… quanto ? … - di Francesco Briganti
Il mestiere più antico del mondo, così come vox populi afferma, è la prostituzione. Si identifica come “prostituta” o “meretrice” colei che, volgarmente detta “puttana”, vende il suo corpo per denaro o per trarne, comunque, un qualche beneficio materiale. Nella morale comune la prostituzione è unanimemente considerata disdicevole e al di fuori da ogni etica o giustificazione possibile.
Naturalmente, come per ogni cosa di questo mondo, non è così e questa affermazione trova le sue eccezioni e può essere contraddetta trovando motivazioni e giustificazioni ogni qual volta si esami un caso considerandolo come vicenda di una ben identificata persona e non come un bieco comportamento comunque da criticare. Approfondire questo discorso ha, però e me lo consentirete, la stessa valenza che discutere sul sesso degli angeli giacché, come per ogni cosa di questo mondo, ciascuno di noi ha una propria visione personale e ciascuna di esse, in quanto soggettiva vale ognuna delle altre ed una verità oggettiva non è, dunque, possibile.
La cosa che io vorrei portare alla Vostra attenzione, non riguarda, però, la sfera sessuale della questione, ma piuttosto la “prostituzione” intesa in senso lato; mi interessa qui definire con il termine “puttana”, termine crudo che rende ottimamente l’idea, tutti coloro, maschi e/o femmine che siano, i quali per proprio interesse si vendano in qualche modo, in qualunque modo, onde trarne un profitto. Ora ci sono da specificare due cose e cioè definire bene il binomio verbale “proprio interesse” e la parola “profitto”.
Per “proprio interesse” si deve definire tutto ciò che porti un qualche vantaggio alla singola persona in quanto tale, alla singola persona in quanto esponente di un gruppo, di un movimento, di una casta, di un partito, di una lobby, sapendo che, ammettendolo almeno con il proprio io, al mondo non esiste mai un “interesse superiore”; né in valore assoluto, né in senso relativo: un interesse è un interesse ed in quanto tale si prefigge il meglio per qualcuno o qualcosa a danno di qualcun altro o di qualcosa d’altro. Questa non è un opinione, E’ UN FATTO!.
Per la parola “profitto” occorre intendere il netto ricavo che viene come conseguenza di un’azione, sia essa commerciale, imprenditoriale in genere, di servizio interessato o disinteressato, professionale, di mestiere: non esiste un profitto che veda situazioni paritarie c’è sempre qualcuno o qualcosa che vince e/o domina su qualcuno o qualcosa d’altro che viceversa, perde. Anche questa non è una opinione, E’ UN FATTO!.
E’ bene chiarire a questo punto che ciascuno di noi, quale che sia il proprio lavoro o professione fa quel che fa per “proprio interesse” e per trarne un profitto, ma ciascuno di noi, o meglio la grandissima parte di noi, vive questa situazione in assoluta buona fede, senza intenti nocivi per alcuno, assumendo come “normale” la continua lotta quotidiana per una vita che sia la più serena e tranquilla possibile. La grandissima parte di noi tutti vive e lo fa, in maniera più o meno egoistica, senza mai, PERO’, consciamente nuocere a nessuno degli altri. La grandissima parte di noi, perciò, non può definirsi una “puttana”!. Tanti altri, però, SI!.
Matteo Renzi e quelli come lui; Salvini segretario della Lega e quelli come lui; Berlusconi e quelli come lui; Beppe Grillo e quelli come lui; i loro più vicini e pedissequi aiutanti; questi i nomi, solo per restare nel campo della politica, e i soggetti più famosi ed alla ribalta in questo particolare momento storico.
Non voglio, non è mio compito, non è mia esperienza dire o addirittura affermare quale di loro possa essere definito, se mai lo si volesse e dovesse fare, “una puttana”; quello che io posso affermare è che è tale chi:
a) si avvale della sua fama, nuova o vecchia che sia, per millantare cose da fare senza averne la possibilità o una capacità fattiva e concreta;
b) spaccia per possibile un mondo alternativo non specificando mai che due idee opposte ed incompatibili tra loro non avranno mai, non è possibile, un futuro comune e migliore di questo;
c) spaccia per bene degli altri tutto quello che in realtà è solo bene di un singolo o di pochi, sempre soliti, soggetti.
d) carpisce la buona fede delle persone, sfrutta la loro voglia di riscatto, la loro frustrazione ed impotenza, la loro disperazione per imporre un'idea, una situazione, una visione minoritaria della vita;
e) utilizza ogni mezzo morale e materiale, comprese la menzogne ed il tradimento, l’alterazione dell’oggettivo, la falsificazione della verità, la corruzione del pensiero e la sua subornazione, per riuscire ad avere un successo assoluto e di parte.
f) non ha rispetto e considerazione per gli altri.
Ecco che improvvisamente mi viene di parlare d'altro e cioè di quelle definizioni che si danno qualificando gli altri come “peste rossa”, come “morti che camminano” o quelle esortazioni alla “ … stai sereno!” o quelle critiche senza costrutto a giudici che fanno solo il loro dovere o, ancora, quelle discriminazioni nei confronti di coloro che hanno il solo torto di avere la pelle di un colore diverso o di venire da una disperazione più disperante e disperata.
Chiedendo scusa per la breve divagazione lasciatemi dire un ultima cosa: ricordare che un assassino è SI’ un colpevole oggettivo, ma lo è allo stesso modo il SUO MANDANTE quando esiste e, dunque, se mai nel vostro cercare individuaste qualche “puttana”, mi piace pensare che di certo non vi fermereste a questo … .