NO o SI? … a voi la domanda … - di Francesco Briganti

13.08.2013 14:21

Napoli è una città meravigliosa. I suoi panorami, con il golfo racchiuso dalle sue isole, con il vesuvio alle spalle a farle da sovrano assoluto, con i suoi pini marittimi a svettare nel renderne caratteristici i panorami, con la sua gente stracolma di fantasia e gioia di vivere nonostante problemi atavici o forse proprio per questo, con la sua faciloneria nell’affrontare il domani e nello scordasi lo ieri è assolutamente un progetto riuscito nel cammino imperscrutabile del destino o della volontà divina. POchi conoscono per intero la sua storia. Le sue vicissitudini e le sue origini. La storia di questa città è millenaria; ed è, se non proprio contemporanea, molto vicina, come fondazione, a quella di roma. I suoi fondatori non hanno mai pensato ad inventarsi ascendenze divine o discendenze da eroici guerrieri, perché sono certo che, essi stessi fondatori, sapessero di esserlo degli eroi o sapessero di essere quelle divinità che, stanche dell’ascetismo celeste, scelsero una sorta di paradiso per fissarne la propria dimora e da lì generare una nuova stirpe di umani. L’Immenso catino che raccoglie la verve partenopea è tutto sovrastante una bomba geologica; e lo stesso golfo, a ben guardarlo, sembra, e forse lo è, il residuo della bocca di un supervulcano. I campi flegrei, il bradisismo, le caverne che sottendono la città, sono un altro degli aspetti che possono spiegare il carattere dei napoletani e la loro capacità di arrangiarsi e di prendere la vita come viene, senza mai farne un dramma greco, ma piuttosto sfogando in manifestazioni, anche esagerate, tutto ciò che è magma dell’anima e che non è più possibile lasciare all’interno. NOn tutti i napoletani, per la verità nessuno dei napoletani, è uno scansafatiche o un furbo di tre cotte disposto per il guto e solo per il gusto a prendere in giro gli altri o ad approfittarsi della ingenuità altrui; anzi, il napoletano ha un sacro rispetto per l’ospitalità ed una venerazione per chi desse o, anche solo, mostrasse di avere una considerazione per la città e per i suoi abitanti; su questo e da questo nasce però, poi la rivincita e la rivalsa vero color, e sono tanti nei secoli, che hanno fatto di questo territorio e della sua gente, scempio vilipendio. MERita sempre ricordare queste cose quando si trattasse di argomenti di una certa serietà che facciano riferimenti precisi alla citta ed ai suoi abitanti, anche se questi, sono o vivono oramai lontano e da lungo tempo; perché il napoletano resta tale quand’anche si fosse trasferito in cina o ancora in località più distanti come, che so, ad esempio Roma ed i sette colli o a distanze siderali, come il Quirinale ultimo e più importante dei succitati colli. DA rispettare sono i suoi uomini più illustri; essi hanno segnato la storia con la loro presenza e con le loro azioni; hanno dato lustro e nomea alle arti più varie ed alle scienze più complicate; alla poesia ed alla drammaturgia, alla comicità ed alla filosofia più profonda e più pregna di concetti e di idee capaci di organizzare ed indirizzare l’altrui vita su canali aulici e veleggianti sul mondo creato. Nella politica, poi, gli esempi si contano a centinaia e tra i padri della patria, delle varie patrie nei secoli, i napoletani sono tra i più chiari ed eccelsi. ?? i punti interrogativi sono quello che oggi si pone alla fine di una domanda ben precisa chi guarda alla massima carica dello stato; domanda alla quale io spero, noi tutti si possa rispondere negativamente.