… O X I 2 la vendetta … - di Francesco Briganti

06.07.2015 09:51

Checché ne dica l’Europa; checché ne dicano i “NOisti” dell’ultima ora o quelli del salto sul carro del vincitore o anche quelli antesignani e della prima ora o ancora quelli a varia tendenza conveniente, il risultato del referendum greco, se fosse rapportabile ad una partita di calcio, sarebbe Grecia Resto del mondo tanto a zero. Vediamone i perché:

A) Non esistono altri vincitori se non Tsipras, la propria coalizione, e quella parte del popolo greco che, raddoppiandone la percentuale di voti, ne ha sancito la giustezza di una linea di condotta e nel senso della democraticità, ricorso al referendum, e nella direzione di marcia, basta alla dittatura monetaria di un una finanza orfana di avi e sterile di progenie.

B) Ci sta, come disse una volta un grasso allenatore di calcio, che un terzo di una popolazione sia composto da ignoranti, la gran parte, da imbecilli, buona parte, e da capitalisti di merda, la solita piccolissima ed egoistica parte intrallazzatrice ed abbuffina; quello che non ci sta è che a quella parte, più o meno grande nel resto del mondo, si lasci il controllo ed il dominio su ogni cosa del resto.

C) Quindi tutti gli altri hanno perso; a cominciare da quella Italia e quegli italiani, nessuno escluso quale che ne sia la partecipazione, passionale o interessata, alla vittoria in quanto spettatori e comparse in una battaglia che non rappresenta la fine di una guerra, ma il suo inizio; essa sarà lunga, sanguinosa, in tutti i sensi, e definitiva.

D) Occorrerà, infatti, battersi al ultimo sangue affinché la voce di ogni popolo, ma e per quanto ci riguarda, di ogni cittadino onesto e dotato di dignità, riconquisti il diritto a scegliersi i propri rappresentanti senza imposizione alcuna dal alto e senza che questo venga dettato da leggi sovra nazionali o da fantomatici Fuhrer che scambino un culo che fa provincia per fortuna sfacciata.

E) Occorrerà, dunque, una primigenia lotta ad un garantismo elettorale che sia scevro da giochi di potere e da sotterfugi sul tipo del governo tecnico, del governo del presidente, del governo di salute pubblica o del patto del nazareno; c’è bisogno della massima rappresentatività in cui ogni anima, differente pur che sia, possa federarsi con le simili e con quelle correre l’alea di una votazione e poi, in quota percentuale concorrere a formare un governo la cui linea ed il cui programma non sarà soggetto a ricatti ulteriori perché sottoscritto da una adesione precedente al voto.

Questa premessa epilogo è necessaria per ricordare alla mia parte politica, quella sinistra vera, quella sparpagliata in mille inutili rivoli, quella dai mille ras di quartiere, più capi banda che politici, che i personalismi e le divisioni del secolo scorso, non sono più né attuali, né funzionali ad una difesa e né ad un contrasto verso un potere che, come si è visto, si bea della massima astensione, ed anzi la incentiva, per riuscire a fare i soliti propri sporchi interessi.

Quelle divisioni di cui sopra, ed ancora, avvantaggiano la vittoria o comunque la vanagloria di chi raccoglie attorno a sé lo scontento, la delusione, lo schifo verso una politica che è solo affare e nessuna costruzione; lasciano campo libero a chi accredita una trasversalità, impossibile nei fatti a costruire per quanto utile possa essere ad una distruzione, fantascientifica e non reale viste le differenti soluzioni che già solo due persone, mettiamo un povero ed uno meno, darebbero allo stesso problema.

Quelle divisioni devono cessare; possono essere punti di discussione e di confronto anche duro, ma comunque solidali ad un progetto che veda nella propria essenza quella difesa ad oltranza, quel attacco ad un sistema sbagliato, quella proposta di soluzione ad un problema, quella fonte di fiducia per tutti coloro che, oggi, o se ne vanno al mare oppure si affidano a cialtroni alla Salvini o a immaginifici profeti del 2090.

E’ ora, il momento di una dirimente assemblea causale, a cominciare da quel Landini, onestuomo alla Tsipras, il cui ingresso in politica, checché ne dica la Camusso, altra vetero non so cosa, è diventato urgente e aggregante per la nascita di una formazione capace di incidere e di essere forza reale, con larga base sul territorio, genitrice di un folto gruppo parlamentare. In “questopaese”, non più nostro paese, si sta giocando, oramai da quasi quattro anni, una partita ben più ampia ed internazionale che lo stesso Tsipras ha individuato e, per ora, bloccato: quella che voleva vedere un signore al comando e tutti gli altri relegati, a vario grado, al ruolo di VASSALLI, VALVASSINI E VALVASSORI.

Solo se comprendiamo e facciamo nostre queste considerazioni e per esse, da subito, tutti, almeno quelli della mia parte, quelli interessati ad un bene comune e generale, quelli che non giudicano un proprio miserabile orticello più importante della vita di un uomo, combatteranno si potrà sperare di cambiare una direzione che …

almeno finora, ha fatto più morti di una pestilenza!.