… questi fantasmi … - di Francesco Briganti

11.03.2015 08:04

Anni fa, giù in Calabria, mi occupavo dell’azienda di famiglia e con un furgone, un Ford Transit, a volte mi capitava di accompagnare a consegnare della merce o di essere in giro per operazioni di vendita. Un giorno che eravamo di ritorno verso Lamezia provenienti da Girifalco, lungo la strada attraverso lo specchietto retrovisore, io alla guida ed in mio collaboratore dal suo lato, attraverso gli specchietti retrovisori vedemmo sbucare dai cespugli al lato della strada un ragazzotto sui quattordici quindici anni che, dopo aver corso per qualche passo dietro di noi, saltò come per aggrapparsi al posteriore del Transit. Naturalmente ed all’unisono un “ è pazzo” e mentre io frenavo d’isitnto, uscì dalle nostre bocche; discesi che fummo nell’arco di una frazione di secondo non trovammo nessuno!; non c’era traccia alcuna del bambino, né sulla strada, né lungo di essa, né ai suoi fianchi. Dopo aver ripreso il cammino ci fermammo, qualche chilometro dopo, da un nostro cliente il quale ci raccontò che non era raro il ripetersi di quell’episodio che di solito, capitava a chi, dopo qualche tempo, fortunosamente riusciva a scampare da qualcosa. Due stupidi che non credono alle leggende metropolitane, ce ne andammo ridendo sotto i baffi.

Qualche settimana dopo, era Natale, capitò che il mio padrone di casa fosse colpito da un funesto attaccò di asma, appena sposato e fresco di studi, feci di tutto per poterlo almeno tenere in vita almeno sino all’arrivo dell’autoambulanza; non ci riuscii ed il professore morì tra le mie braccia mentre gli facevo la respirazione bocca a bocca, moglie e figli di questo signore, sono tutti in vita e possono testimoniarlo. Quello che non possono certificare è il sogno che io feci qualche giorno dopo: il professore Perri, compianto amico e padrone di casa, che avevo incontrato per strada mentre passeggiavo, mi aveva fermato per dirmi queste esatte parole: … sono le due e dieci, aiu vinutu mu ti pagu! …”. Stupidamente materialista, pensai volesse offrirmi l’opportunità di derivare dei numeri da giocare al lotto, mi sbagliavo!. Ancora qualche giorno dopo sulla strada che dalle Serre scende verso l’Angitola, esattamente alle due e dieci di un pomeriggio, se io dovessi dire come fece il mio transit a letteralmente attraversare senza danni un pulmann che procedeva in senso contrario direi la più grossa sciocchezza mai inventata, il fatto è che pur avendo invaso completamente l’altra corsia, la strada è una stretta via di montagna, noi ci ritrovammo dall’altra parte, come se ci fossimo smaterializzati per rimaterializzarci oltre il pulmann.

Ognuno è, naturalmente libero di non crederci, ognuno è, naturalmente, giustificato se intendesse darmi del racconta frottole, ma io in entrambi gli episodi non ero solo, i presenti sono quasi tutti ancora vivi e, comunque ed alla fine, io so quel che è successo e se lo racconto, lo faccio per un fine preciso.

Ora sono un po’ di mattine che mi succede una cosa strana: tornando verso casa dal bar della Tiziana bisogna che io risalga via Indipendenza per immettermi dopo un centinaio di metri nella via che porta al mio indirizzo; ebbene è già la terza mattina che quando sono in prossimità dell’incrocio alla cui sinistra, dopo una qualche centinaia di metri c’è, poi, il mio cancello, un grosso cane bianco, una sorta di golden retriver, dal pelo molto folto ed intensamente candido, quasi apparso al improvviso, svolta lo stesso angolo come per precedermi sul cammino. Uno o due minuti dopo a mia volta svolto anche io quel angolo, ma il cane non c’è più, nemmeno in lontananza. Se fosse di proprietà di qualcuno lungo la via, ci conosciamo, uomini ed animali, tutti io lo saprei, fosse anche un nuovo arrivo, quindi questo non è, e, dunque allora, o il cane svoltato l’angolo si nasconde nel unico cancello facendo di tutto contemporaneamente per nascondersi, oppure fugge via alla velocità della luce per un suo recondito motivo. Oppure non esiste ed io soffro di allucinazioni.

Nel corso della mia vita, diversi fatti strani e poco usuali, mi hanno più volte messo sul avviso; hanno allertato i miei sensi, mi hanno indotto a circospezioni attente dei miei “intorno” onde evitare possibili, e col tempo ho imparato, probabili guai che stanno per arrivare; dunque, siccome sono più che certo di non soffrire di allucinazioni, quindi quel cane è qualcosa di reale per quanto evanescente, qualcosa di non esattamente piacevole o di routinante sta per entrare nel mio quotidiano; non posso, chiaramente, sapere a priori cosa, ma esperienza mi dice che il procedere con prudenza deve essere per me non una possibilità, ma deve anzi rappresentare una precisa scelta.

Ora qualcuno penserà: “ … vabbé Brigà, adesso e chi sa per quale recondito fine tu vuoi rappresentarti come una sorta di divinatore per magari, in qualunque modo sia, lucrarci sopra”. Rassicuro tutti ed ognuno dicendo apertamente e senza possibili eccezioni o particolarità che io non sono in grado di fare nulla volontariamente per chi che sia che non fossi io stesso; perciò agli occhi di tutti ed ognuno io sono, per questa possibilità, un ciarlatano ed un venditore di fumo. Ciò a scanso di equivoci o di stupidità ed ingenuità altrui.

Io ho raccontato quanto sopra perché, come qualcuno avrà notato, sono stanco di scrivere le solite cose, sulle malefatte del governo, sulla decadenza pubblica e privata che pervade ogni giorno di più la nostra società ed il nostro vivere comune, sulla nequizia che straborda da ogni istituzione, da ogni complesso affaristico, da ogni e qualunque consesso dove ci siano uno, due o più persone a cercare di mettersi d’accordo per portare avanti una iniziativa tesa a cercare di deviare un iter sempre più abbrutente e perfido per la maggioranza dei soggetti.

IO ho raccontato quanto sopra per invitare TUTTI ED OGNUNO a guardarsi attorno ed a raccogliere quei segnali, evidenti, sub liminali, sapientemente nascosti che fossero, che indicano chiaramente a chi volesse e sapesse vederli, quale sarà il destino di “questopaese”: l’ultimo di essi, ieri in televisione, quando ci si rende conto che ad ascoltarli si può dare parte della ragione a ciascuno di quelli che interloquendo espongono il proprio punto di vista e, quindi, si accetta contemporaneamente sia il bianco sia nero ecco che la realtà non è più né bianca né nera, ma è per tutti ed ognuno desolatamente grigia e senza nemmeno

le cinquanta canoniche sfumature!.