… o che bel castello … - di Francesco Briganti

25.11.2015 09:51

Lo stato islamico è come la padania è, cioè, qualcosa che non esiste. Una mattina dei fuoriusciti dalle alleanze messe in piedi dalla politica degli interessi misti, geografici, finanziari, espansionisti, difensivisti, esportanti democrazia, eliminanti democrazia, in un solo concetto” interessimaiafarsiicazzipropri”, si sono riuniti sotto una palma e, guardandosi negli occhi mentre sorseggiavano un thè nel deserto e masticavano un dattero, si sono detti: “ … sai che c’è?, questi vengono qui, ci danno quattro dinari, si beccano tutto ciò che possono, ci fanno fare la parte dei macellai, contro questo e contro quello, poi, a tasche piene, se ne vanno insalutati ospiti e ci lasciano nella merda!. Allora, arisaichec’è?, facciamo così, merda per merda, teniamoci la nostra e proviamo ad esportargliene un pochino! “.

Le armi le avevano, siamo bravi a distribuire strumenti di morte, l’addestramento era dei migliori, siamo bravi anche in questo, il fanatismo era la regola, se no col cazzo che ci stavano a sentire, le zone dove operavano erano stracolme di fessi e deboli, se no col cazzo che chiunque vi avrebbe messo piede, e, quindi fatta di ogni occasione un fascio di opportunità hanno preso a millantare una rivolta contro il demonio occidentale, contro l’invasore capitalista, contro l’infedele troppo stupido per convertirsi all’unica vera religione, contro chiunque non fosse come loro. Il grilletto era facile da premere, una gola non oppone eccessiva resistenza, qualche litro di benzina per bruciare questo o quello non costava poi molto e quindi hanno inaugurato l’orchestra sinfonica del “ dagliaddossocheadessocifacciamoduerisate”.

Dai piedi di quella iconoclastica palma sono partite le prime sperimentazioni di una guerra sottile; qualche attentatuccio un po’ qui ed un po’ là, qualche assalto ad un corpo diplomatico e così, crescendo in maestria ed in autostima, quei cammellieri, patrioti della domenica e difensori della fede a tempo perso, sono passati agli edifici da abbattere, agli aerei kamikaze, alla conquista dei territori, alle stragi senza più distinguere tra colpevoli ed innocenti, tra pacifisti e guerrafondai, tra amici e nemici, giacché hanno capito che finché c’è casino tutti hanno ragione e nessuno ha torto o, alla peggio, tutti hanno torto e nessuno ha ragione: in fondo, un po’ come succede in Italia dove uno stronzo qualunque, capita la situazione, ha detto: “ … vuoi vedere che anche io riesco a farmi sopra tutto i cazzi miei?”.

Riuscendoci, gli uni e l’altro!.

Perciò gli amici sono diventati nemici rimanendo amici di nemici che, però, sono alleati di quelli che erano nemici diventati amici dato che combattono contro quegli amici diventati nemici; le pallottole volano senza una direzione precisa, le bombe scoppiano sulla testa dei soliti fessi, i missili perdono l’intelligenza nel mentre che volano verso il bersaglio, quelli che attaccano si devono difendere e queli che si devono difendere perché attaccati saltano in aria assieme a chi si difende attaccando e attacca difendendosi in una bolgia di suoni, chiacchiere, boati, urla, dolore, pietà sprecata e sperticata, lacerazioni, arti a volare, teste a cadere, carni a bruciare, funerali di stato, commozioni a strafottere, commenti pur che siano, vanaglorie nate dal nulle, ma esibite come fossero medaglie al valore.

Lo zibaldone dello stupidario uman-popolare, nel senso del popolo beota e credulone, si riempie di auliche cronache, del coraggio di questo e di quello, della crudeltà di quegli e di quegli altri, delle ragioni e dei torti a prescindere, dei disperati rammarichi per i monumenti distrutti, di reprimende assassine verso chi non è d’accordo non importa su cosa non è d’accordo, nel mentre contemporaneo in cui tutti sono tutto, sanno di tutto, sono pronti a tutto purchè non si esca di casa e nessuno venga a rompere i coglioni all’uscio, giacché: “ … OH!, finché si scherza si scherza, ma se dobbiamo fare sul serio, allora, un attimo di pazienza che al momento CI HO DA FARE … !”.

E QUESTO E’!. Un festival globale verso un domani che era già ieri, ieri l’altro. Non si impara mai nulla se non le strade migliori, sic!, per peggiorare ogni cosa; tanto sai che c’è, di una cosa si deve pur morire e, dunque, perché non farlo squarciati di amare, sardoniche, ironiche, eresiache risate?.

… marcondirondirondello … .