Nel mezzo del cammin … - di Claudia Petrazzuolo

16.02.2013 08:30

Febbraio 16, 2013; ore 06,30 … albeggia!. Un chiarore azzurrognolo si staglia all’orizzonte mentre verso ponente le ombre si allungano e fuggono verso lidi più scuri; cantano gli uccelli dagli alberi ed i galli nei pollai; i cani abbaiano nell’algida luce del nuovo giorno e gatti in amore solleticano fantasie a simili compagni in cerca di famiglia; una brina gelata patina i parabrezza delle auto e laghetti di ghiaccio nascondono l’incuria stradale di comuni in affanno; alberi, in un divenire amorevole verso una prossima primavera, incidono il panorama prossimo e lontano a fare da ostacolo ad uno sguardo oltre una siepe; colline all’orizzonte splendono del sole che sorge alle loro spalle sulla valle di Nievole in via di risveglio. Oggi è un nuovo giorno a segnare il tempo che scorre distratto ed incurante del grande e del piccolo, del generale e del particolare. Tra otto giorno precisi si insediano i seggi elettorali; milioni di euro verranno spesi in tutele di sicurezza, in paghe di presidenti segretari e funzionari ai seggi; i militi dell’arma, i ragazzi dell’esercito, i vigili comunali fingeranno austera guardia contro brogli e pasticci; rappresentanti di lista affileranno le armi di un controllo formale a difendere o contrastare un voto a favore oppure contrario; decine di persone dalle loro case, una volta tranquille, si alterneranno nelle scuole orfane di studenti felici per l’atteso giorno di festa o nelle sedi preposte a fungere da start di un prossimo destino; nell’aria un’atmosfera viva e vibrante di attesa serpeggerà sulle spalle di ognuno; ciascuno dei quali pronto in ogni dove e momento a dire la sua ed al litigio, finto e incazzato, contro la stupidità della scelta dell’altro diverso da sé: un paese di ignavia strisciante si anima e vive della luce riflessa di migliaia di offerte che si tradurranno in mille sogni divenuti realtà. Realtà di vecchia data e riconfermate oppure di nuova estrazione alla loro prima esperienza; qualcuna consapevole, qualcun’altra strumento inconsapevole dell’altrui volontà, qualcun'altra ancora diretta espressione di un interesse privato e sottaciuto; pochi quelli espressione vivente del fuoco sacro dell’amor di patria e dell’impegno sociale a concorrere ad un cambiamento da tutti promesso, da molti auspicato, da ancor meno ritenuto possibile, da pochi creduto realizzabile. Un popolo diviso in sessanta milioni di sfumature di grigio accorperà sogni e speranze riunendole in liste più o meno vicine al proprio essere ed avere, alla propria condizione di vita, al proprio personale soggetto. Alcuni cercheranno la simbiosi perfetta di idee e progetto, altri il meno peggio sul mercato, altri ancora una speranza eversiva di ribaltamento totale; nessuno con la chiara certezza di un successo dirimente e soluzione di una battaglia, stanti le condizioni pregresse vigenti e forse future, persa in partenza. Ancora per pochi giorni gli appelli alla coesione ed al voto utile pioveranno da ogni dove in nome di una governabilità fin qui irrealizzata, ma incurantemente diretta allo sfruttamento estremo del sicuro recupero, dell’immaginifica salvezza, della salvaguardia del capitale e della finanza cieca ed egoista, di un bene del paese millantato e inutile se a spese di un popolo morente.
… L’aula seggio è immersa nella luce calda di un sole di mezzo mattino, i vetri leggermente appannati dal respiro degli astanti e degli elettori in fila mostrano una temperatura ancora invernale, nella coda in attesa un bimbo irrequieta l’ambiente: si stacca dalla mano del padre, corre a guardare ognuno, si gira e torna alla mano: “ … tu per chi voti papà .. !?”. “ … per il tuo futuro figlio mio …, per il tuo futuro!”.
Io sto con Ingroia ed anche io voterò per il futuro!.