Rivoluzione Civile, ovvero il perché di una scelta … - di Claudia Petrazzuolo

14.02.2013 08:40

Il complotto che la magistratura italiana sta mettendo in atto nei confronti della classe politica di questo paese ha qualcosa di rassicurante quando si volesse finalmente ammettere che non di complotto si tratta, ma di semplice osservanza delle leggi (obbligatorietà dell’azione penale, art.112 Costi. It.; ndr) e dei tempi tecnici di una indagine seguita alla scoperta di malefatte di vario genere da parte degli indagati poi rinviati a giudizio o persino condannati sia pure in prima istanza. In ogni paese del globo un politico, a vario titolo indagato ed a maggior ragione se condannato, sceglie di rimettere il proprio mandato sia in funzione di un rispetto per le istituzioni sia per avere maggiore libertà di manovra nel sacrosanto diritto ad una difesa scevra da condizionamenti. In questo paese, invece, comunque ed a prescindere, il magistrato che si azzardi, anche solo, a fare il suo dovere nel rispetto della Costituzione, diventa immediatamente un pericoloso eversore; diventa comunista anche se è di destra (Borsellino, ndr) e di pari passo il politico bersaglio o il partito a cui appartiene diventano in singolo e/o in toto dei perseguitati politici al rango del grande Pertini o dei fratelli Rosselli di antifascista memoria: Mai nessuno che si chieda, chieda, pubblicizzi i perché, le carte, le intercettazioni ove ci fossero, i fatti che hanno spinto un giudice all’azione: e così, la parola di molto probabile colpevole assume la stessa valenza di un giudice ed il tutto per indurre al dubbio, alla dimenticanza, al maggior casino possibile di modo che alla fine IL PUBBLICO ELETTORE NON CI CAPISCA PIU’ NULLA.
Votare per Rivoluzione civile significherà aiutare questo stato a fare quella riforma della giustizia che porti nuove risorse ai tribunali, induca ad una maggiore velocità processuale, determini una certezza della pena nel rispetto dei diritti di ognuno.
Qualcuno continua a parlare di voto inutile riferendosi a quello espresso nei confronti dei partiti di nuovo conio sostenendo che questi non hanno nessuna possibilità di essere maggioranza e, quindi, di poter attuare il loro programma; disonestamente nessuno dice, però, che a quorum raggiunto ciascuno di Essi, con la propria rappresentanza espressa in Parlamento, ha il potere con i propri voti di condizionare la linea e le scelte del possibile futuro governo; non lo dicono perché questo indurrebbe tutti quelli che ragionano e votano in proprio ad indirizzarsi verso quel porto che ritengono più vicino e più consono alle proprie idee ed esigenze tralasciando di votare “ IL MENO PEGGIO “. Ciò detto, quindi, e riaffermato ancora una volta che ogni voto libero e convinto a chiunque dato è non solo importante ma necessario, VOTARE RIVOLUZIONE CIVILE, per quelli che come me sono di sinistra, significa indurre il PD a ricordare le proprie origine e, finalmente, a perseguire comportamenti e strade A QUESTE ORIGINI CONSONE.
Io sto con ingroia, E TU?.