NO intiendo … - di Francesco Briganti
Mi viene difficile capire; io proprio non ci riesco. A Napoli quando qualcuno non capisce o finge di non capire il significato di un insulto di un motto di dileggio o di una vaffa ben chiaro ed esplicito si dice che: “ … fa lo scemo per non andare alla guerra”; e, dunque, o sono io che sono completamente scemo oppure i nostri politici non solo non vogliano andare alla guerra, ma credano in modo pacifico che gli scemi, oltre me, sono tutti i componenti il popolo italiano. “ … nonostante molti non ci credessero abbiamo mangiato il panettone e se (tremate … tremate; ndr) continuiamo a fare bene lo mangeremo anche il prossimo Natale … “; queste le parole che il Letta presidente del coniglio ha detto in uno di quei consessi tra privilegiati, per assunzione, stipendio, incarico e quantaltro, di cui e nei quali la politica si pasce e cresce: l’occasione è stata quella del tradizionale scambio di auguri tra i ”signori” ed i dipendenti di palazzo Chigi.
La cosa che io non capisco è relativa al chiedermi cosa diventa necessario fare, in questo paese, affinché un politico comprenda, capisca, si renda conto che non solo non sta lavorando bene, che non solo non è apprezzato, ma che se addirittura si levasse dai coglioni, lui, il proprio entourage, lo staff conseguente e l’intera colleganza, tutti possibilmente preda di una diarrea a carattere biblico sarebbe festa nazionale?.
Ma l’onorevole Letta, perché crede che le piazze siano invase dai forconi e da quelli del 9 dicembre?; crede forse che costoro oberati dal troppo star bene abbiano deciso di propagandare la loro felice condizione spaccando vetrine e patteggiando amicizie con le forze dell’ordine?
Cosa crede il dr. Letta che il 41% dei giovani, tra l’altro disoccupati, lo sono per amor del dolce far nulla?, o per lascivo ed ozioso libero arbitrio?; non penserà mica che quel dodici per cento di italiani senza lavoro amino la pesca e la caccia o l’hobby del giardinaggio più di quanto amino dar da mangiare alla loro famiglia?; non sarà che gli esodati si lamentano della propria condizione solo perché non sono mai contenti di nulla?; non sarà che i pensionati al minimo e tutti coloro nelle stesse condizioni si giochino i loro averi a tombola ed è per questo che non arrivino a fine mese?
Qual è la lingua che il ns. presidente del consiglio parla correntemente?; di certo non deve essere l’italiano, perché delle due l’una o il tizio è responsabile di un governo che non è quello di questo paese oppure quanto meno non guarda televisioni e non legge i giornali altrimenti saprebbe che più d’uno in questa nazione ambirebbe a fargli gli auguri di persona e con un trasporto amorevole molto, ma molto caloroso.
Il guaio è che anche tutti coloro che lo circondano in realtà devono essere alieni venuti dallo spazio assolutamente avulsi dalla realtà quotidiana in cui sono immersi, altrimenti non si capirebbe come mai, anche di nascosto, anche scrivendogli un sms, anche facendogli uno scarabocchio di disegno qualcosa gli avrebbero detto.
E Renzi?; a me era sembrato parlasse in italiano; un italiano un strascicato, di certo con molta enfasi e con quella deliziosa “c” aspirata tipica dei toscani, ma anche nel suo caso io non devo aver capito nulla giacché o Letta dimostra al mondo che prima era un imbelle ed impotente giocattolo nelle mani di ricattatori incalliti o dimostra ora di esserlo nelle mani del nuovo segretario Pd o ancora, terza ed ultima ipotesi, sta “sfessacchiando” il sindaco fiorentino come ha fatto sin’ora con tutti gli italiani. Vedremo, tanto sperare non costa nulla!.
Stamane ho scritto della inutilità e della insulsaggine dei nostri interventi su face book, ne chiedo scusa a tutti, non perché non fosse in una qualche percentuale, minima e lo dico con piena convinzione, vero, ma perché c’era rabbia e frustrazione nel mio scrivere e non è giusto, non è corretto lasciarsi andare a sentimenti negativi e strettamente personali quando invece si vorrebbe essere di stimolo alla riflessione comune e contribuire fattivamente ad una costruzione di qualcosa di differente dall’essere quotidiano.
Si sbaglia ed io ho sbagliato, ammetterlo credo sia la sola cosa da fare.