… pensieri e parole … - di Francesco Briganti

23.08.2015 09:16

La domenica è un supplizio!. La Tiziana giustamente riposa e per prendere un cappuccino ristoratore dopo l’ennesima notte travagliata devi prendere l’auto, farti qualche chilometro interpoderale ed arrivare ad altri lidi. Distese di mais in via di mietitura e di girasoli rassegnati a non rialzare più una corolla avvizzita ti accompagnano lungo la via; qualche pony distratto ti guarda sfrecciare come se stessi a Le Mans e la tua mente lascia che mani, piedi ed occhi guidino in automatico, mentre spazia tra mille e mille pensieri: “ … che ne sai di un campo di grano? … “.

E’ silenzio lungo la strada; il motore, quasi conscio di essere un disturbo borbotta più ronfando come un gatto in amore che ruggendo come un leone affamato; al di fuori dei finestrini gli alberi corrono l’alea di una sbandata improvvisa e ringraziando ogni dio vegetale sospirano di sollievo ad ogni scampato struscio di parafango; agitano le foglie, sospirano dai rami, scacciano infastiditi abituè dormienti o estemporanei ospiti di passaggio. Uno spaventapasseri si erge indefesso contro migranti di altre colture arrivati a rubare la misera “mangicogna” ad autoctoni se non miserabili di certo affamati allo stesso inverecondo modo: e nuove notti e nuovi giorni!.

Il sole dietro le colline pistoiesi, stamane sembra scioperare, ma, avendo compreso l’andazzo nazionale, allo stesso tempo lascia capire che la propria è solo una finta; una scritta lampeggiante al neon rosso giallastro avvisa che è solo questione di momenti per cui: “ … no se preoccupe!, ahora vamos a trabajar … “ mentre la notte, rassicurata e pregna dello scampato pericolo continua come su nulla fosse il suo addormentare un resto di mondo al di là di quell’orizzonte lontano verso cui fratello sole si avvia sia pure, stamane, con fare indolente ed indeciso: poesia di un amore profano!.

Le campane di una chiesa lontana battono sei colpi festaioli annunciando un’altra domenica di un'altra settimana di un ennesimo agosto del duemilaquindicesino anno del Signore; quel signore che accoglie tutti e premia sopra tutti quei figliuoli prodighi che fottendosene per una vita in punto di sipario calato hanno trovato un ministro, spensierato e gaio nell’occasione, a restituirgli quella vita eterna che essi avevano negato ad altri con i loro imbrogli ed intrallazzi. “ … beati i poveri di spirito … “ disse una volta Uno che ci credeva “… giacché per loro è il regno dei cieli! “ dubito intendesse bastevole una manciata di euro a risolvere secoli di peccati!: tu solo sai se è vero o no che credi in Dio!.

“ …Votami perché io sono l’onesto che cerchi “ e sotto una manciata di stelle spicca un invito dalle cedui rimanenze strappate di un’affissione speranzosa. Il sole illumina improvviso la certezza che, da qualunque parti tu possa girarti, non riuscirai mai a vedere per tempo la, e non una, fregatura imminente che comunque sfalderà incurante le tue terga già provate e stanche. Hai milioni di compagni al duol, ma questo non scema la pena ed anzi la moltiplica e la inasprisce sapendo che nessuno di essi avrà mai la voglia più che il coraggio di assumersi il rischio di una autodifesa sacrosanta: la paura di esser preso per mano che ne sai?.

Lo spettacolo della natura prende i suoi colori sgargianti; le ombre si schiariscono per poi assumere di nuovo quel cupo allungato e girovago a seguire una corsa verso un azimut sempre più basso all’orizzonte; l’estate sta finendo ed una brezza felice ti porta lontani profumi marini copulando senza vergogna con l’odore della terra umida di rugiada e con l’olezzo selvatico di stalle ricovero e tana per animali ignari di quello che è accaduto, accade ed accadrà. Bradi roani pascolano a coppie, lanciandosi indifferenti ed improvvisi, in corse senza costrutto; alti volano gabbiani al ritorno da raid su discariche improvvisate e tortore sull’alta tensione tubano chiamando compagni e compagne ad un canto innamorato e senza tensioni, mal di testa, voglie nascoste ed inconfessate: … e di un cinema di periferia che ne sai?:

Si apre, finalmente, il bar alla tua sinistra; più avanti un assurda rotonda sopraelevata e sbilenca ti avverte che poi ci sarà l’autostrada verso mondi diversi e sempre uguali; storie le stesse che le tue; gioie e dolori che nulla hanno da invidiarti o da farsi invidiare. “ Partire è un po’ morire “ recitò qualcun altro in tempi lontani, ma a che serve morire se poi i tuoi tormenti partono con te?. Il cappuccino è bollente ed il maritozzo sembra stantio :chi è abituato al “meglio” Tiziana diventa di gusti difficili nel prosieguo della vita: … e soltanto nel buio giocava?.

Ronfa il motore sulla strada del ritorno. Il mondo ancora dorme e sogna. Oggi è festa, oggi è domenica; oggi è ancora mare o montagna; oggi è vacanza nella vacanza; ieri è ripreso il campionato; gli arbitri ritornano cornuti senza speranza ed una palla di cuoio torna ad essere d’aiuto a chi almeno in quei novanta minuti cerca il sollievo di una settimana di sopravvivenza in un’isola dei famosi che tali sono solo per quelli che ne devono trarre il proprio vantaggio ed una bastarda ragione di esistenza: che ne sai di un bambino che rubava?.

Il cancello di casa. Il telecomando non funziona e non hai voglia di scendere ed aprirlo a mano. Parcheggi dove capita, tanto dovrai uscire di nuovo. Il sole ti scalda la nuca e ‘un ombra battagliera ti precede il cammino. La casa dorme ancora ed il blu dello schermo aspetta parole a seguire parole per dar corpo ai tuoi pensieri e ad alleggerirti l’anima. Accendi l’ennesima sigaretta ad imputridire polmoni che non sanno più farne a meno. Vorresti e non vorresti, in fondo non ti paga nessuno e allora a che pro : …

mostrava tutte quante le sue pene?.