... mmmmmm ... - di Francesco Briganti

30.01.2016 10:17

Mi sono commosso!. Eh sì, devo dirlo, io di fronte a certi spettacoli mi commuovo sino alle lacrime. I miei occhi, novelle fontane di Trevi, sgorgano lacrime come piovesse, il cuore palpita di pathos lirico, la mente gigioneggia in un aulico fantasticare, la pelle vira all'oca in un ergersi del pelame e nel vibrare di ogni ghiandola sudorifera: in un attimo il mio corpo, dall'ultimo dei capelli ai mignolini, estreme propaggini pedestri, trasuda come fonte levissima, altissima, purissima.

Un poeta dà il meglio di sé negli attimi di estrema sofferenza; nei momenti di abiezione o di esaltazione mistica il suo animo trascendente diventa immanente e mostra ogni propria piega spandendo, ovunque, il profumo della propria essenza, illuminando l'intorno, lasciando attoniti ed afoni gli astanti: tutti ed ognuno a chiedersi come si potrà continuare a vivere dopo siffatta declamazione, dopo una tale esplosione di concettualità elevate, dopo l'effusione di una verità finalmente rivelata ed alla quale nulla mai più potrà opporsi.

E di abiezione ed esaltazione mistica fuse insieme deve essere stata l'ispirazione che ha mosso un oratore d'eccezione ad un intervento in parlamento tutto atteso alla difesa della legge Cirinnà.

Abiezione per la consacrazione dell'ennesimo salto della cavallina sport di cui quel vate nazionale può considerarsi campione mondiale; ciascuno ricorderà il suo trasmigrare, da sindaco comunista di un paesino sperduto, alla corte liberticida e spergiura del prode piccolo padre e, dopo qualche anno di succube lecchinaggio, a quella del guelfo ghibellino, piccolo figlio di quel piccolo padre e degno erede della mistificazione arcoriana.

Esaltazione nell'accorgersi che il proprio espressivo talento di faccia di palta non era venuto meno nello scrivere l'ode ai diritti civili, il poema alla giustezza del provvedimento. Esaltazione nel constatare che non sarebbe mancata, nel seguito di certo luminoso di incarichi e prebende, l'enfasi necessaria ad omaggiare a dovere il nuovo padrone, la nuova corte: nel ritrovare intatta ed anzi rafforzata e sublime la sfacciataggine, immutata e vanagloriosa, occorrente per arrivare a suggerire ad un Papa, lontano anni luce dai topi di fogna, l'abolizione del celibato sacerdotale.

Il tutto sempre in attesa del successivo tradimento, della ennesima coltellata alle spalle da vibrare mascherati, mai vicini al ramo ultimo cui appendersi per la vergogna.

Sandro Bondi: un uomo ed una storia. Una carriera politica ed un vita in divenire; un continuo aderire al tutto ed al suo contrario; una lingua da formichiere capace di penetrare negli anfratti più reconditi e schifosi per poi uscirne negando persino di essere mai esistito; un poeta che sta alla poesia così come un masso di cemento armato sta alla forza di gravità: un assurdo letterario, un ossimoro politico, una contraddizione in termini: un Uriah Heep talmente viscido da fare invidia alla bava di una lumaca bavosa.

Il governo Renzi, nel caso mai l'avesse avuta, oramai con la performance del vate sudato anche quando è terso ed asciutto, non ha più alcuna valenza di credibilità e di legittimità; la piece teatrale a suo supporto ha, secondo me, colmato ogni misura e lo squallore ha raggiunto i propri massimi livelli.

Vita assaporata Vita preceduta Vita inseguita Vita amata.
Vita vitale Vita ritrovata Vita splendente Vita disvelata Vita nova .
(Sandro Bondi; Ode a Silvio; ndr)

Ecco!; quando mi trovo sulla stessa sponda di certe persone io sono portato a chiedermi ...

dove cazzo sta la fregatura?!.