... Napule è ... - di Francesco Briganti

07.09.2014 07:53

" ... E senta il governo intero, il peso delle parole di una ragazzina: "La camorra non avrebbe mai ucciso un ragazzo di 16 anni lo Stato sì". Frase ingenua, falsa, ma difficile da sopportare. Questo dice la cugina stravolta di Davide. Lei non sa che la camorra ha ucciso e uccide non solo sedicenni, ma ragazzi e bambini ancora più piccoli. Questa sua ingenuità mostra la necessità di parlare della camorra e che anzi è proprio il silenzio che porta a fraintendimenti di questo genere. I clan ne sono felici. "La camorra ci protegge lo Stato no" ripetono a Rione Traiano. "Le mafie fanno il loro lavoro, mentre voi istituzioni,voi pubbliche persone mentite, rubate, oltraggiate. Voi, i veri criminali, camorra, mafia, 'ndrangheta, infondo, sono palesi nel loro essere fuori legge, sono oneste in questo". Ecco cosa drammaticamente leggo in decine di blog, in migliaia di commenti. La tragedia è accorgersene solo quando muore un ragazzino ucciso da un carabiniere. È sempre stato così: c'è bisogno di sangue per ricordare che dall'inferno a Napoli non si è mai usciti." (R. Saviano; Repubblica; 7/9/14.)

Pasquale Ignarra era un cuoco. Un cuoco di quella Napoli, opulenta, paciosa, industriale, folcloristica, contraddittoria e borbonica in cui nasceva la prima ferrovia italiana; di quella Napoli sede di un Banco di Napoli le cui riserve auree avrebbero potuto servire ad acquistare, e non conquistare, un regno se solo vi fosse stato al posto di un monarca disincantato e laido un nano avventuriero e affamato qual'era quello sabaudo; di quella Napoli ottocentesca meta delle più grandi menti dell'epoca; di quella Napoli in cui letterati come Goethe soggiornavano per il gusto ed altri come Leopardi sceglievano di morire cibandosi alle cure culinarie proprio di quel cuoco; di quella Napoli depredata e rapinata dalla ingordigia e cupidigia di chi aveva voluto annetterla ad un regno inesistente a riunire un popolo che ancora oggi non sa di essere tale; di quella Napoli, infine, in cui non si moriva di violenza se non nella stessa identica misura di ogni altra parte del mondo.

Ho riportato più su una citazione dell'articolo di Saviano; la condivido e mi associo a lui nel affermare quanto sia sbagliato il pensare ed il credere di quella ragazza. Affermo ed aggiungo che non solo la criminalità organizzata, comunque si chiami, uccide, ma uccide anche quella di piccolo cabotaggio, quella spicciola di ognuno, quella ammantata di lustrini e pajettes, quella mascherata da necessità e bisogno, quella che border line pasce sé stessa in nome di un diritto all'esistenza nonostante le leggi.

Le leggi. La legge. Non esiste paese al mondo in cui ci sia una così fitta inflazione di leggi come è in Italia; di tutte quelle presentate ed approvate una gran parte, inquestopaese, pur essendo in vigore non è attiva giacché mancano i decreti necessari affinché lo si possa fare. Comunque sia alla "legge" si obbedisce senza se e senza ma ed ha ragione quel troglodita padano quando rende il senso del "se l'è cercata" parlando a vanvera del disgraziato ragazzo napoletano; ma ha ragione!. Alla LEGGE OCCORRE OBBEDIRE!.

Nessuno, nemmeno Saviano ci dice, però, quale è la "LEGGE" a cui bisogna obbedire. E', forse, quella che vede un quarantenne verboso e ambizioso rendersi l'esecutore materiale dei progetti e delle speranze di un vecchio bavoso, corrotto e corruttore?. E', forse, quella di un capo di stato, del governo del suo paese, dei parlamentari di quel paese, invitare i paesani al sacrificio perenne nel mentre stesso che"villanegiano" (crasi tra villeggiare e svillaneggiare; ndr) su panfili, sprecano e sciupano risorse, raccontano favole e spacciano pii desideri in riforme e cambiamenti?; E', forse, quella di chi affama con tasse e balzelli; di chi non prende di petto la questione lavoro; di chi sfascia l'istruzione, la giustizia, la sanità; di chi mortifica e svende la dignità di ognuno consentendo barzellette epocali come l'esportazione della democrazia o le missioni armate di pace; di chi consente ad un clero per la gran parte deviato dalla propria missione di non pagare il dovuto; di chi trama, di chi nasconde, di chi truffa, raggira, ruba e si arricchisce?. Di quale "legge" stiamo parlando?: di certo non di quella che fa il bene dei paesani anche quando dovesse fottersene del bene di un paese.

Mi è capitato di scrivere una volta che " ... l'uno che si ribellasse alla "legge" questi verrebbe tacciato di rivoluzionario quando non di terrorista, ma quando fosse un popolo intero a ribellarsi alla "legge" allora, forse, sarebbe ora di chiedersi chi e dove stanno i falsi rivoluzionari ed i veri terroristi ".
Sono ancora di quel parere ed aggiungo che anche la criminalità organizzata ha varie facce e varie locazioni, siamo sicuri di

AVERLE BEN PRESENTI TUTTE?.

Buona domenica!.