… Quetzalcoatl … - di Francesco Briganti

30.11.2015 09:02

“ E’ il nome azteco del “ dio serpente “ dell'antica Meso America, fra le divinità più importanti per molte civiltà messicane e centro-americane. Tra gli Aztechi, le cui credenze sono ben documentate, Quetzalcoatl era venerato come dio del vento, di Venere, dell'alba, dei mercanti e delle arti, dei mestieri e della conoscenza. … “ (wikipedia).

Era, anche, la colonna sonora delle nostre serate al circolo del tennis a Lamezia. Erano le note che, grazie alla maestria di Fausto Papetti, ci permettevano le sere d’estate di stringerci maliziosamente alle compagne di allora; era la melodia che fischiettavamo o strimpellavamo davanti ai falò sulle spiagge; era l’immaginario di un mondo lontano velato di mistero e di avventura. Era l’icona di un dio, di cui una profezia aveva causato l’estinzione di un popolo intero alla mercé dei conquistadores spagnoli, cristiani, fideisticamente accolti quali messi di quel dio stranamente rappresentato come un uomo di carnagione chiara con lunghi cappelli biondi ed una barba lunga … .

Cristiani; seguaci di quell’uomo la cui fede aveva innalzato al rango di un dio sceso in terra. Egli parlava di amore e di pace; parlava di uguaglianza e fratellanza; parlava di umiltà ed altruismo; ne era talmente convinto da sopportare il martirio di una croce assassina pur di non rinnegare i valori in cui credeva; eppure, in nome di quell’uomo, esportatori di fede e di civiltà, spagnoli e portoghesi, ma come tanti altri, con altre fedi, in altri luoghi del mondo, distrussero società, compirono genocidi, fecero tabula rasa dell’esistente per imporne il credo snaturando usanze e culture, dando la stura ad un futuro le cui evoluzioni sono, oggi, sotto gli occhi di ognuno.

In questi ultimi giorni, di quel futuro, a Parigi, ville lumiere martire della follia umana, si è celebrata l’ennesima messa salvifica di un pianeta sull’orlo dello sfacelo umano; già, poiché le condizioni climatiche a peggiorare della Terra, al pianeta faranno ben poco; il tempo, grande curatore e guaritore, ristabilirà con i propri ritmi quelle che sono le sue condizioni naturali; ci metterà dei secoli, forse dei millenni, ma le riproporrà, solo che, a quel momento, sarà troppo tardi a che l’uomo, genericamente inteso, se ne giovi; sempre ammesso che ce ne sia rimasto qualcuno ad averne imparato la lezione.

Negli stessi giorni, uomini a proibire, in nome di una sicurezza millantata, ed altri a protestare, in nome di ciò che i primi discutevano di voler salvaguardare, si sono scontrati violando, bestemmiando, calpestando tutti quei simboli lasciati sul campo dall’assassinio feroce dei folli e dalla pietà dei sopravvissuti.

Nemmeno l’atmosfera di lutto estremo, che tutti dicevamo aver patito, ha potuto rendere razionale e finalmente utile a qualcosa, la voglia di protagonismo di ciascuno a battersi, tanto per cambiare, non per un bene comune, ma per il proprio singolo angolo di visuale.

Ed allora iniziamo questa ennesima settimana di questo anno di grazia ciascuno devoto al proprio dio; ciascuno legato alla propria visione di vita; ciascuno convinto di essere nel giusto e nella ragione. Continuiamo, ognuno, a camminare in una nebbia sempre più fitta, convinti che basteranno i fari alogeni del proprio credo, quale che sia, a rendere evitabili gli ostacoli sempre più frequenti e sempre più impervi ad interrompere il cammino. Continuiamo ad uccidere ed a farci uccidere; continuiamo a sperare che altri da noi ci risolveranno i problemi; continuiamo a crearne dato che quelli creati ed incancreniti non riusciamo a risolverli.

Anche il “ dio serpente “ preannunciò un proprio ritorno. Ad oggi, a me, basterebbe che ritornassero i tempi in cui …

stringevo una ragazza senza tanti altri pensieri!.