RIDI … pagliaccio … - di Francesco Briganti
Lo sfizio degli Italiani è essere ironici. Parliamo di un popolo di persone pronte alla battuta.
Lo sono i “meridionali”: estremi, acri, pungenti, talvolta vendicativi sino alla cattiveria;e lo sono i “centrali”: gli uni pragmatici e fatalisti, gli altri un po’ menefreghisti, viveur del buono e del cattivo tempo, con punte raggiunte e superate di sarcasmo puntuale e feroce; e lo confermano i “nordici”: fideisti dell’umorismo classico, dell’autoironia e del motto salace ed intelligente non sempre dal risultato immediato. Tutti, comunque, padroni della propria realtà quotidiana, quella che si ama o si odia, quella che si subisce e si sopporta, quella disillusa di una speranza fallita, del disconoscimento ignorante del bisogno, quella del distacco crescente da una politica sempre più, e solo più, auto referente e lontana, anni luce, da ciascuno di loro. La rete, internet, ne è lo specchio più fedele!. L’ironia per gli Italiani è una forma di rivoluzione; è la loro forma di rivolta: comoda, incruenta, liberatoria.
I N U T I L E!.
Scialoja; la legge elettorale; il vilipendio del Re e Monarca Giorgio 1° da Capri; la sua stessa sempiterna presenza; il matrimonio omosexpoliticoistituzionale tra un pregiudicato ed un giovinotto rampante; l’inutilitilà delle esistenza di gente come i Fassina, i Cuperlo, la Di Girolamo, i Letta, gli Alfano e tutti gli altri fino al numero infinito che li comprenda tutti; i Grillo ed i Casaleggio profeti del nulla e del cazzeggio elevato a protesta; i D’Alema-Richelieu del cazzo: sintesi politica dello spione fallito ed impotente per sé, dannoso e nocivo per gli altri; i Razzi e gli Scilipoti: viandanti dell’ideologia cangiante e assoldata; la filosofia da sogno americano associata ad una capacità da quinto mondo dei pollitici (non è un refuso) precedenti e di quelli futuri, quale che sia la legge che li eleggerà e ne farà degli onorevoli; tutti, automaticamente sputtanati, una volta raggiunto il soglio della pensione a vita e subito dopo la proclamazione. Questi gli spunti di una comicità giornaliera e perenne che fanno di un popolo allo stremo quel gregge sacrificale da pranzo di pasqua imbandito al tavolo dei soliti noti.
Uccisi mentre sorridono; spellati mentre si congratulano per la loro verve; cucinati mentre si scompisciano; masticati e digeriti mentre altri, cinicamente, ne ruttano e ne defecano i resti con sazia, vibrante soddisfazione.
Battute per non prendere una mazza lavacro di tanta ignominia; Barzellette infinite per tacere la vigliaccheria di un mancato atto di coraggio. Un estremo pauroso, terrorizzato espediente pur di non guardarsi allo specchio, pur di evitare, così, di doversi sputare in faccia nel riconoscere la propria schifosa, triste, colpevole vigliacca impotenza. Senza trascurare lo sdegno, di tutti e di ognuno, ad accompagnare quella vis comica quando si dovesse celebrare e santificare, quella vittima, ogni vittima che resasi conto dell’immutabilità di una situazione incancrenita decida di dare un colpo di bisturi alla propria esistenza senza capire che altri ed altro doveva essere il bersaglio; o quell’altra a giacere sotto un cumulo di macerie, o in vita sospesa per una sanità malata, per una scuola disastrata, per una giustizia impossibile, per una italianità, qualsiasi, ricorrente.
E perciò, ridi pagliaccio!.
Hanno vinto anche quella battaglia che non si è mai fatta e mai si farà. Hanno lasciato campo libero alla parola, allo scritto ed alla derisione; ti hanno detto che questa era la democrazia; ti hanno dato le televisioni e mille giornali; ti hanno dato il diritto di gridare alla luna nel mentre che ti impastoiavano ed ancora lo fanno le mani ed i piedi. Sì, lo hanno fatto e continuano, senza timore e senza vergogna, ma olo perché sapevano con chi avevano ed hanno a che fare e lo sapevano perché altrimenti non sarebbero stati lì, non avrebbero potuto scalare e raggiungere le vette cui sono arrivati; erano consci, di esser il fior fiore ed i rappresentanti di questo popolo e, dunque, non avevano nulla da temere.
Quindi … ridi pagliaccio, ridi … continua a farlo, tanto smettere adesso
SAREBBE INUTILE!.