… respirando … - di Francesco Briganti

24.05.2015 08:10

Non amo la gente!. La gente è stupida, è gregge, è massa informe, insapore ed incolore. La gente fa i propri bisogni lì dove anche mangia e regolarmente sputa nel piatto dove mangia; la gente non è mai responsabile di nulla, trova sempre un colpevole a qualunque cosa e gli si accanisce contro per l’insano bisogno di sentirsi innocente. La gente ha sempre un padrone o ne è sempre in cerca; è oggetto e mai soggetto; nel palcoscenico della vita ha un ruolo fondamentale quello di comprimario ad assistere ed osannare il messia turnista del momento a sparare le proprie cazzate sino a quando un altro più bravo, affabulatore affascinante, non lo sostituisse. La gente è quanto di più squallido ci sia tra le infinite miserie che esistono dell’ESSERE.

E’ deprimente avere a che fare con la gente. Non ci si ragiona o la si bastona o la si deve temere. La gente è ondivaga e pronta a rivoltarsi contro, non ha importanza a chi, giacchè dipende dal momento, dalla convenienza, dalla incapacità di distinguere il bene dal male, dal interesse stretto del proprio piccolo, meschino, miserabile orticello, fosse questo anche e solo riconoscibile in ottanta euro, in un vaffanculo lanciato alla luna, in una promessa di una unione mai veramente perseguita né raggiunta nei fatti. Spendersi per la gente e come tentare di svuotare il mare con un secchiello bucato; la gente esprimerà sempre un “aula sorda e grigia” disposta a diventare un “bivacco di manipoli” racchiuso in un parlamento “sprangato” e preda di un padrone assoluto.

Ed il PADRONE ARRIVA, prima o poi, ma arriva!.

La gente sono ( è voluto, non è un errore; ndr) vegetali riuniti in una serra a coltura idroponica; crescono per ingrassare qualcuno e mai sé stessi. Vegetano lasciandosi trasportare non da correnti libere di marea, ma dal fetore di acque limacciose e stagnanti dove prospera il vizio, l’abuso, il sopruso, la tirannia fisica e morale, l’integralismo ed il fondamentalismo. Sono vegetali che hanno concorrenze e mai sinergie, invidie e mai empatie, gioiose tristezze e infelici momenti di gaiezza riconoscendo sempre la temporaneità della propria condizione fosse nel alto dei cieli o nel più profondo degli inferni. Vegetali da insalata mista senza nemmeno un briciolo di sale e di olio a dar loro il carattere di un sapore quale che fosse. Se fossero animali, la gente, sarebbero un brulicare di topi di fogna attesi attorno ad una scorza di formaggio.

Amo le persone. Amo coloro che fanno un punto d’orgoglio mantenere intatta la propria dignità fosse anche e solo nello scavare nell’immondizia un tozzo di pane. Amo chi riconosce a sé stesso il piacere, prima ancora del dovere, di scatenare la propria capacità di critica, libera da condizionamenti, verso e contro ogni cosa. Amo chi non ha certezze, chi fa del dubbio una molla di ricerca, della analisi lo smembramento di ogni fatto e di ogni possibilità, chi è capace di dedurre ed è incapace ad accettare il verbo in quanto tale. Amo chi fa del proprio ragionamento la sua convinzione e di conseguenza agisce mai partendo da dogmi assoluti e sempre arrivando ad una azione funzione del pensiero e non del suggerimento indotto. Una persona non sarà mai schiava per quante catene possano cingerla o mura rinchiuderla senza scampo: una persona, quali che fossero le proprie restrizioni, avrà sempre per tetto un universo infinito!.

Una persona ha un solo dio, un solo credo, un solo cammino, un solo traguardo: l’anarchia a reggere un mondo che facesse di quei principi quelli fondamentali a regolarne le cose. Sì, anarchia; assenza di leader, assenza di governo, assenza di potere costituito. An arcos ( àv apços dal greco) non vuol dire CAOS senza regole e senza doveri; vuol dire, invece, rispetto del sé e degli altri in un mondo in cui tale rispetto è l’unica legge a regolare tutto ciò che da questo scende a cascata; quindi assenza di padroni, condizioni eguali per tutti ed ognuno, meritocrazia secondo qualità ed impegno, disponibilità e sinergie per e tra tutti ed ognuno; qualità, tutte, finalizzate al benessere generale senza distinguo a decidere chì vale cosa.

Anarchia è sinonimo di utopia. La natura umana è ancora troppo animale per renderla possibile e, dunque, da essa ci si allontana tanto più quanto più si facesse di ogni persona un membro costituente la gente; quanto più si ottundesse il libero pensiero e la libera espressione, quanto più si tendesse a seguire un capo comunque ed a prescindere; quanto più si rinunciasse ad ESSERE contentandosi di AVERE ed APPARIRE; quanto più si DESIDERASSE, PEGGIO SI PRETENDESSE, IL TUTTO E SUBITO!.

Io sono io. Forse non sarò ancora una persona, ma di certo non faccio parte della gente. Ho coscienza dei miei limiti e delle mie simpatie ed idiosincrasie ed ho un segno distintivo, quando mi guardo in uno specchio conosco e riconosco ciò che vedo. Ho intrapreso un cammino da lungo tempo e so che è ancora lungo e difficoltoso verso la meta, ma ciò che consola il mio andare è che quel cammino, prima in solitario …

sempre di più va riempendosi di compagni di viaggio.