“ Ooh ... il mio amico Ciarli … Ciarli Braun …” - di Francesco Briganti

08.09.2013 08:04

Ci sono, in questo paese, delle cose intoccabili: il ragù napoletano, il risotto alla milanese, il caciucco livornese e questo solo per restare nella culinaria;sono intoccabili anche le regole del tressette, ad esempio, oppure alcune manifestazioni folcloristiche come, chessò?!?, piedi grotta a Napoli,, la rificolona a firenze, il carnevale di Viareggio e quello di Venezia; oppure, nel campo dell’imprenditoria seria e privata, ai primi posti al mondo per fatturato e danni collaterali, lo sono la mafia, la ‘ndrangheta, la camorra. Intoccabile lo è la politica o meglio la gestione che della politica (etica della polis alias buon governo della città, questo significava in origine questa parola) si fa; lo è la cristallina onestà dei politici, politicanti sarebbe meglio, ma non infieriamo, i quali sono onesti o tali continuano a credersi a prescindere da qualsiasi giudizio finale: terzo, quarto, supremo, divino che sia; lo è, infine, la condizione di un popolo che per la sua gran parte, il novanta per cento dicono le statistiche, si divide il 55% della ricchezza mentre la restante parte è nelle mani dell’altro dieci. Ora, fino a che quella parte toccata in sorte al popolo dava di che vivere, “vabbé, amen! Transit (transeat; ndr)” come diceva quel concessionario Ford; ma da quando quel dieci per cento ha continuato ad accrescere la propria fortuna e quel novanta ha, al contrario, visto diminuire, giorno dopo giorno, il suo potere di vita e di conseguenza la qualità della stessa, ecco che, qualcosa sarebbe dovuta cambiare. Così non è stato e, dunque, ecco perché la condizione di vita di un popolo è finita alla pari delle regole del tressette o della mafia o di un banalissimo ragù. Oggi è domenica, e se persino il Padreterno il settimo giorno si riposò, mi pare logico pensare che anche gli italiani, almeno oggi, siano stufi di sentirsi ripetere che stanno male, che sono degli imbelli e sottomessi schiavi di un potere mangiapane a tradimento, che sono dei perenni auto illusi dalle chiacchiere di questo e di quello, che si meritano anche di peggio e così via; da parte mia, di certo, mi sono rotto i cabbasisi di montalbana memoria a star qui a scrivere di ladri, di puttanieri, di voltagabbana, di sindrome di stoccolma, di Kapò e di caporali; di “assapora deretani” e di prostitute genetiche le cui foto sono parimenti nelle cabine dei camion, nude, e nelle foto, paludate, ricordo nei ministeri; nonché di chi potrebbe e non vuole, di chi vorrebbe e non sa, di quei rivoluzionari da baraccone i quali “ andate avanti voi … che io vi tengo sott’occhio e nel frattempo non ordino, ma decido chi caccio!”. Avrei, perciò, stamane, neanche aperto il pc; ma, ieri, mi è capitato di vedere il mio amico Obama, siamo come “gianniepinotto” (hi,hi,hi) andavamo all’High School assieme, fare un Messaggio alla Nazione; ha parlato del ruolo dell’America, di come essa sia obbligata a “punire” Assad, altro bel pezzo di … Siria, di come la difesa cominci dall’attacco e così via mostrando al suo Popolo ed al Mondo tutte le sue ragioni; insomma il solito “parolare” di un Politico che cianciando di massimi sistemi vuole giustificare l’ennesima porcheria. A squola (embeh!, questo mi hanno insegnato) io glie lo dicevo sempre : “ Obà, tu pensi poco e ti fai fottere dalla fretta …”; ma tant’è e quindi tra un po’ ci toccherà far finta di piangere sui milioni di morti che verranno. Dicevamo del Messaggio alla Nazione ed è stata proprio questa la molla che mi ha spinto a rompervi le scatole (losò, losò: lic.poet.; ndr.); ho ripensato ad un altro messaggio ad un’altra nazione e ad un altro popolo. La differenza è già chiara e dettata dall’uso del maiuscolo e del minuscolo, ma voglio precisarla e sotto lienarla immaginando i contenuti del secondo: “ … io sono un gentiluomo, perseguitato dai quei comunisti travestiti da giudici … eccihù pilupetutti!” e giù, a reti unificate, scroscianti applausi frammisti a bestemmie oscene equamente ripartite fra pro e contro; tutti, comunque e inesorabilmente, me compreso, IMBECILLI. Ed allora beccatevi anche questa solfa domenicale di uno che oltre alla sventura di essere italiano, pensa ancora, si illude ancora, che in questo paese si potrebbe fare il ragù alla milanese ed il risotto alla napoletana … basterebbe volerlo!; ma si continua a seguire quel che, a proposito del tressette, diceva il suo inventore, tal Chitarrella: “ quando non sai che fare, gioca a coppe … “. E qui non son più coppe, ma fiori: CRISANTEMI!.
P.s. CHARLIE BROWN ... è così che si scrive!.