... povera patria ... - di Francesco Briganti

12.01.2016 21:59

Non vi dirò che tutto andava bene; né prenderò in giro alcuno scrivendo che tutto il bene era da una parte e tutto il marcio dall'altra. Non starò a piangermi addosso pensando ai bei tempi andati, ma sfido chiunque riconosca a sé stesso un minimo di onestà intellettuale a contraddirmi se affermo che, quando la volontà popolare si esprimeva in funzione di una proporzionale funzione diretta della volontà dei votanti, si sapeva chi si votava, si aveva modo di un controllo politico, si poteva incidere nelle scelte dei candidati, questi ultimi rispettavano e temevano il proprio elettorato, chi veniva scoperto a rubare, e di ladri ce n'erano anche allora, finiva prima o poi con il pagare e lo sparire.

Non racconterò la favola di un partito comunista cornucopia di ogni virtù ed onestà: c'erano correnti e c'erano intrighi; ricordo benissimo le brighe fatte per portare un mio ex compagno di liceo alla segreteria e quelle per contrastare una renziana ante litteram, che divenuta sindaco credeva di essere diventata padrona del partito; ricordo le pessime stime e considerazioni che un compagno aveva di un futuro presidente della repubblica nonostante fosse suo fratello; ricordo le innumerevoli riunioni nei comitati cittadini, le adunate di sezione e le accese discussioni che, loro durante, opponevano le diverse visioni circa un fatto, un modo di agire, una reazione o un azione; ma ricordo anche come alla fine poi il partito si mostrava all'esterno e sopra tutto agiva all'esterno secondo un'egida granitica ed indistruttibile.

Non vi dirò che quando c'erano la Dc ed il Pci ed il Psi ed il Psdi ed il Pli ed il Pri ed il Msi i governi facevano solo il bene del popolo, nè che quei governi durano una intera legislatura, anzi rimarcherò con forza che quei governi avevano una durata media di soli sei mesi, confermerò che c'erano, a volte, dei bifolchi peggiori dei moderni ad essere nominati ministri o sottosegretari, e dò per accettate tutte le critiche chiunque le voglia fare a quei periodi, ma sfido chiunque, offrendo ampia facoltà di prova, a contraddirmi quando affermo che fu fatto più per il lavoro, per la classe operaia, per il ceto medio e per lo stesso capitalismo a quei tempi di quanto riusciranno mai a fare questi politici dell'oggi governassero per l'intero arco di qualche generazione.

La mia non è sterile nostalgia; la mia è rabbia fottuta e frustrata dal fatto che oggi si discute ovunque e non si agisce da nessuna parte; la mia è disperata coscienza che oggi si preferisce l'apparire delle riunioni, dei consessi, delle diatribe televisive cedendo, poi, ovunque e con chiunque governi; la mia è estrema denuncia delle decisioni e delle prevaricazioni in cui questo o quel "cazzoneacomandare" riesce solo perché è riuscito a convincere una percentuale di "cazzonicomelui", fossero pure milioni e maggioranza relativa rispetto ad un elettorato sempre più caratterizzato da una astensione, legittima, motivata dallo schifo, comunque suicida, che aumenta di giorno in giorno e che è troppo stupida per chiedersi un "cui prodest" esaustivo e dirimente la questione.

Pensate solo a questo: nel momento in cui l'astensione, al prossimo referendum o alle prossime elezioni che fosse, dovesse raggiungere e/o superare il cinquanta per cento degli aventi diritto al voto ci si potrebbe trovare in una situazione in cui il 40% dei votanti, con il premio di maggioranza, deciderà per il restante sessanta 60%. Ma quel 40%sarà pari al 20% degli aventi diritto al voto e, dunque rispetto a questi ultimi, esso governerà in barba al 80% degli italiani.

Traduco in numeri reali: Poste 10 persone a votare, 5 tra loro non esercitano il loro diritto e dunque votano solo in 5; di queste cinque, 2 votano per X, 2 votano per Y, 1 vota per Z. Si va al ballottaggio tra X ed Y. C'è da immaginarsi che nella tornata relativa quello che ha votato per Z decida di votare per uno degli altri o di astenersi, succederà così che uno tra quei due risulterà vincitore prendendo il premio di maggioranza così raggiungendo il numero dei deputati necessari per governare; dunque

DUE PERSONE SU DIECI DECIDERANNO TUTTO E SENZA CONTROLLO IN BARBA ALLE ALTRE OTTO.

Ora non è questione di Renzi, del Bavoso, di Salvini, di Grillo o di uno qualsiasi dei tanti capetti della mia sinistra; è questione che QUESTO RISULTATO NON SAREBBE DEMOCRATICO e, dunque, sarebbe la legittimazione di una DITTATURA DI FATTO.

Se è questo che volete, continuate pure su questa strada!.