Politicamente corretto - di Francesco Briganti

29.04.2015 16:19

Ho scritto delle cose stamani in piena coscienza ed in piena consapevolezza. Ho scritto delle cose sgradevoli e ciniche; ho scritto e manifestato un disinteresse verso gli altrui problemi forzando la mia indole e mortificando me stesso; l’ho fatto e ripeterò quel che ho scritto ogni mattina e fino a che lo riterrò opportuno: “questopaese” è in mano ad un banda di furbi accattoni, ma lo è solo perché è abitato da una moltitudine di furbi ed accattoni; è abitato da piagnoni miserabili che di fronte al proprio stesso infausto destino non sa fare altro che gridare alla luna; non come fa un lupo per avvisare le prede della propria caccia, ma come si mostra un cucciolo sperduto che cerca una mamma pur che sia a dargli quel boccone infame che gli consenta di sopravvivere, in una vita di merda, ma comunque sopravvivere.

Sulla mia pagina ho sin qui avuto come immagine quella del grande Mahatma Gandhi; uomo di pace che pure, però, sapeva quanto il suo essere un disubbidiente estremo avrebbe in altri generato quella rabbia necessaria allo strappo che è necessario nei confronti dei poteri forti se li si vuole combattere veramente, se si vuole contribuire alla loro regressione, se si è interessati veramente ad un cambiamento che sia buono per tutti e non solo per una parte di quei tutti.

Da oggi, io cambio il senso di quella immagine ed in ossequio al pensiero di quella gran donna che è stata mia madre, la quale diceva : “ signore con i signori e prepotente con i prepotenti ”; la sostituirò con un simbolo che ciascuno interpreterà come vuole; io lo utilizzerò come avvertimento, come consiglio per chi mai avesse l’intenzione anche solo di intaccare quelle che sono le mie libertà per cui sono morti a migliaia quei partigiani che hanno liberato la Mia Patria dal nazifascismo.

Se questo governo fa delle leggi, degli usi e delle consuetudini di questo paese scempio e sollazzo personale e collettivo di un manipolo di arrivisti, nani, ballerine e servi della finanza, io, allora, sono libero di non riconoscerlo come mio rappresentante e mi ritengo sciolto dal dovere di obbedirgli; se a questo governo, a questo stato ed a questa nazione, tutto ciò non dovesse star bene, io sono facilmente raggiungibile, non sono alla macchia e faccia di me quello che ritiene, vedremo nelle sedi opportune quanto siano perseguibili le apologie e le idee succedanee visto che in barba alle disposizioni di legge, in questo paese, si fa di continuo, ovunque e per bocca persino di onorevoli e senatori, libera apologia del fascismo sino al saluto romano usato con nonchalance come si fa con un ciao tra i ragazzi per bene.

E’ ora di smetterla con il politicamente corretto; è ora di finirla con il disinteresse di ognuno spacciato per correttezza istituzionale ed invece pedissequo comportamento normalizzato ad una propria personale vigliaccheria e preoccupazione di perdere un già di suo miserabile, per quanto companatico ci sia, pezzo di pane nel mentre che, chi si abbuffa a quattro ganasce continua a farlo ridendosene dei diritti, dei bisogni, della dignità di tutti gli altri.

Questo era un paese serio prima dell’avvento di quel criminale condannato in via definitiva che ha minato e corrotto l’intera società italiana spingendo ad un pentimento indegno persino coloro che facevano di un’idea sacrosanta e giusta una filosofia di vita.

Ebbene, io non appartengo a quella schiera; io sono uno di quei comunisti a cui Berlinguer ha insegnato una via occidentale e governativa che quell’idea poteva seguire per raggiungere, come poi ha fatto, una rivoluzione sociale piena di conquiste e fatta di lotte che non avevano bisogno di sedere sugli scranni di un governo per vedere una propria realizzazione. Quelle conquiste sono, poco a poco e una dopo l’altra, distrutte cinicamente e proditoriamente da questi governanti e dai loro ultimi predecessori nonché da quello stesso popolo che quei governanti elegge.

E siccome questo E', e sfido chiunque a dimostrami il contrario, ecco perché io sono libero di affermare che chi non lotta per ottenere ciò che gli viene negato, ciò che gli spetta di diritto per quanto mi riguarda può andare a cercar fortuna altrove che sia un disoccupato, un esodato, un pensionato, un profugo, un popolo martoriato ed afflitto o una associazione di ricerca o assistenziale la cui dignità, diritti e doveri, è sancita dalla nostra Costituzione. I bambini?; i malati?; bene io ci sono a combattere per loro, ma non con la carità pelosa e manifesta e non con le chiacchiere o con manifestazioni spot inutili e di maniera; in tutti gli altri casi:

ognuno per sé e quel dio, se c’è, per tutti!.