NapolitaNO ... ovvero Italia bel suol d'amore - di Claudia Petrazzuolo

24.05.2012 14:13


La Sicilia è una tra le regioni più belle d’Italia. La Sicilia è stata tra le culle delle civiltà mediterranee. La Sicilia è stata la patria dell’unificazione italiana: prima accogliendoli a Marsala poi aiutando i mille di "Don" (il don tra virgolette non è a caso, ma questo è un altro discorso; ndr) Peppe Garibaldi. La Sicilia è, oggi, una delle croci che questo paese si trascina dietro e pesantemente (ed anche questo è un altro discorso; ndr). Da Palermo, nel giorno della memoria di Falcone il nostro amato P.d.R. sen. a vita Giorgio Napolitano ci ha fatto sapere quanto grande ed attuale sia il pericolo di un ritorno allo stragismo: se fossi ancora capace di credere alla buona fede di un politico, riconoscerei nelle parole del pdr una viva e vibrante preoccupazione, ma non ne sono più capace e, quindi, vi leggo, forse sbagliando lo riconosco, più ed invece un non intellegibile avvertimento, quasi un ammonimento a che tutti i non politici, popolo compreso, si diano una " calmata " pena anni di dolore sangue e morti … per mano di chi, questo sarà tutto da non scoprire mai perché in Italia niente si sa di quello che non si deve sapere. Un giorno sì ed un uno no Tappo Von Cortis alias Corto Milanese anche conosciuto come " quello più alto che onesto " ammorba l’anima onesta di questo paese minacciando un suo ritorno sul proscenio politico. Ora, ammirati quei genitori che precauzionalmente chiudono in casa le figlie minorenni; tranquillizzati quegli imprenditori speranzosi di appalti corretti e restii a versare tangenti; allertati quei giornalisti che volessero svolgere il loro lavoro senza condizionamenti vari nonché quei giudici e quei pubblici ministeri che pure non credendo nella giustizia ancora credono nella legge e nelle leggi che la compongono, voglio sperare che gli italiani di centro destra abbiano almeno la stessa intelligenza di quelli della lega e del centro sinistra e che, perciò, non si lascino abbindolare ancora una volta dalle basse (non a caso ed anzi e di più, infime direi, ndr) chiacchiere del protettore di stallieri, escort e condannati per mafia e delitti vari. Bersani e la sinistra, la ex sinistra quasi di centro, la estrema sinistra out of order e i nostalgici di una ideologia figlia di un’idea uccisa sul nascere dalla idiozia umana continuano a non capire che il verticismo decisionale è il male di ogni forma politica e che un partito ha una sua ragione di essere solo se e quando fosse espressione di un bisogno legittimo, di interessi non egoistici e comuni a tanti nonché tutela dei diritti, garanzia dei doveri, quindi perseveranza sociale e civile bandiera di una comunità intera ancorché morfologicamente varia e differenziata. Quando invece un partito persegue interessi privati dividendosi in mille rivoli tra loro diversi per la posposizione di una virgola in un paragrafo di programma; quando tutelasse i diritti di una casta ristretta; quando si chiudesse a riccio a scapito ed a dispetto del suo stesso e sempre più esiguo elettorato; quando si parlasse addosso strafottendosene della propria inutile e vuota incontinenza verbale, allora quel partito non solo genera, ma ha bisogno di una legittima antipolitica se non vuole che i suoi esponenti finiscano per diventare delle finte icone esuli in lontani paesi africani o e addirittura tragiche sagome appese per i piedi in piazze giustamente vendicative. Intanto la società civile dei soliti noti approfondisce le conoscenze di una vita sempre più grama; prende il dottorato in sopravvivenza; raggiunge il nobel della sopportazione e sorseggia le prime gocce di un istinto rivoluzionario per ora espresso solo con il non voto o con il voto ancora poco costruttivo di protesta: auguro a tutti che non si debbano conoscere o ricordare a seconda dell’età di ciascuno quegli anni tristemente noti come anni di piombo, il tutto alla faccia o in sinergia con le "Cassandre di stato".