… radio londra … - di Francesco Briganti

25.04.2015 08:24

8 settembre 1943: ore 19,42
« Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza. »

Aprile 1945
“ Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui, alle 8 del mattino via radio, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia - il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti tra gli altri il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) - proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari per la Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate (fermatesi all’altezza della linea gotica per opportunità politiche e strategiche; ndr); parallelamente il CLNAI emanò in prima persona dei decreti legislativi, assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano», stabilendo tra le altre cose la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti (tra cui Mussolini, che sarebbe stato raggiunto e fucilato tre giorni dopo).

« Arrendersi o perire!» fu la parola d’ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi.

Entro il 1º maggio tutta l'Italia settentrionale fu liberata: Bologna (il 21 aprile), Genova (il 23 aprile) e Venezia (il 28 aprile). La Liberazione mise così fine a venti anni di dittatura fascista ed a cinque anni di guerra; la data del 25 aprile simbolicamente rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza e l'avvio effettivo di una fase di governo da parte dei suoi rappresentanti che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica – consultazione per la quale per la prima volta furono chiamate alle urne per un voto politico le donne – e poi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione. Il termine effettivo della guerra sul territorio italiano, con la resa definitiva delle forze nazifasciste all'esercito alleato, si ebbe solo il 3 maggio, come stabilito formalmente dai rappresentanti delle forze in campo durante la cosiddetta resa di Caserta firmata il 29 aprile 1945: tali date segnano anche la fine del ventennio fascista. “

La nascita della Repubblica Italiana avvenne nel 1946, a seguito dei risultati del referendum istituzionale del 2 giugno dello stesso anno, indetto per determinare la forma di stato dopo il termine della seconda guerra mondiale, ovverosia il mantenimento dello stato monarchico o l'adozione della forma repubblicana. La notte fra il 12 e 13 giugno, nel corso della riunione del Consiglio dei ministri, il presidente Alcide De Gasperi, prendendo atto del risultato, assunse le funzioni di Capo provvisorio dello Stato repubblicano. ( …. )

Il 2 giugno 1946, insieme alla scelta sulla forma dello Stato, i cittadini italiani (comprese le donne, che votavano per la prima volta in una consultazione politica nazionale) elessero anche i componenti dell'Assemblea Costituente che doveva redigere la nuova carta costituzionale. Risultarono votanti 12.998.131 donne e 11.949.056 uomini. Alla sua prima seduta, il 28 giugno 1946, l'Assemblea Costituente elesse a Capo Provvisorio dello Stato Enrico De Nicola, con 396 voti su 501, al primo scrutinio. Con l'entrata in vigore della nuova Costituzione della Repubblica Italiana, De Nicola assunse per primo le funzioni di Presidente della Repubblica Italiana il 1º gennaio 1948. … (wikipedia).

Il due giugno 2015 la REPUBBLICA ITALIANA compirà sessanta nove anni. Nel bene e nel male, attraversando ogni tipo di attentato criminale e di deroga al normale divenire di uno stato democratico, questo paese, il nostro paese, ha contribuito nel mondo alla civiltà ed allo sviluppo comune, comunitario europeo e mondiale; in questi anni il mondo ha visto contrapporsi le forze della Nato e quelle del patto di Varsavia in una guerra fredda costante quando non era guerreggiata in scenari terzi ad impedire l’esplosione di un terzo esaustivo conflitto. Caduto il muro di Berlino, con la riunificazione delle due Germania, l’espandersi della perestroika russa, l’assetto mondiale è via via cambiato per ridisegnarsi secondo confini naturali e/o di etnia sfociando, lì dove l’intolleranza riusciva a farla da padrona, in scontri e guerre che ancora oggi minano la tranquillità del mondo intero.

In questo contesto generale, l’Italia ha fatto la propria parte secondo accordi e convenzioni internazionali; è tra i paesi fondatori dell’Europa unita ed è, alla luce della più grave crisi economica dal 1929 ad oggi, tra i paesi mondiali uno dei colpiti dagli effetti di quella crisi. La totale insufficienza di una classe politica, sempre più degeneratasi in funzione di un liberismo selvaggio e di una filosofia di vita, dissoluta, amorale, asociale e consumistica spacciata per moderno sentire, ma in effetti votata alla pura e semplice amplificazione dell’interesse privato elevato a sistema, ha generato una crisi della POLITICA ed un rigetto verso quella politica di bassa lega, quasi ovunque così rappresentatasi, estremamente pericoloso di cui, quelle forze definitivamente sconfitte il 25 aprile di settanta anni fa stanno profittando per riaffermarsi con altre facce, altre forme, altri personaggi perseguendo sempre e soltanto lo stesso scopo: assumere un potere totale, totalitario e senza controlli .

In memoria di quelle che furono le vite che si spesero per la liberazione da un NAZIFASCISMO liberticida, assassino e criminale, occorre che ogni cittadino onesto che abbia, anche solo per un istante, provato il sapore immenso della libertà, si attivi e vigili affinché quei figli di puttana che vogliono fare di “questopaese” una sorta di MONARCHIA REPUBBLICANA restaurando ciò che era definitivamente morto e sepolto, non debbano correre a precipizio, ESSI FIGLI DI PUTTANA verso quella fine annunciata che inevitabilmente vedrà l’ultimo suo epilogo ….

nei mille piazzale Loreto che, costretti, ci saranno di nuovo in questa nostra patria mai come prima così vilipesa e trascurata.