Purghiamoli - di Francesco Briganti

04.06.2013 19:37
Ecco onorevole Castelli, Lei che lo augura per i giornalisti, nel mentre che si VERGOGNA, si faccia una cultura … per quanto, con gente come Lei, non c’è proprio da nutrire speranze!.
Tra gli squadristi c' era gente di ogni colore. E di ogni fedina penale. Sandro Carosi, ex ufficiale nella prima guerra mondiale, farmacista, sindaco di Vecchiano, organizzatore di spedizioni punitive, si presenta così: «Tenente Carosi, undici omicidi, venti ferimenti». Dopo la marcia su Roma si ritira a vita privata, ammazza l' amante, i carabinieri lo arrestano con le valigie che contengono il cadavere sezionato. Condannato all' ergastolo, poco dopo è fuori e può tornare a fare il farmacista. Bonaccorsi, bolognese, si chiama addirittura Arconvaldo. Il 9 novembre 1925, dopo il fallito attentato a Mussolini dello studente Zamboni, telegrafa al Duce: «Criminalità avversari fascismo impone esemplare punizione colpevoli. Offromi come boia per decapitare arrestati». Amerigo Dumini, ardito, decorato, mutilato di guerra, pluriassassino, guardia del corpo di Mussolini, il 10 giugno 1924 sarà tra gli uccisori di Matteotti. Dino Castellani, specialista nelle aggressioni ai massoni, durante la Repubblica Sociale diventerà spia della famigerata Banda Carità. Il campionario è vasto. Ci sono i giovani idealisti acculturati come Grandi, come Bottai, come Balbo, come Bastianini, più fascisti che mussoliniani, future coscienze critiche del regime (o traditori, secondo la vulgata di Salò). Ci sono aristocratici come il conte Barbiellini Amidei che morirà in guerra in Grecia medaglia d' oro, come Araldo di Crollalanza, come Dino Perrone Compagni. Quattro saranno segretari del Partito, Farinacci, Turati, Starace, Muti. Altri si sono pentiti, sono divenuti accusatori dei camerati. Leandro Arpinati, ex ferroviere, anarchico, protagonista a Bologna dell' assalto a Palazzo d' Accursio con una decina di morti, poi podestà della città e sottosegretario agli Interni, rinnega le strategie del passato, aggredisce Starace, viene espulso e confinato dal 1934 al 1940. Durante la Rsi nasconde nella sua fattoria prigionieri inglesi, aiuta i partigiani e viene ammazzato proprio da costoro, mentre gli Alleati entrano a Bologna. Squadristi. Sono gli uomini di mano del fascismo delle origini, la milizia armata del partito, i protagonisti delle «squadre d' azione» che imporranno la crescita e l' affermarsi delle camicie nere con la violenza, gli assalti, i delitti, spesso il sadismo. Mimmo Franzinelli, nel suo straordinario libro Squadristi, ne ha documentato imprese e scelleratezze in una impressionante cronologia che, senza omettere un solo episodio, va dalla contestazione a Bissolati alla Scala di Milano l' 11 gennaio 1919 (che segna in pratica la nascita dello squadrismo) al 30 ottobre 1922 quando dopo la vittoria fascista e la presa del potere, Mussolini ordina la smobilitazione. Salvo il perpetuarsi per anni, a Firenze, a Torino e altrove, di violenze non meno feroci di quelle commesse in passato. Nomi e cognomi. Nel libro di Franzinelli non manca nessuno di coloro che imperversarono nella «guerra civile latente» condotta dal fascismo dal 1919 in avanti. Quelli che, immancabilmente nel nome della Patria, imponevano agli avversari politici l' onta dell' olio di ricino, che creavano il mito del manganello a cui lo squadrista Gravelli (Asveroglio!) dedica uno strampalato carme, che piombavano nella notte sulle Camere del lavoro e sui municipi dandoli alle fiamme, destituendo i sindaci e spesso ammazzando i sindacalisti socialisti, che occuparono militarmente con cortei di armati intere città, come Ferrara, come Ravenna, che furono autori dei massacri di Roccastrada e vendicarono atrocemente la sconfitta di Sarzana. La genesi del fenomeno dello squadrismo è analizzata da Franzinelli in ogni suo aspetto, dall' adesione degli intellettuali alle componenti sindacali, alla partecipazione degli studenti, al consenso popolare per la repressione degli insopportabili scioperi politici, alla complicità di certi magistrati, di certi prefetti, di certi impauriti questori, di certi rappresentanti politici. Il maresciallo Caviglia, ministro della Guerra, lodava le violenze antisocialiste degli squadristi, «interpretate come una svolta nella politica nazionale». Salvo poi, essendo stato messo da parte da Mussolini che incensava l' odiato Badoglio, assumere una posizione critica assolutamente ininfluente, ma secondo lui eticamente qualificante. Franzinelli dedica squadristi «a Claudio, con l' augurio di non incontrarne... se non nei libri di storia». Soprattutto, speriamo, mai più nella cronaca. Silvio Bertoldi Il libro: Massimo Franzinelli, «Squadristi, protagonisti e tecniche della violenza fascista 1919-1922», Mondadori editore, pagine 464, euro 19 (Silvio Bertoldi, Corriere della Sera, Luglio 2003).
L'olio di ricino è un olio vegetale molto pregiato come lubrificante. Viene estratto dai semi della pianta del ricino (Ricinus communis). Il maggior produttore di olio di ricino è l'India. È un ottimo lubrificante, poco infiammabile, non secca all'aria (non-siccativo) ed ha notevoli proprietà lubrificanti e lassative, ha inoltre una composizione particolare in quanto mantiene lo stesso livello di fluidità indistintamente a temperature molto basse o molto alte. È composto per il 90% da acido ricinoleico C:18 insaturo. È anche una fonte principale di acido sebacico. Nell'Italia fascista sotto il regime di Benito Mussolini, l'olio di ricino è stato uno degli strumenti delle camicie nere[1][2][3]. Le squadre fasciste costringevano i dissidenti politici a ingoiare grandi quantità di olio di ricino, la cosiddetta "Purga del sovversivo"[4]. Le vittime di questo trattamento possono morire, a causa degli effetti disidratanti della diarrea indotta dall’olio, a cui spesso si aggiungevano i colpi di manganello dei carnefici. Chi sopravviveva doveva sopportare l'umiliazione degli effetti lassativi dovuti al consumo eccessivo di olio[5]. (::::)La ricina è una sostanza tossica ricavata dai sottoprodotti della produzione dell'olio di ricino che tuttavia trova impiego nella produzione di concimi. (WIKIPEDIA)
… E se, così tanto per divertirci un po’, lo DESSIMO A LEI …?.