Penso, dunque sono!. - di Francesco Briganti
Ci sono dei dati di fatto che non si possono ignorare e dai quali è impossibile prescindere. E’ un dato di fatto che io non sono uno scrittore, non sono un giornalista, non sono un opinionista; sono uno che dorme poco la notte, che ha una capacità razionale e la sfrutta; uno a cui piace riempire il proprio tempo libero scrivendo e nel farlo cercando di dire cose che abbiano un senso, condivisibile o meno, che siano comprensibili, che non abbiamo mai l’aura di verità indiscutibili o che sembrino provenire da un verbo superiore.
Sino a qualche giorno fa, circa settecento perone di media, con punte di novecento e mille, almeno così rappresentava face book, leggevano ciò che scrivevo; poi, ho scritto un pezzo in cui arditamente parlavo di Gesù Cristo come primo comunista della storia; citavo passi dei Vangeli come sostegno al mio scrivere e credevo, sbagliando evidentemente, di aver argomentato con logica e onestà di pensiero. Avevo premesso la mia fede cristiana, non cattolica, ed il mio credo comunista ed avevo invitato a non prendermi per il solito catto-comunista con un piede in due scarpe asserendo fermamente che la mia simpatia, fede se volete, per il Cristo si fermava a Lui mentre il mio comunismo era, all’oggi e sempre, battagliero, convinto, personale ed esaustivo.
Mi ripeto qui, giacché un altro dato di fatto è dato dal numero di lettori che, sempre secondo face book, dal giorno di quel pezzo si è ridotto della metà. Perché ne parlo?; non certo per rimpianto e questo per due motivi: a) mi sono sempre stupito ci fossero tante persone a leggermi e, b) perché ciascuno è libero di fare ciò che gli piace, quando gli piace e come gli piace; ne parlo, quindi, perché mi spiacerebbe che qualche compagno avesse ritenuto blasfemo ciò che liberamente e con convinzione ho scritto e che non rinnego, e perché sono quasi certo che con ciò che sto per affermare, di lettori, me ne giocherò un’altra buona parte.
SONO UN TIFOSO DEL NAPOLI!. Da sempre e per sempre; lo dico prima di affermare che ieri sera ho visto la più miserevole delle partite che una squadra, appunto il Napoli, fornita di un numero elevato di campioni dalla classe indiscutibile, allenata da un allenatore che dicesi fenomenale, abbia mai potuto fare nella sua pur lunga storia. Faccio questa perentoria affermazione dall’alto dell’amore per la mia squadra e perché ritengo che pur essendo tifoso io non devo, né dovrò, mai e poi mai, essere, per questo, costretto a portare il cervello all’ammasso e ritenere giusto e perfetto e sacrosanto e giustificabile e/o divino ed indiscutibile ciò che la squadra del Napoli fa: sono uno che pensa e in quanto pensante voglio, sempre conservare la mia capacità di critica. Chi se ne frega del Napoli calcio, dirà qualcuno di Voi nel mentre che qualcun altro, aggiungerà “ … e del calcio in generale …” assumendo a pieno titolo e ragione l’idiosincrasia, forse esagerata anche se inquadrata in questi tempi, per gente che guadagna milioni correndo dietro ad un pallone.
Avreste, comunque, ragione!. Perché in effetti chi se ne frega del Napoli e del calcio in generale, io stesso sono il primo a dirlo, visto che, vinca o perda, alla fine della partita quelli che erano i miei problemi al fischio d’inizio li ritrovo tali e quali al fischio finale. Ma vedete, ogni parola ed ogni riga che precede queste e questa mi è servita per potermi riallacciare ad un commento fatto da un amico face book il quale, leggendo l’adesione di Gino strada, alla lista elettorale “TSIPRAS “ per un’altra Europa, l’ha etichettato, senza pensare, io credo quale ennesimo servo del sistema.
Ora, definire Gino Strada servo di un sistema, quale che fosse e da ovunque provenga, io credo che più che una eresia sia una vera e propria obnubilazione temporanea dei propri sensi. Non suoni offesa; non vuole esserlo; e se, nonostante questa mia affermazione, qualcuno si ritenesse comunque offeso, io chiedo scusa preventivamente. Ciò detto, non aggiungo altro.
Quanto sopra scritto vuole essere solo uno spunto di riflessione: a ciascuno il suo eper quanto sia valido che a tutto c’è un limite, se qualcuno riterrà di commentare e/o di trarne delle conclusioni, che queste ben vengano, sarà mio piacere leggerle e farne, a mia volta, spunto di ulteriore riflessione.