… pasquetta, ovvero … - di Francesco Briganti

06.04.2015 09:56

Mi capita, qualche volta, di parlare con la musica che ascolto. Di solito sono brani dei mie tempi, pezzi con i quali sono cresciuto, che hanno accompagnato la mia giovinezza come la colonna sonora dà tono e significato ad un film. Mi illudo che chi ascolta o chi mette il proprio aderire ne segue il filo logico che cerco di esprimere scegliendo un autore, un esecutore, un determinato testo le cui parole, anche se in lingua straniera, hanno comunque un senso compiuto se ascoltate e soppesate: la musica è, come canta Bocelli, senza la musica la vita stessa avrebbe un significato diverso.

Parlare con gli altri, rendere in qualche modo sé stessi spesso, almeno nel mio caso, non è una forma di altruismo, è piuttosto una forma di estremo egoismo; è il liberarsi da un senso di oppressione e di solitudine che prescinde dalla compagnia presente e dal affetto di cui si è circondati; è il ricercare quel contatto extra sensoriale che trascende il rapporto materiale per una comunione che sia la più ampia e nutriente possibile; è, per me, l’equivalente del camminare su di un bagnasciuga in una mattina d’inverno, il guardare un’alba o un tramonto, l’affacciarsi ad una finestra per respirare profondamente quell’aria che improvvisamente e senza ragione ti sembra venga a mancare.

Mi stupisco ogni volta di più quando, leggendo gli interventi di ognuno su questo social network, ne percepisco l’estrema frustrazione e la rabbia sanguigna, non già e non solo per una situazione sociale, economica e politica che da sole basterebbero lasciandone d’avanzo, ma e sopra tutto, per quella inconfessata, anche al proprio io profondo, impotenza a riscattare ogni cosa; per quella rassegnazione celata e camuffata al tempo stesso dalla imprecazione più greve o dallo sdegno più sincero; per quella noia diventata schifosa abitudine al peggio sempre in attesa, senza più meraviglia, di un peggio peggiore.

Eppure, ciascuno di noi ha un carattere ed una forza che, anche da sole e da soli, basterebbero a scalciare ed a dare scossoni violenti e da scala Richter ad un sistema che conta solo sulla altrui depressione indotta per mantenersi sempre uguale a sé stesso nel mietere vittime ogni giorno le stesse ed quotidianamente in aumento. Televisioni e giornali, questo social, gli altri in 140 caratteri o quelli appositi per immagini e foto/video racconti, non sono altro che quella valvola di ritegno necessaria a che la pressione sia avvertita, ma non raggiunga mai la taratura di una esplosione: il sistema, infatti, ha bisogno di energia vitale da succhiare oltre che di forza fisica da sfruttare, senza entrambe perderebbe il gusto dell’esistenza avendo già, ed ampiamente, quel tutto materiale a cui non ha proprio nessun senso compiuto, pur se continuamente aggiunto, aggiungerne dell’altro.

E’ per questo che si alimenta di continuo il calore sotto cenere ed al tempo stesso si provvede a tenere costante la quantità di cenere a coprire, riuscendo nel sottile equilibrio che impedisce a fuochi violenti di divampare e di incendiare ogni cosa.

E’ per questo che improvvisamente nascono santoni a catalizzare, infruttuosamente nei fatti, le urla alla luna e gli ululati più estremi.

E' per questo che si tenta, riuscendoci, in ogni modo di sputtanare e deridere quelle iniziative che se compiute potrebbero davvero sconquassare un sistema.

E' per questo che si lascia dire a tutti ed a ciascuno qualsiasi cosa ad offendere e a denigrare senza che nessuno di quelli colpiti si preoccupi mai di chiederne conto.

E’ per questo che “questostato” non è uno stato e “questopaese” non è una nazione e “questopopolo” è un non popolo, ma tutte ed ognuna sono solo un’accozzaglia di singole comparse in una recita scritta per altri, mal recitata e ancor peggio recepita.

Oggi è il giorno delle gite fuori porta,ma in fondo non è che un giorno come un altro e come da uso e costume, come ad abitudine alle sempiterne facezie, ebbene, divertiamoci partecipati e convinti e facciamo, pure finta che non sia che una delle tante manifestazioni, di sostegno o di protesta, a cui e che

democraticamente partecipiamo e/o ci lasciano organizzare!.