" ... nel mezzo del cammin di nostra vita … - di Francesco Briganti
Questo post è stato scritto ai tempi in cui il sig. Matteo Renzi era solo un dei sindaci italiani; era una delle tante voci che raccoglievano il disappunto degli italiani ed, in alcuni casi, ne diventavano punto di riferimento; ora, scrivere oggi il saccente " ... io l'avevo detto ... " serve meno che nulla, ma, detto questo, com'è che siamo arrivati dove siamo arrivati?
" ... nel mezzo del cammin di nostra vita …
Firenze è una città bellissima!.
Chi non ci fosse mai stato troverà difficile accettare questa affermazione come un dogma di verità, ma, credetemi, è assolutamente così; ed è una città fatta di particolarità, ciascuna unica nel suo genere e al contempo rara da ritrovare in altri luoghi.
Chi non si fosse mai ritrovato a Piazza Duomo in una serata d’inverno non potrà capire l’immensa nostalgia verso qualsiasi cosa che la cupola del Brunelleschi ispira quando la sua sommità si perde nella nebbia che scende;
chi non fosse mai passato per Piazza della Repubblica in una domenica di primavera non potrebbe immaginare quel pizzicore che si avverte sulla pelle andando verso il Porcellino e Ponte Vecchio;
chi non avesse mai passeggiato sui lungarni in una di quelle serate di pioggia, così strane, limpide o cupe che fossero, in cui l’acqua scende giù così lentamente che quasi non l’avverti se non dopo appena pochi secondi quando, oramai, sei già bagnato fradicio;
chi non l’avesse guardata in tutta la sua maestosa bellezza dall’alto di piazzale Michelangelo o dalla collina di Fiesole o non avesse passeggiato lungo i suoi vicoli attorno alla casa di Dante, non potrà immedesimarsi nell’afflato storico che si ingurgita ad ogni respiro.
Chi non avesse mai visto lo scorrere rabbioso dell’Arno invernale o il suo discendere tranquillo in estate verso il mare , non potrà mai comprendere l’amore e la paura che ispira ai suoi concittadini.
Si, Firenze è una delle città più belle al mondo!.
Firenze è stata genitrice e culla di molte delle caratteristiche che rendono unico questo paese. Fiorentino è il dialetto da cui nasce la lingua italiana; fiorentino è il sommo poeta Dante; fiorentini erano i Guelfi ed i Ghibellini e, nell’ambito dei Guelfi, fiorentina la suddivisione in bianchi e neri. C’è da ricordare che in quel periodo storico i Guelfi erano coloro che prospettavano una supremazia del papato sul dominio laico dell’imperatore, e tra di loro, i neri erano i cosiddetti duri e puri ligi all’ortodossia dell’idea, mentre i bianchi professavano la convinzione che comunque, seppure in subordine, l’imperatore avesse pur sempre una propria valenza e ruolo. Quindi in Firenze, sin da allora, la politica aveva una sua notevole importanza e nell’ambito della politica la disparità di idee ed i giochi sottili con conseguenti trame, agguati di ogni genere, fini nascosti contrapposti ad obiettivi fintamente palesi, erano cose di una quotidianità routinante.
Conoscere questo tratto storico della città di Firenze, serve per comprendere i suoi abitanti, l’evolversi della sua storia, ed anche le vicende dei nostri giorni.
Oggi accade che il signor Matteo Renzi si mostri come colui che predica un rinnovamento della classe politica italiana. Si batte, dice lui, dall’interno del PD per cambiare il partito cui è iscritto: da una posizione, assolutamente legittima, di ex democristiano si lancia in proclami che sembrerebbero uscire dalla bocca di un vetero comunista: tutte cose, a prima impressione, giuste e condivisibili; tutte cose che hanno una loro logica e spiegazione di percorso; tutte cose che tutti quanti noi che vogliamo un cambiamento dello statu quo, vorremmo fossero parte integrante del programma del nostro ideale partito di sinistra.
Star qui a ripeterle sarebbe pleonastico, garantisco che metterei la firma, per quel che questo e per chiunque possa mai valere, sotto ogni parola detta da Matteo Renzi.
EPPURE, eppure io di questo toscanaccio non riesco a fidarmi; non mi fido di quella giovialità fintamente sincera che mi ricorda tanto un ormai vecchio di qualche anno fa; non mi fido di quella acrimonia che spinge non verso un doveroso ricambio della classe politica quanto piuttosto verso una rottamazione funzione di un età anagrafica e non di un demerito politico; non mi fido nel continuo pronunciamento ad un disinteresse alla carica elettiva quando non si può ambire a cambiare le cose senza volerne essere protagonisti; non mi fido, in un momento che vede la sinistra riguadagnare il campo aperto nei confronti di una destra che arretra, perché la sua iniziativa rischia ed anzi sicuramente produce dei danni ad un cammino difficile di unità e comunione di intenti. Non mi fido di uno che per parlare di COSE ISTITUZIONALI si reca in visita nel covo del bunga bunga e NON SEGUE I PERCORSI PREVISTI E LEGITTIMI.
Sono solo, le mie, perplessità di un miscredente deluso dai politici più che dalla politica, ma sono tali da convincermi a farne oggetto di riflessione, e qui ripropongo una domanda già fatta:
“ MA E’ MAI POSSIBILE CHE DA TUTTI SI SENTANO DISCORSI TESI AD UNA NUOVA SINISTRA, TRANNE DA QUELLI CHE LA SINISTRA DOVREBBERO AVERCELA NEL SANGUE?.
Che cacchio ha questo paese? …"