Piove ….. Acqua - di Francesco Briganti

28.08.2013 18:26

Questo pezzo fu scritto al termine della guerra in Iraq; si sapeva già che le armi chimiche di Saddam non erano mai esistite, ma non sapeva ancora che l'intelligence inglese aveva fornito false informazioni agli americani; ma, comunque ed a prescindere si sapeva, si è saputo fin dalla prima, cosa significa sempre una guerra, peggio se coiddetta "civile". L'uomo però si sa non impara mai nulla dal suo passato e sopra tutto cerca in ogni modo di avvalorare la teoria di G.B. Vico sui corsi e ricorsi della storia e poi, in fondo, la Siria è così vicina all'Iraq ... . pero di sollecitare qualche pensiero in più ...; eccovelo:
" ... IL MONDO HA AFFIDATO A NOI SOCIETÀ OCCIDENTALI E CIVILI, IL COMPITO DI DIFENDERE ED ESPORTARE LA DEMOCRAZIA IN TUTTO IL MONDO E NON CREDETE A TUTTI QUELLI CHE CON MALIZIA VI PARLANO DI INTERESSI LEGATI AL PETROLIO E ALLE FABBRICHE DI ARMI PERCHÉ TUTTO QUESTO NON È ALTRO CHE UNO SPORCO GIOCO AL MASSACRO CHE TENDE A SCREDITARE LA BUONA FEDE DI QUANTI COME NOI GOVERNANO PER IL BENE DEL PAESE E DEL MONDO……..
Geoge Bush, USA president

….. I MIEI CONCITTADINI DEVONO SAPERE QUANTO IN MALAFEDE SONO I MAGGIORI ORGANI DELLA STAMPA NAZIONALE............
IL premier italiano ( New York palazzo dell’Onu, giovedì 15 settembre 2005)

LA FILOSOFIA DEL “DIRITTO”

La luce delle lampade si diffonde nel locale con l'odore acre dell'olio bruciato, la legna che arde nel grosso camino spande calore e fumo quasi nelle stesse proporzioni, gli uomini tossiscono, dormono o parlano cercando di ignorare una stanchezza ormai fisiologica.
Il sudore ed il sangue si mischiano con risultati pungenti.
Due fusti di benzina sormontati da altrettante e grosse tavole di pino, assolvono a svariate funzioni, passano dal rango di tavolo operatorio a quello di bancone bar a scrivania. Le tavole una volta ben levigate, portano adesso i segni dei coltelli, dei bisturi, delle baionette. Le finestre opacizzate dal calore guardano su di una spianata che si perde nella nebbia. Quattro uomini piantonano gli angoli della costruzione.
Piove …..
Ad un tavolo messo un pò in disparte due uomini parlottano fra loro. Indossano quelle che un tempo erano delle divise ed uno di essi mostra delle stellette su di una delle spalline. Non è un parlottare acceso, piuttosto un subire alternativamente le frasi dell'altro. Appoggiati alle spalliere fucili e giberne, al centro del tavolo una bottiglia di un liquore ambrato e due bicchieri a lenire gole riarse e voci arrochite; poco più in là il basto di un mulo fa da supporto ad una mitragliatrice, le maschere antigas ammucchiate in un angolo come contraltare al tossire dei più.
Piove …..
Altri tavoli e altri uomini. Sono sporchi e bagnati, erano un esercito, ma di militare non hanno più molto: l'ultima battaglia li ha segnati nel fisico e distrutti nell'orgoglio. Ciascuno di loro vorrebbe essere in un altro posto, ciascuno di loro sa che il nemico dilaga da giorni a sud della valle.
Bassora, Nassiriya sono in mano avversaria, Bagdad è assediata, L’ultima Moschea di Ramadi si è arresa in mattinata, sacche di resistenza caratterizzano le zone dei pozzi e delle miniere. L’ avidità sorregge più dell’amor patrio.
I quartier generali sono gli ultimi capisaldi allo strapotere avversario.
Piove …..
Si fanno piani, si discutono strategie, si preparano programmi. Si valutano le alleanze cercando di determinare quali sono quelle su cui si può contare senza remore e quali quelle di convenienza: le possibili defezioni e i cambi di bandiera in corso d'opera. E' un continuo arrivare e partire di notizie.
I “si dice” ed i “forse”, sono il sale di ogni conversazione. Molte fatte sotto voce: che il vicino, pur alleato, non senta. La guerra, questa guerra, che brutta cosa! Bei tempi quando il bianco era bianco ed il nero era nero, adesso tutti grigi e sfumature, le più varie, dividono gli uni dagli altri, e confondono i più.
Piove …..
Ed i giorni si succedono ai giorni, si avanza e si indietreggia: si vede vicina la vittoria ….., filtra l'odore della sconfitta: attacchi leali alternati ad imboscate vigliacche e cruente.
Si subiscono e, si rendono.
Ci si batte con ogni mezzo, calpestando i caduti, vittime, comunque e oramai, innocenti. I branchi si esaltano ai discorsi dei capi, si azzannano fra loro: la guerra li uccide un pò per volta, ma nel frattempo si sentono vivi, partecipi, protagonisti. Costruttori dell'oggi, fruitori del domani; avanti, per sé, per i figli, per il paese.
Per Dio!.
Piove…..
E tutti attendono alla resa dei conti: pensano alle loro case, alle mogli, ai figli, ai genitori. Comunque finirà non si arrenderanno, continueranno a combattere se necessario contro qualcuno e qualcosa nell'illusione di farlo per sé stessi e non per qualcuno e qualcosa: in nome di quella patria che essi stessi hanno contribuito a ridurre a quel modo.
Piove….
E' l'ora. L'uomo con le stellette si alza e seguito dall'altro fa il giro dei tavoli, sveglia chi dorme, scuote i feriti, da tutti si fa consegnare piastrine e documenti. Chiude le loro identità in una gavetta, le sotterra poco lontano.
Piove…. Sangue
L'inno di ciascuno sovrasta il rombo del cannone poi, scende a colmare il cratere creatosi al posto dell'edificio.
Settembre 2005. Il fianco della montagna degrada fradicio verso la spianata che si perde nella nebbia mattutina.
Dicono da tempo che la guerra sia finita. Nessuno sa chi l’ha vinta, chi, per qualche tempo, la farà da padrone, ma questo per il momento non è importante perché, di certo, si sa già chi ha perso …… : Le greggi!.