… “PANTA REI “ ovvero: tutto scorre … - di Francesco Briganti
Io sono seccante, ripetitivo, qualche volta, alcuni dicono spesso, prolisso, fumino e di fatto per carattere, per età ed esperienze incazzoso, irriverente e da quando ho finalmente capito come vanno le cose in genere ed in Italia in particolare, cioè da molto tempo, parecchio anarchico.
Capisco, però, che la mia è una posizione del tutto personale; comprendo che essere cinici ed intransigenti come credo di esserlo io, è un difetto e non un pregio; so che sessantadue anni di traversie, gioie e dolori, hanno lasciato il segno sulla mia pelle, nella mia mente e, quindi, condizionano il mio essere quotidiano ed il mio futuro. Riconosco, dunque, che parlare di rivoluzione e di lotta continua ad un sistema che non sia solo chiacchiere ed urla ai mulini a vento non è cosa da tutti o per tutti; considerato tutto questo faccio di necessità virtù e, fattamene una ragione, ho deciso che non mi incazzo più pensando ad un popolo sbatacchiato in tutti modi, senza alcun riguardo, a dispetto di ogni e qualsiasi dignità. Un popolo che ovilmente accetta ogni cosa senza ribellarsi se non, appunto, affidandosi a ciarlatani da melodramma o ad uomini della provvidenza o, quando altro non ci fosse, ai lamenti postati su di un network o ululati alla luna: questo mio ne è un esempio!.
Ho dalla mia il vantaggio degli oltre sessantanni. Il tempo che mi resta da vivere, per quanto lontano possa essere il mio redde rationem, è oramai definito ed in via di conto alla rovescia. Pensateci, con i tempi che caratterizzano la giustizia italiana, qualsiasi cosa facessi di sovversivo o di guerra guerreggiata ad uno stato infingardo e grassatore sarebbe difficile che, se scoperto, ne potessi concretamente pagare il fio. Certo, dovrei ricorrere ai migliori avvocati, impegnare i miei risparmi, avercene!, ricorrere a tutte quelle sottigliezze legali, a quei cavilli, a quelle leggi e leggine che fatte per i soliti noti, potrebbero per una volta servire a qualcuno che si batte per la giustizia e non per il crimine legalizzato, ma alla fine, almeno, mi sarei tolto una soddisfazione.
Mi affianca la mia tendenza all’anarchia: non ho più alcun rispetto per l’autorità costituita intesa come persone e non come Istituzione. La gran parte degli “onorevoli”, dei grand commis della burocrazia, dei funzionari, dei medi e dei piccoli travet, di tutti quelli che ne hanno una possibilità, presentano una sola caratteristica comune: quella di tutelare i propri personali interessi. Oramai non fingono più nemmeno di occuparsi della cosa pubblica e quando lo fanno, fingere, si vede lontano un anno luce, che si arrabattano, che nel loro dire l’arzigogolo costituisce il 90% del tutto, che hanno la testa altrove e che vivono quel momento pubblico come un disagio fastidioso seppur doveroso. Quando se ne trovasse uno onesto, uno che avrebbe voglia di impegnarsi seriamente, uno che veda il proprio incarico come un servizio ecco che, prima o poi, sarà isolato, escluso ed il tipo finirà per non contare niente alla fine adeguandosi o arrendendosi rassegnarsi e rinunciare. Il dato triste e drammatico è che sempre più persone guardano a questa situazione e sempre meno vedono soluzioni possibili o alternative tanto che ancor meno si industriano per cercarle e trovarle andando ad arricchire la pletora dei: “ … ma sì, fate quel che cacchio vi pare …” .
Sì, a pensarci, forse, il futuro di questo paese potrei essere io e quelli che, come me, si sono resi conto che per tornare a dare un senso alle cose occorre prenderle sul serio le cose. Occorre smettere di pensare che qualcun altro prima o poi farà, occorre assumersi quelle responsabilità dalle quali ci hanno fatto credere bisognava allontanarsi giacché eleggevamo a questo dei validi e coscienziosi ed eroici e votati al sacrificio sostituti.
Sì, a pensarci su, io dovrei smettere di chiedermi perché i giovani non si organizzano e non si pongono con piglio deciso e battagliero nei confronti di questa società e di questo stato; loro hanno una vita davanti e non possono rischiare il quotidiano e/o l’immediato ed il medio futuro in nome di un futuro forse e comunque immutabile.
Sì, a pensarci su, potrebbe essere questa la soluzione: la rivoluzione delle cariatidi!; petto in fuori e chioma canuta al vento, avercela!, marciare incontro alla storia ed al destino.
Si, a pensarci su …, ma non c’è fretta!.