Mineo CT, 11 giugno 2008 – di Gino Gatto
Distante una manciata di chilometri dal capoluogo Etneo, nel Calatino sorge il comune di Mineo che l'11 giugno del 2008 ha visto consumarsi una ulteriore tragedia del lavoro, ma ancor di più del malaffare legato ai rifiuti. Onesti lavoratori, ligi al dovere ed alle mansioni affidate quel giorno non faranno più ritorno ai loro affetti.
Sei lavoratori:
-
Giuseppe Zaccaria (47 anni), perito industriale e responsabile della sicurezza dell'impianto, dipendente comunale, rientra dalle ferie per una riparazione da effettuare all'impianto;
-
Natale Giovanni Sofia (37 anni), dal 2001 dipendente comunale lascia la moglie e due figli;
-
Giuseppe Palumbo (57 anni), dipendente comunale;
-
Salvatore Pulici (37 anni), custode dell'impianto, dipendente comunale con un contratto part-time di 36 ore la settimana, lascia la moglie e due figli di cui la più piccola di appena 5 mesi e mezzo;
-
Salvatore Tumino (47 anni), dipendente della Carfi;
-
Salvatore Smecca di Gela (47enne), assunto da tre giorni dalla Carfi.
Durante i lavori di pulizia del depuratore i malcapitati, probabilmente a causa delle esalazioni provocate dai rifiuti sono finiti in fondo al depuratore stesso sotto uno strato di melma di ben 30 centimetri, dall'autopsia si riscontra che la morte è stata causata non dalle esalazioni dei gas tossici, ma dall'ingestione di quel materiale, tutto si aggrava quando l'ufficio tecnico del comune di Mineo asserisce che in quel luogo non è prevista la presenza dell'uomo, infatti le sei vittime non indossavano alcuna protezione.
E' umano chiedersi del perchè avvengano queste tragedie, dove l'uomo cerca di tutelare l'ambiente e la collettività, mettendo a repentaglio l'incolumità dei manutentori; perchè non si è fatto nulla per risparmiare queste sei vite strappate alle loro famiglie; perchè si generano orfani a causa della cattiva gestione.
A fronte di tutti questi perchè è partita una petizione indetta dalla madre di una delle vittime, Maria Agrippina Amantia, che non sa ancora darsi pace del perchè sia potuto accadere, del perchè la sua nipotina di appena 5 mesi e mezzo non potrà chiamare papà! - la petizione intende chiedere il riconoscimento di “vittime delle ecomafie” per sei malcapitati; il grido di una madre che si fa portavoce delle mogli, madri e dei figli che non riabbracceranno i loro mariti e padri per l'avida incuria di... non si sa chi! - si chiede giustizia, affinché i colpevoli scontino le proprie colpe, consapevole che nulla potrà riportare in vita quei sei onesti lavoratori.
Qui di seguito il link per accedere alla petizione e firmarla; (https://www.change.org/it/petizioni/strage-nel-depuratore-di-mineo-le-vittime-innocenti-sono-vittime-dell-ecomafia?share_id=pkyuSaAXBK&utm_campaign=friend_inviter_chat&utm_medium=facebook&utm_source=share_petition&utm_term=permissions_dialog_true)
Fonti: