Parliamo di credito … - di Francesco Briganti

14.11.2013 08:17

Vorrei raccontare una storia; una storia che potrebbe essere la mia, o di moltissimi tra Voi; la riporto perché credo possa tornare utile per sapere come comportarsi nel caso ci si trovasse in condizioni uguali o anche solo simili. Mario Rossi imprenditore, ha un’impresa commerciale; ha un suo parco clienti, tutti più o meno solvibili, ha un affidamento in una banca, da quattordici anni sempre la stessa, intrattenendo con esso istituto quel rapporto normalizzato e proprio di questi tempi. Per normalizzato si intenda qualche sconfino, qualche ritardo nei pagamenti, incorrendo così in qualche richiamo, più che altro formale, che viene dalla sede centrale. Si dica che il nostro Mario per ottenere fiducia dalla “sua” banca ha dovuto presentare solide e valide garanzie per somme ben superiori al fido stesso; è, comunque, persona per bene, non trascura mai di mantenere ciò che dice e ritenendo degno di fiducia l’istituto, di cui è anche piccolissimo azionista, non ne ha mai controllato o discusso i tassi di interesse né gli addebiti di spesa limitandosi ad andare ad occhio per quanto riguarda il saldo in positivo o in negativo del proprio conto corrente. Negli ultimi tempi, l’istituto affidante, diciamo si chiamasse Banca Taldeitali, ha cominciato a non corrispondere, ricambiandolo, il rispetto e la correttezza che il Rossi ha dimostrato in quattordici anni di relazione finanziaria; qualche vessazione improvvisa, qualche dimenticato rispetto di scadenze in assenza di copertura immediata, richiami spesso ripetuti a distanze temporali sempre più brevi, il tutto nonostante non vi siano cambiamenti sostanziali o patologici nel rapporto intercorrente fino a giungere all’improvviso blocco del conto corrente con l’imposizione del fermo di ogni operazione e la richiesta immediata di rientro della scopertura affidata. Mario, che è persona per bene, ma che è anche persona che sa leggere i segnali della vita, ha quasi da subito e per tempo provveduto a far controllare da una struttura qualificata tutti i suoi estratti conto ed ha scoperto che la banca, forse tranquillizzata dal suo mai protestare, gli ha fatto firmare delle condizioni che esulano dal normale e che in alcuni casi superano per buona parte quelli che sono i tassi normali arrivando ad esistere come tassi che la legge considera usurari. Mario ha minacciato, quindi, attraverso i canali ufficiali e previsti per legge,di far causa alla banca e senza arrivare a tanto non solo è stato dall’istituto dispensato dal rientro immediato dello scoperto, ma ed inoltre si è visto riconteggiare gli interessi, ne ha ricevuto buona parte indietro e poi azzerato il fido ha cambiato Istituto. Partendo dall’assioma che CHI PECORA SI FA IL LUPO SE LA MANGIA, da questa storia traiamo qualche insegnamento: a) adoperare il meno possibile carte di credito o carta ricaricabili, che siano a saldo totale prefissato a fine mese o rateale poco importa, se prima non si è certi di quali sono i tassi di interesse debitori e che gli stessi non superino quelli previsti dalla legge; non lasciarsi mai irretire da proposte di fidi o di prestiti a fronte dei quali non si ha ben chiaro il costo, quindi controllandone i tassi debitori; controllare sempre almeno ogni due mesi l’andamento dei tassi debitori e delle spese relative al proprio conto corrente e/o all’utilizzo dello scoperto di c/c e meglio ancora sarebbe contrattarle bene all’inizio richiedendo e per iscritto di avere con r/r/r ogni e qualunque variazione relativa; mai e poi mai, se solo è possibile, dare ipoteche o offrire come garanzie totali ciò che si possiede, ricordando che ogni rivalsa nei Vostri confronti non è mai automatica, ma deve essere sancita da un tribunale e che, comunque ad essa e sempre si può controbattere con una opposizione formale che dilata i tempi e vi pone alla pari della controparte; non fidarsi mai, infine, di nessun funzionario di banca, fosse anche il più gioviale e sorridente tra gli amiconi, ricordando sempre che egli occupa il posto che occupa esclusivamente per guadagnare il proprio stipendio e che lo guadagnerà solo se farà come cosa principale gli interessi della banca stessa. Ma se, tuttavia, vi trovaste nelle condizioni in cui si è trovato il nostro Mario Rossi, non esitate mai a far la voce grossa, non sentitevi in colpa se non lo siete e non lasciate mai che vi facciano sentire come fruitori di una cortesia o di un favoritismo perché il servizio (Sic!) che avete ricevuto o state per ricevere lo avete pagato molto profumatamente o lo farete. Dunque e per concludere il rapporto intercorrente da ciascuno di noi con gli istituti di credito, quale sia la loro forma, assetto o struttura è sempre regolato da norme ben precise e chiare sta, come al solito e come tutto in questo paese, a noi stessi vigilare affinché nessuno faccia il furbo ci raggiri impunemente; QUINDI FOSSI IN VOI, domani mattina io controllerei bene il mio conto corrente, le coordinate della mia carta di credito paragonandone le condizioni strutturali con quanto prevede la legge e se ricontrassi qualcosa di poco chiaro mi rivolgerei o ad una associazione consumatori o ad un legale; di soldi dalla tasca già ce ne tolgono troppi per continuare a fare, qualora lo avessimo fatto, gli scemi volontari del quartiere.