… molto varie, genericamente eventuali … - di Francesco Briganti

26.07.2015 08:17

L’allocuzione latina “ jacta alea est “ che lo scrittore latino Svetonio attribuisce a Giulio Cesare nell’atto di passare il Rubicone violando così quelli che allora erano i confini dell’Italia e dando inizio alla seconda guerra civile, viene tradotta in italiano con “ il dado è tratto” e vuol significare che presa una decisione, da quella non si potrà tornare indietro; quindi indica un dato definitivo.

Sembra, però, che essa, così come noi comunemente la conosciamo non sia nella forma giusta. Il greco Plutarco, infatti, la tramandava in altro modo ed essa suonava, invece, così: “ Jacta alea esto” che tradotto dal greco al latino e quindi all’italiano, ha il significato di: “ il dado sarà tratto”.

La differenza è sostanziale giacché, come si capisce bene, nel secondo caso si intuisce che una decisione è presa, ma essa non è ancora operativa.

La trasformazione da “esto” imperativo futuro a “est” indicativo presente, è dovuta probabilmente ad un errore di trascrizione, aplografia, ma questo a noi, ora, importa poco; ne parlo perché la cosa mi torna utile nel indicare quelli che sono stati gli stati d’animo di colui il quale, sputtanatosi al mondo nel proseguire del suo andare, ha definitivamente passato il fiume della verità urbi et orbi conosciuta dichiarandosi e acclarando i suoi scopi ultimi.

Il Cesare “nostrale” la cui intelligenza non lascia molto alla considerazione che sia tutto frutto del proprio sacco, è passato dal ” esto ” al “ est “ con un crescendo rossiniano di sempre meno elegante manifattura. Il tipo, presentatosi ai propri esordi come una scheggia finalmente rinsavita di un partito allo sbando, si è trasformato nel tempo da un imperativo futuro: “ rottamerò”, ”ridarò voce al popolo”, “ cambierò il sistema in modo più equanime e giusto” in quell’indicativo presente il cui prodromo è stato quello “ stai sereno ” di cui lo stesso Giuda si sarebbe vergognato baciando Gesù.

In questo caso, la definitiva perdita della “O” è iniziata con il patto del Nazareno, strana coincidenza, e si è concretizzata con il distacco di un banchiere fariseo da un padre putativo, di molti e molte, sopra tutto se minorenni, un certo mister Lap dance.

Ognuno sa che un cavallo di Troia nasce tale, non è che lo diventi strada facendo e dunque “EST” evidente che sin dal suo primo apparire sulla scena nazionale e fuori dai confini gigliati lo scopo finale Divo in questione era esattamente quello sin qui quasi raggiunto e cioè: a) distruggere definitivamente la credibilità di una sinistra di governo; b) rafforzare di conseguenza una destra, allora, in una qualche difficoltà evidente; c) decretare la fine progressiva dei sindacati, della democrazia parlamentare, portare acqua al mulino del benessere togliendola a quello del popolare e del lavorativo.

Dei tre punti suddetti, in questa domenica di fine luglio, quello (b) si vede contraddetto dal fatto che il progetto è andato molto oltre le previsioni essendo la destra nata dal piccolo padre ritornata ad essere insignificante, frazionata e frastornata mostrando un polo di possibile attrazione dichiaratamente negriero e littorio.

In un solo concetto distruggere ciò che i padri costituenti avevano fatto nascere E PREDISPORRE IL TERRENO per successivi esaustivi sviluppi !.
Io lo so; Voi lo sapete; ciascuno sa, anche quelli che fingono di non sapere. I discepoli del piduista Gelli, parvenu che fossero o pedissequi esecutori della prima ora, stanno, nel tempo trascorso ed ora nella persona del putto gigliato, avanzando a grandi passi verso il loro traguardo naturale ed il connubio fattibile tra il banchiere fariseo e l’attuale macchinista non è altro se non una tappa importante del progetto: quando prevaricazione e malaffare perdono “l’alea” del sottaciuto per acquistare la sfrontatezza del palese, significa che i timori di una sconfitta sono ridotti al lumicino e passano dal CERTAMENTE possibile al solo POCO probabile.

Non rende a noi tutti molte speranze quella unica fonte di opposizione rimasta, giacché quel M5S che tanto grida e dice di fare avendo lo stesso peccato di fondo: la pretesa di essere solo al governo, quando anche vincesse sarebbe, in fondo, esso stesso funzionale al progetto e, dunque, non in vero e sostanziale contrasto.

Perciò, mentre tutti preparano cestini da picnic; mentre ognuno gode del sole abbronzante o dei monti a rinfrescare, mentre chi trama persegue le proprie trame con sempre più naturalezza e disinvoltura, mentre chi soffre e si affanna ed affatica affina la propria sopportazione in masochistica predisposizione al peggio del peggio, il putto lascia al vento le migliori promesse tanto “ Jacta alea est “. E Voi …

ESTOTE PARATI!.