Resettare il navigatore, prego! - di Gino Gatto

03.09.2013 06:19

La titolare del Ministero per l'integrazione sembra aver dimenticato che la partita in atto va giocata nell'interesse della nazione Italia e non contro! - Dopo gli episodi di intolleranza nei suoi confronti, la signora Kashetu Kyenge detta Cécile, nata a Kambove, nel Katanga (Congo) di famiglia benestante di etnia bakunda, il padre funzionario statale (capo villaggio) sposato con quattro mogli che lo hanno reso padre di 39 figli. Ha studiato medicina e chirurgia presso l'Università di Kinshasa, in seguito una commissione governativa l'ha indirizzata alla facoltà di farmacia, grazie a compiacenze religiose ha ottenuto una borsa di studio per continuare gli studi di medicina presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Entra in Italia da irregolare e soltanto dopo qualche periodo di tempo regolarizza la sua posizione grazie alle istituzioni ecclesiastiche del nostro Paese, da sempre schierata a favore dei migranti (regolare, dati i suoi trascorsi), promotore dello jus soli.

Ultimamente a suo carico vengono registrate denunce nei confronti degli indigeni peninsulari di razza bianca europea etnia mediterranea, che avrebbero sminuito il suo essere medico chiamandola infermiera, sminuendo la professione e professionalità della categoria. Lecita la richiesta di pubblica ammenda da parte della categoria, che non intende fare da capro espiatorio per le manifestazioni di intolleranza subite dalla Ministro.

Questo attacco da molti viene letto come pretesa da parte del Ministro affinché gli italiani non solo accettino l'invasione des étrangers ma creino spazio a loro e cedano il passo; non ultimo la possibilità ai migranti di accedere alla pubblica amministrazione anche se irregolari... sembra quasi che si stia trasformando una Nazione a misura dei migranti... l'Italia è diventata terra di conquista col placet dei nostri stessi amministratori.
Non sarebbe bene ricordare, ad amministratori e non, che l'Italia ha una Costituzione e delle leggi, che le leggi vanno rispettate da indigeni e migranti, da europei ed extra-comunitari, da bianchi e neri, da medici e infermieri, da politici e politicanti, da magistrati e pregiudicati, … da tutti; anche per non far cadere nel vano la frase che campeggia nelle aule di giustizia: “La legge è uguale per tutti”, a meno che non si stia cercando di dimostrare che per qualcuno è:”... più uguale!”.

Chi bussa alla mia porta otterrà risposte, chi bussa alla mia porta verrà invitato ad entrare, chi non avanza pretese sarà ascoltato e, nei limiti delle possibilità esaurito; dopo aver soddisfatto le necessità della comunità “famiglia” alla quale appartengo!

I migranti sono degni di solidarietà, la comunità italiana mai si è tirata indietro nel concederla, ma il troppo è troppo; mi sembra che adesso i migranti desiderano dettare legge a casa mia... datemi del razzista, ne renderò conto!
Esorto la signora Kyenge a resettare il suo strumento di navigazione satellitare e ricalcolare il percorso!