Pionieri … - di Francesco Briganti

17.11.2013 08:33

Fra le cose che ho fatto nella mia vita, e ne ho fatte tante, posso vantarmi di aver lavorato in una radio; un gruppo di ragazzi, allora con una media sui ventisei, ventisette anni, quindi un gruppo di persone, uomini e donne, ciascuna con la propria esperienza, il proprio essere, la propria caratteristica caratteriale. Li ricordo tutti: quelli preferiti e quelli un po’ meno, ma ognuno animato da quello spirito giovanile che individuato il “nemico” cercava di combatterlo senza chiedersi quali erano i rischi, quali le conseguenze, se e come saremmo riusciti a … . C’erano Mimmo, Sarino i saggi del gruppo; Alberto e Pasquale l’ayatollah, istituzionalisti fondatori ed intransigenti nel rispetto delle regole imposte dalle leggi di quel periodo; c’eravamo Pasquale Cz, io, Anna Maria, Francesca, Irene ed altri che abbinavamo ad una ecletticità anche clownesca l’impegno politico e lo sforzo sociale di far crescere, inducendoli al pensiero ed alla riflessione, un parco ascoltatori altrimenti fermo alla dedica “… da Caternuzza a Rocchicello mio …”. Per un periodo di tempo Radio Piana Lametina sembrò riuscire in questo intento, poi i casi di ognuno smembrarono il gruppo, la radio fu venduta ed il prosieguo, migliore o peggiore che fosse, non fu comunque più lo stesso. Quel gruppo le sue intenzioni, il suo andare e la sua fine possono fare da parafrasi alla società odierna: avessimo creduto un po’ di più in quel che facevamo e fossimo riusciti a traformare quell’impegno in un lavoro con prospettive concrete, se una farfalla sbatte le ali in cina …, forse l’oggi sarebbe diverso; ognuno di quei RAGAZZI, invece, pensava alla famiglia da formare, al lavoro da crearsi, al domani da titolare di un c/c in banca e, dunque, NOI TUTTI DEMMO CORPO e realizzammo, di fatto, il primo fallimento di una lunga serie. Ieri, ho chiesto a molti dei miei amici “facebookiani” se mi aiutavano, firmando e diffondendo, a portare una petizione con la richiesta dell’abolizione della legge Fornero sulle pensioni. Ho avuto una concreta e solerte risposta affermativa; ma, pur non avendo fatto una analisi precisa, io credo che la maggior parte di coloro aderenti, sia composta più o meno da persone della mia età avendo, forse, i giovani, vista la cosa come l’ennesimo atto di egoismo di anziani che vogliono tornare ad una situazione di comodo. Avanti dal proseguire dirò per inciso che quale che sia il sistema adottato per calcolarla, la mia pensione sarà comunque non superiore al minimo è perché ho lavorato per molti anni a nero, e perché alcune aziende non mi hanno versato i contributi, e perché non i possono cumulare, chissà poi perché, i versamenti Inps con quelli Enasarco; quindi, non c’è interesse personale nella petizione. Ciò detto, ripeto una cosa già scritta: “ … ho una età che mi consente di determinare con una certa precisione il mio ulteriore periodo di vita … “ e, dunque, di ed in questo periodo, io sono libero di occuparmi anche delle situazioni più estreme e politicamente e socialmente rischiose infischiandomene delle conseguenze. Ieri sera, mia figlia, giovane d’età come lo ero io al tempo della radio, mi ha telefonato rimproverandomi di voler tornare al periodo del calcolo pensionistico basato sul calcolo retributivo a danno del contributivo; rimproverandomi che se la cosa si fosse avverata a cominciare da me tutti avrebbero anticipato la pensione; rimproverandomi il fatto che chi avrebbe potuto avrebbe provveduto ad innalzarsi lo stipendio corrente al fine di avere una pensione più alta; rimproverandomi, infine, di non pensare a Lei ed alla mia nipotina che appena ha imparato a dire “nonno”. Aveva assolutamente azzeccato in pieno!. Ogni sua affermazione corrisponde al vero tranne l’ultima che non accetto ed il tono di rimprovero che ribalto, ma che non le rispedisco. Mi spiego: a) tornare indietro ad una legge che ha dato comunque sperequazioni assurde, così come tornare al Mattarellum ad esempio, non vuol dire, per forza, preferire quelle vecchie leggi alle nuove; vuol dire solo che queste ultime sono sbagliate e che la POLITICA deve rompersi le gambe a farne delle altre giuste. b) Adoperarsi in ogni modo per ostacolare e per controbattere le azioni, legislative, esecutive, pseudo giudiziarie, di questi ultimi governi non è più ed affatto un atto di egoismo generazionale, ma è un dovere preciso per chiunque abbia a cuore il futuro delle prossime generazioni; c) assumersi l’onere ed il rischio per ciascuno ed in prima persona, di fare qualcosa che sia anche solo da esempio, imitabile e perciò da imitare da parte di quei giovani che sin ad ora hanno atteso … qualcosa che solo loro sanno senza far niente, è diventato un obbligo non più precindibile; d) costringere la politica, senza ricorrere a ribellioni sanguinolente ed a ipotetiche guerre civili che non servono a nessuno, è l’ultima, inderogabile via al cambiamento. Faccio per l’ennesima volta e concludo un esempio pratico: SE TUTTI QUELLI CHE PAGANO REGOLARMENTE LE TASSE, invece, di versarle all’erario, mettessero il dovuto su di un libretto infruttifero intestato “STATO ITALIANO”, non correrebbero il rischio di passare per evasori o elusori, ma otterrebbero l’effetto di privare le casse dello stato del gettito relativo; quindi, se non dopo il primo trimestre, di sicuro dopo il secondo, qualcuno a Roma comincerebbe a chiedersi cosa sta succedendo; comincerebbe ad aver paura anche per il proprio stipendio e forse, dico forse, comincerebbe a capire cosa vuol dire essere italiani di serie ZETA ed ancora forse, comicerebbe a darsi da fare, RIPETO PERCHE’ AL FINE COSTRETTO a virare su quella rotta dei tagli all’inutile ed al privilegio cosa TABU’ sino ad oggi. Ci sono rischi?; certo che ce ne sono; ci vuole coraggio?; certo che ce ne vuole …. MA DITEMI. o VOI, O CITTADINI E RIVOLUZIONARI DELLA PAROLA E DALLA PROTESTA LAMENTOSA ED INUTILE: siete mai riusciti a fare una frittata senza rompere le uova?.Se si, Bravi, perché io no!.