… requiescat in pace … - di Francesco Briganti

07.02.2014 08:17

Mio padre è morto da poco più di un anno. Negli ultimi tempi della propria vita espresse il desiderio di essere sepolto nel cimitero della nostra cittadina; avrebbe potuto scegliere di tornare in Calabria per stare vicino alla povera mamma che lo aveva preceduto nell’ultimo trasloco o anche in quella Napoli che lo aveva visto nascere; fece quella scelta, però, per l’affetto per noi e per questa terra toscana, per questa Valle e per questa Uzzano che l’aveva accolto negli ultimi anni e nella quale si era integrato e che lo aveva riportato alle sue origini, sia pure senesi. Ha un loculo al cimitero. Un piccolo posto, pulito, accogliente, tenuto bene in cui riposano i corpi e non più le anime; davanti a ciascun loculo, tutti uguali per convenzione comunale, ci sono delle lampadine votive, alimentate a corrente, che sul far della sera si accendono e rischiarano l’attesa notturna di una resurrezione. Quella davanti al loculo paterno è spenta: non c’è più la lampadina; qualcuno del servizio manutenzione l’ha tolta. Ho scoperto, di aver dimenticato di pagare 24, dicasi ventiquattro euro, di canone annuale.
Lasciate che vi racconti, prima di proseguire, un altro episodio. Tornato dal lavoro, una sera,mia moglie mi avvertì che eravamo senza acqua: un addetto, senza avvisare e senza chiedere delucidazioni, era passato e ne aveva bloccato l’erogazione. Come prima cosa sappiate tutti che questa cosa non la DEVONO e NON POSSONO farla, quand’anche aveste miliardi di euro in sospeso e da pagare: una sentenza del tribunale di Enna fa legge in questo senso. Nel mio caso, comunque, era un atto del tutto abusivo in quanto noi si era in regola con i pagamenti; che la società “privata” che aveva in gestione il servizio non se ne fosse resa conto non era un nostro problema. Avvisato il comune ed la stazione dei carabinieri, essendo nel giusto a prescindere, ruppi i sigilli e ripristinai il mio diritto; per quanto ne so la situazione è ancora quella.
Nel primo caso che vi ho citato ero in torto mentre nel secondo no. Non pensiate che io abbia voluto semplicemente raccontarvi i fatti miei, se l’ho fatto ho un motivo ben chiaro in mente; in entrambi i casi citati, ma quanti altri potrei e potreste raccontare?, lo stato, questo stato, attraverso i propri, a volte e sempre più spesso, squallidi esecutori e pur essendo il primo esempio di manchevolezze varie, dalla più banale alla più grave ed anticostituzionale, elencarle è solo pleonastico, si dimostra duro, inflessibile e spietato quando deve avere, mentre è estremamente strafottente e distratto quando deve dare.
In questo paese, che definire una cloaca massima significa elogiarlo e mi assumo la responsabilità giuridica di questa affermazione, non esiste rispetto per niente e per nessuno: né per i vivi, né per i morti. Non ci si domanda mai i perché di una situazione; ci si disinteressa completamente dei cittadini e si procede con quella sterile intransigenza incurante degli eventuali e sempre più evidenti bisogni alla base di una situazione critica e di un mancato pagamento ed anzi, quanto più si avesse bisogno tanto più questa manica di farabutti governativi sono lì a colpire e ad infierire.
In questi giorni di finto, si finto, falso, fasullo, recitato, litigio generale, mentre le minacce si incrociano, si “parallelano”, si intrecciano e si lanciano e si ricevono da e per ogni dove e ragione politica, noi poveri cristi continuiamo a sbattere la testa ed apagare di tasca e in prima persona in cerca di una sopravvivenza da decimo mondo giacché le nove precedenti le abbiamo tutte sperimentate e sorpassate in una corsa sempre più veloce verso il baratro più nero.
Ho pagato la bolletta cimiteriale, ma non chiederò il ripristino del servizio per il semplice motivo che li “schifo”. Ho comprato un lume a batteria ed a mio padre ci penso io, da questi squallidi individui non voglio nulla.
NULLA!.