non solo verbale. Se i dirigenti del Pd fossero saggi la smetterebbero di sputtanarsi coram populi tra loro; se i vari soloni di un centro sinistra orfano di una vera sinistra e primogenito di una morta democrazia cristiana capissero che i tempi, loro malgrado, sono cambiati e che il loro elettorato ne ha piene le tasche di una politica che per accontentare tutti scontenta ognuno; se Bersani, D’Alema, Veltroni, Franceschini, Letta, Bindi, Finocchiaro, Marini, si levassero dalle scatole per cedere il passo non all’inciuciore Renzi ed alla sua cricca, ma a quei giovani responsabili che, moderni e calati nel quotidiano di ognuno di noi, ci sono nel partito, questi saprebbero affrontare le difficoltà del momento e potrebbero parlare a quel popolo che si è dato mani e piedi a Grillo ed a Casaleggio, riportando a noi popolo di sinistra la nostra dignità, le nostre speranze, i nostri sogni e le conseguenti lotte di governo o di opposizione che fossero. Ma il PD è ancora e sempre nelle mani di una gerontocrazia più che anagrafica mentale; è nelle mani di gente che fuori dai quei palazzi cercherebbe l’elemosina di un tozzo di pane perché incapace o disabituata a fare altro, e quindi sarà difficile che al Quirinale sieda qualcuno a cui il caro Marco Travaglio, 99 volte su cento con piena e sacrosanta ragione, non possa fare le pulci. Dunque e probabilmente ecco un’altra occasione perduta da tutti i partecipanti al gioco ed per questo che io posso affermare senza tema di smentita che quirinarie o non quirinarie,
LA POLITICA E’ UN’ALTRA COSA!.