... non si può morire dentro ... - di Francesco Briganti

07.03.2016 08:30

" (...) Il loro obiettivo, però, non era sopprimere il dissenso, quanto piuttosto tenerlo sotto controllo.

La loro metodologia, perfezionata nel corso degli ultimi anni era semplice. C'erano troppe voci in grado di alimentarlo da tenere sotto costante controllo, troppe idee dalle quali da un momento all'altro potevano svilupparsi elementari focolai di opposizione che, da soli, potevano spiccare il volo della rivolta.

Per questo piazzarono reti di interruttori per tutto il panorama politico, disseminando artefatti di catalizzazione dalle più varie sfaccettature, di modo che ciascuna di esse, prima o poi, all'uno o all'altro si sarebbe fusa; al tempo stesso, però, non erano progettati per assumere una vita propria. Dovevano essere allettanti, ma non troppo.

I catalizzatori rimanevano dormienti sino al momento del bisogno, sino a quando quella particolare sfaccettatura, quella particolare contingenza sociale, non andava assumendo contorni troppo condivisi e tali da divenire preoccupante per numero e manifestazioni.

Dopo di che essi si attivavano cooptando e fagocitando la nascente emergenza fino a normalizzarla e calmierarla ai criteri del sistema. (...) .
(Libera trasposizione da Redemption Ark di A. Reynolds; ndr).

Quando un sistema vira verso la disfatta della democrazia e, prima di assumere il proprio vero aspetto, tende a far sì che la maggioranza dei suoi fruitori abbia la più ampia sensazione possibile di libertà, fino ad arrivare, a volte, all'anarchia più simile al concetto ideale della stessa al fine di indurre il desiderio dell'ordine e del personaggio forte ad imporlo ed a farlo rispettare, è allora che scatta l'allarme.

Quando un sistema volesse fare dell'egoismo e del malaffare la propria fonte di sostentamento avrebbe necessità di diffondere la percezione che tale tipo di comportamento fosse il più diffuso ed il più frequentato tra la maggioranza dei cittadini, di modo che, ognuno di essi tendesse ad adeguarvisi onde restare poi immobile e colpevolmente complice ad ogni estremizzazione messa in opera dal sistema per sé stesso.

Quando un sistema, politico, sociale, religioso, sentisse di essere alla fine della propria esistenza o, viceversa, di non essere ancora pronto al controllo totale della situazione, il passo assolutamente da fare sarebbe quello di minare lentamente, ma continuamente tutte quelle tutele e quei contro poteri ad ostacolarne l'obiettivo finale, di modo che al momento giusto non ci fossero eccessivi, per quanto calcolati, danni collaterali.

Per far tutto questo ad una sistema con siffatti andamenti e siffatte intenzioni mancherebbe ancora soltanto una finta opposizione capace di controllare, dividendo e raggruppando in mille rivoli diversi, ognuna e tutte quelle voci ad allertare affinché ciascuna e tutte finissero nel deserto della inazione e della inutilità fattiva, dando sterile sfogo ad acquisire, nient'altro, che contentini di piccolo calibro a far da valvola di contenimento.

Quando tutte queste condizioni fossero sotto gli occhi di tutti, sulla bocca di tutti, nell'ascolto di ognuno senza che nulla cambiasse dall'immediato futuro a quello più lontano e programmabile, allora non potreste sbagliare ...

vi trovereste in Italia!.