… mmmmm … - di Francesco Briganti

18.08.2015 08:37

“ … Se tutti fossimo capaci di unirci per fare i nostri colpi più forti e sicuri, perché gli aiuti di ogni genere ai popoli in lotta fossero più efficaci, quanto grande sarebbe il futuro e quanto vicino! Se a noi - che in un piccolo punto del mondo adempiamo il dovere che proclamiamo, mettendo al servizio della lotta il poco che ci è consentito dare: il nostro sangue, il nostro sacrificio toccherà un giorno di questi morire in una terra qualsiasi, ma nostra, perché bagnata dal nostro sangue, si sappia che abbiamo misurato la portata delle nostre azioni e che ci consideriamo soltanto unità del grande esercito del proletariato. E ci sentiamo orgogliosi di aver imparato dalla rivoluzione cubana e dal suo capo la grande lezione che proviene dalla sua posizione in questa parte del mondo: "che importano i pericoli o i sacrifici di un uomo o di un popolo, quando è in gioco il destino dell'umanità". La nostra azione è tutta un grido di guerra contro l'imperialismo e un appello all'unità dei popoli contro il grande nemico del genere umano: gli Stati Uniti d'America. E dovunque ci sorprenda la morte, sia benvenuta, purché il nostro grido di guerra raggiunga chi è pronto a raccoglierlo e un'altra mano si tenda ad impugnare le nostre armi e altri uomini si preparino a intonare canti di lutto con il tambureggiare delle mitragliatrici e nuovi gridi di guerra e di vittoria. “

In questo mondo non esiste persona che non conosca il termine “masturbazione”, che non sappia cosa significhi, che almeno una volta non sia incorso in questa pratica.

Tutti ed ognuno hanno provato quel senso di frustrazione, quel senso di colpa, quella effimera soddisfazione, quel debilitante senso di vuoto che ne è seguito; ognuno si è chiesto se fosse caduto in peccato, se correva il rischio di diventare cieco, se quel Padreterno che tutto vede stesse in quel momento guardando quel fare nascosto o se fosse in tutt’altre faccende affaccendato; ognuno ha, comunque e poi, stabilito con sé stesso quanto meglio fosse al posto di un soliloquio, una ampia e franca, partecipata, gaudente, rinfrancante discussione con un partner. Dunque ognuno di noi conosce la differenza tra un dire, erotico sinché si vuole, ed un fare molto meno aleatorio, ma di certo molto più appagante mentalmente e fisicamente esemplificando.

Quindi la masturbazione!. Non ho, questa mattina, alcuna voglia di lanciarmi in una sterile quanto inutile esegesi dell’atto materiale; non mi interessa né il chi, né il quando, né il come o il perché; ciò che mi interesse porre alla attenzione è l’aspetto psicologico della stessa, vista, per altro, non dal suo aspetto sessuale, ma da quello sociale e politico.

“ Onan è un personaggio biblico, secondo figlio di Giuda. Nel libro della Genesi si racconta come, secondo la legge del levirato, egli sposò Tamar, vedova di suo fratello; ma poiché secondo tale legge il figlio primogenito che ne avrebbe avuto non sarebbe stato considerato suo ma del fratello defunto Er, egli non volle averne e ricorse a un metodo anticoncezionale (il coitus interruptus). Dio lo punì per la sua disobbedienza alla legge facendolo morire (Genesi 38,6-10). Da questo episodio deriva il termine onanismo, spesso usato impropriamente come sinonimo di masturbazione.” (wikipedia); ( da lui il termine onanisti, dediti alla masturbazione; ndr).

Siamo una accozzaglia di genti, molto poche le persone, onaniste. Viviamo una società onanista nella quale, dal primo all’ultimo cittadino, si preferisce il rapporto privato con il proprio sé, piuttosto che quello molto più libero, rinfrancante e più pericoloso dello scambio con l’altro. Abbiamo quasi paura che quando l’altro divenisse “altri” il tutto potrebbe trasformarsi in un orgia pericolosa che non sapremmo gestire e della quale, quindi, occorre aver paura evitandola in tutti i modi possibili: siamo in questo divenuti campioni mondiali per la nostra sfacciata corsa alla “chiacchiera da cortile” esercitata come masturbazione mentale a dirimere e soddisfare ogni nostro appetito di rivalsa, rivincita, soddisfazione. In qualsiasi campo dello scibile sociale, lasciamo, con sempre crescente rassegnazione, che sia qualcun altro a copulare purché a noi si lasci la libertà di godere in solitario delle nostre lamentele, delle nostre inidgnazioni, dei nostri strali al mondo, alla politica, alle religione, all’abuso ed al sopruso continuamente perpretrato nei nostri confronti.

Si masturba il politico che ruba ed intrallazza, il giudice, il medico, il professore che prende mazzette; è un onanista l’operaio, il professionista, il contadino, il compagno che sciopera ad ore e giorni fissi rispettando, però, quelle condizioni che ne vanificano qualsiasi possibilità di successo; è un “segaiolo”, maschio o femmina che fosse, ognuno di quelli che si lancia in lai sperticati per la sorte di un agnellino o di un leone; che piange lacrime di coccodrillo per ogni padre o madre che si uccide; per ogni morte sul lavoro; per ogni Ilva, Tissen o altra fabbrica nefasta o traslata in alti paesi o svenduta al ricco epulone di turno.

E’ un vizioso del sesso politico ognuno di quelli che adotta un bimbo a distanza perché aiutarne uno in proprio sarebbe troppa fatica; che si inventa una onlus e chiede denari per questa o quella malattia sapendo da tutto il ricavato uscirà anche il proprio sostentamento; che sbandierando una bandiera arcobaleno o una rossa o quale che ne fosse il colore, a tempo stabilito la riporrà e riprenderà la propria vita come se niente fosse successo.

A nessuno più importa se un dio, chiamatelo come cazzo volete, stia in quel momento guardandolo o piuttosto abbia scelto altri lidi dell’universo schifato dal fatto che da questa parte, sopra tutto in questa parte, oramai non c’è più speranza di salvezza alcuna. E non serve confessarsi: nemmeno si fosse soli e davanti ad uno specchio!.

p.s. Il paragrafo iniziale è la conclusione de “La rivoluzione dei popoli oppressi” (Tricontinental 1967) scritta da un certo ...

ERNESTO CHE GUEVARA!.