PALERMO OGGI - di Giovanna Tiziana Maida

25.12.2012 01:27

“É città greca per le sue origini, per la sua luce, per le metopi del suo museo,degne di quelle di Olimpia. É romana per il ricordo delle sue lotte contro Cartagine e per i mosaici di villa Bonanno. É araba per le piccole cupole di alcune sue chiese, eredi delle moschee. É francese per la dinastia degli Hauteville che la abbellirono. É tedesca per la tomba degli Hohenstaufen. E’ spagnola per Carlo V. È inglese per Nelson e Lady Hamilton”

(Roger Peyrefitte, Dal Vesuvio all’Etna, 1986)

 

Ho dimenticato la bellezza della mia città sommersa dai rifiuti!

L’ estate scorsa ho ospitato degli amici francesi e sapete cosa guardavano? La poubelle, la spazzatura, invece di guardare i nostri palazzi storici e le strade marmoree del centro.

Il nostro centro, nonostante gli sforzi fatti è abbandonato a se stesso, a parte qualche episodio di restauro è ancora in balia del degrado, sotto gli occhi di tutti. Siamo il centro storico più grande d’Italia, non avremmo niente da invidiare a città come Firenze o Roma, ma pare che nessuno se ne sia mai accorto.

Non esco più la sera. Per me Palermo non è più sicura come una volta, andate a farvi un giro alle 20:30 nei pressi della Stazione Centrale: vedrete extracomunitari barboni che si addormentano sotto i portici, qualche povero pazzo (e non per scherzo) che ti aggredisce verbalmente perché nella sua testa sovrappone la tua immagina a quella di chissà chi, e tenta di afferrarti per portarti a casa, mentre il servizio di sorveglianza della stazione non capisce cosa accade. O peggio, girate per i vicoli e le piazze della “movida” palermitana. Lì ho visto il peggior degrado: quello sociale. Ho visto i nostri giovani bere a spugna e poi litigare fra loro per una battuta o per un gesto frainteso, bellissime ragazze con il loro drink, il terzo, quarto della serata, traballare sui loro tacchi e cadere per strada e urlare a chi gli sta accanto tutta la frustrazione che nasce da una profonda crisi dei valori.

Ed uso i mezzi pubblici per spostarmi perché credo nella città sostenibile, ma Palermo non lo è.

Quelle che dovrebbero essere le corsie preferenziali sono occupate dalle vetture dei soliti furbi, e anche le carreggiate delle strade più grandi vengono ridotte a una corsia a causa delle doppie e triple file. I vigili urbani sono inesistenti, quando ci sono fanno la loro multa, ma non cambia nulla. L’indomani è tutto come prima… E vengono a mancare gli spazi di passaggio per donne con passeggino o per amici invalidi che con le loro carrozzelle non hanno spazio di deambulazione per la città. Sono state realizzate delle piste ciclabili che solo in pochi usano e che attraversano la città solo marginalmente, insufficienti e spesso anche loro ingombrate da moto e auto posteggiate. Perché non possiamo fare quattro passi a piedi per raggiungere un negozio? Si rovinano forse le suole delle scarpe? I nostri spazi urbani sono gestiti male, si è parlato tanto di verde pubblico… Ma cos’è, dov’è il verde pubblico? Abbandonato all’incuria di noi stessi.

C’è stato un periodo del mio passato più recente in cui posteggiavo la mia auto al parcheggio di piazza Magione… Vedevo ogni mattina un tappeto di vetro e lattine e una squadra di netturbini che pazientemente faceva il suo lavoro, (spesso senza stipendio), e dopo innaffiava il prato, grande occasione persa per dare a Palermo un bel giardino, come ce ne sono altri, in un luogo in cui durante il Medioevo sorgevano orti e vigne.

Oggi Palermo è tutto questo, città di conflitti dove è anche “vietato morire”. Mio padre è morto 10 anni fa, già allora l’emergenza cimiteri a Palermo era alta. Ancora oggi, quando un nostro caro viene a mancare ci si scontra oltre che con il dolore della perdita anche con lo sconcerto di arrivare al nostro cimitero comunale e sentirsi dire “Non c’è posto”!

La salma del caro congiunto viene riposta in una delle sale all’entrata dei Rotoli, in attesa di degna sepoltura. Se va bene, entro un mese si riesce a trovar qualcosa, ma il più delle volte è l’inizio di un altro calvario che va avanti per anni. La salma viene riposta in un campo temporaneo per l’essicazione, dopo 6 anni, se il processo è avvenuto correttamente, i resti mortali vengono spostati in un ossario, ma può capitare che la salma, ancora in buone condizioni debba essere spostata in un altro campo ancora. La salma di mio padre è stata spostata 2 volte, in attesa di potergli dare una degna sepoltura definitiva… Ma poi non c’è nemmeno spazio da destinare alle cellette ossario e cosa succede? Devi andare in un altro cimitero a richiedere ed acquistare la suddetta celletta ossario, se va bene, ovviamente! Potresti anche non poterti permettere la “spesa” perché “è cara”.

 

Si dice che un paese è civile se può coltivare i fiori e seppellire i propri morti. Siamo veramente così incivili?

Eppure passeggiando per la nostra città non puoi non incantarti di fronte a quello scorcio così particolare a cui non avevi mai fatti caso prima, o fermarti di fronte alla villa a Mare di prima mattina, quando il sole si sta alzando e veder di fronte a te una delle bellissime navi che attraversano il tratto d’acqua che abbiamo davanti. Io amo la mia città e mi fa male vederla così mal ridotta, ancora con ferite aperte, a volte sanguinante.

Ma sono qui, sono stata in Francia per qualche mese e quando sono ritornata la luce che vedevo mi riempiva il cuore di gioia. La mia speranza per il futuro è che si possa veramente dare nuova linfa a questa città: incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti, educando i cittadini al rispetto dell’ambiente, continuare in maniera seria il risanamento del nostro centro storico educando alla cultura chi ci sta intorno, incrementare i mezzi pubblici, migliorare le infrastrutture, curare maggiormente il nostro verde, dare maggiori opportunità a ai giovani e tentare di risolvere l’annoso problema dei cimiteri a Palermo… Da anni sento parlare di un nuovo cimitero, ma poi tutto tace e siamo sempre nelle stessa situazione.

Arch. Giovanna Maida
(35 anni e ancora in bilico professionalmente)