… polvere alla polvere … - di Francesco Briganti

21.03.2015 07:31

Ieri ho scritto sulla necessità di una guerra. Io, stamane, sento la necessità di scriverne ancora per meglio dire, per chiarire ciò che sono i miei sentimenti ed il mio pensare; per farlo ho bisogno, però, di partire da lontano e di parlare anche di altro e per questo chiedo, a chi avesse la pazienza e la bontà di leggermi, un po’ di pazienza.

La seconda guerra mondiale fece milioni di vittime sul campo; la follia generata dalla perfidia di un uomo e dei suoi accoliti degenerò ben presto nella sublimazione in genocidio aggiungendo alle vittime militari, martiri, per imposizione o per scelta volontaria, comunque destinati a questo, altri milioni di innocenti, gli ebrei, che martiri diventarono per la sole ragioni di essere di una religione differente, di avere usi e costumi diversi, per l’intolleranza stupida e maligna di chi non li riconosceva come parte integrante del genere umano.

Tutti ed ognuno individuiamo nei nazisti i colpevoli, ma io aggiungo e specifico che non solo quelli con una divisa delle SS addosso fu colpevole; lo furono tutti i tedeschi che si ribellarono a questo, e lo furono, forse ancora di più, tutti quelli che sapendo ciò che accadeva, per opportunità politica e/o per attendismo incredulo, non intervennero immediatamente, quindi ed a cascata, anche noi ai nostri giorni!.
In quegli stessi anni un fronte partigiano si era aperto in Italia; le forze alleate avanzavano sul nostro suolo ed i tedeschi invasori, nel tempo in divenire, avevano le ore contate; ma, se al attendismo alleato, fermatosi alla linea gotica per opportunità di attendismo e di convinzione politica, è storia non lo dice briganti, non si fosse contrapposta la determinazione partigiana a risolvere comunque il problema fascismo, chi può dire quanto ancora sarebbe durata la guerra?. E se non si fosse appeso per i piedi un duce oramai preda più della sua ingordigia da dittatore che uomo politico, quanti e di più, ancora oggi, ne invocherebbero il nome?.

Ancora: quando sconfitta la Germania, al rifiuto di resa del Giappone, si fosse continuata una guerra d’invasione sul territorio nipponico quante altre vittime sarebbero occorse per ottenere lo stesso risultato delle bombe su Hiroshima e Nagasaki?. Certo, io condivido in pieno chi dice che è stata una soluzione più figlia della vendetta che della sacralità di una dimostrazione ammonitrice; sono convinto che quelle bombe potevano essere lanciate in modo semplicemente dimostrativo in luoghi disabitati e desertici ottenendo lo stesso risultato; ma possiamo dirlo con certezza?.

Ed ancora ancora: I milioni di morti di cui negli anni, gli Israeliani, badate bene NON gli Ebrei, ma gli ISRAELIANI, si rendono colpevoli, sono martiri la cui responsabilità è solo degli israeliani, o è anche , e forse sopra tutti, di coloro che, con gradiente diverso, intervengono a favore di quelle vittime, ma non fanno nulla di concreto per fermare questo eccidio?. E che dire di coloro che determinarono la denaturazione di una zona geografica, in nome di un antico ed oramai disusato domicilio?; di coloro che non si preoccuparono minimamente di chiedere ed armonizzare un realtà esistente con una che sarebbe stata, facile previsione, di lì a poco?.

Ed in un altro campo che non sia quello della guerra guerreggiata: visto che i governi di questo paese se ne sbattono in maniera sempre più smaccata delle condizioni miserevoli cui stanno costringendo la maggioranza, relativa ed assoluta, il proprio popolo, si può dire in coscienza che degli scioperi spot, che con ORARIO DA CARTELLINO A TIMBRARE, COMINCIONO IL MATTINO E FINISCANO LA SERA ALLE CINQUE, possono bastare per cambiare una direzione politica, una trama ed un ordito che servono a tessere sempre e soltanto la stessa tela?. Non ci vorrebbe, forse, una azione più ferma e determinata e duratura nel tempo, per trasformare i fastidi, per tutti: scioperanti e non, di una manifestazione giusta e necessaria, in qualcosa di dirimente e finalmente risolutivo ai problemi?.

Fatti questi esempi ecco perché io sono giunto alla determinazione, per quel che vale, per cui, secondo me, occorra agire ed agire in fretta contro l’ISIS ed in modo definitivo, senza ripensamenti, senza retro pensieri a favore di questi o di quegli, senza essere timorosi di quanto questo potrà costare in termini di ulteriori sacrifici e/o lutti, che certamente ci saranno.

DOVRA’ essere fatto nel rispetto di credo e di usi e costumi dei naturali abitanti di quei luoghi in cui si dovrà intervenire; DOVRA’ essere fatto sotto l’egida militare di quei popoli che si DEVONO aiutare; DOVRA’ essere fatto coralmente senza che NESSUNO SI CHIAMI FUORI da est o da ovest, giacché tutti, presenti o assenti saranno, comunque coinvolti; DOVRA’ essere fatto sapendo che una guerra non è mai una cosa giusta se non nell’unico caso che veramente la giustifichi: la difesa estrema del genere umano!.

Noi, tutti!, che stiamo distruggendo per l’incuria mostrata, il nostro pianeta, sapremo fare quel atto di umiltà vera e di sacrificio estremo che risponde al fare di chi immola anche il proprio pensiero oltre che il proprio impegno, la propria anima ed il proprio corpo, nello scendere in armi per un motivo finalmente giusto e libertario?.

Ecco, io pongo alle Vostre riflessioni quanto sopra e se qualcuno mi dimostrerà il contrario, io sono pronto a cambiare idea; ma da “gandhiano” quale sono, comunque nessuno mai mi convincerà a non credere che lo stesso Mahatma sapeva che i suoi digiuni, la propria “nonviolenza”, la propria resistenza passiva, il proprio disubbidire civile, pur restando vittime si rendevano comunque colpevoli di ciò che in nome di quella “nonviolenza” succedeva e si faceva da parte di seguaci e di oppositori!.

Quindi, questo è quanto. Ora non resta, per nostra disgrazia, che ...

vivere o morire!.