… sabato notte … - di Francesco Briganti

23.05.2015 11:59

Ho aperto gli occhi alle tre e mezza!. Il mio personale Morfeo ha deciso in quel preciso istante che il suo turno di lavoro era finito e, come sarebbe diritto di ogni lavoratore che se ne fottesse di Renzi e dei suoi decreti e leggi, facendo valere il proprio diritto al riposo, se n’è andato, insalutato ospite, lasciandomi attonito e perplesso a chiedermi come cacchio avrei passato il resto della notte.

Scrivere?; le mie storie, i miei pensieri più segreti, le mie vicissitudini?; niente da fare, nessuna voglia, nessuna velleità pseudo scribacchina!. Disegnare, ecco …; macché!. Il foglio di paint ci provava a suggerirmi qualcosa; ma poi, immediatamente schifato dal risultato, quasi robot di volontà propria animato, subito si e mi chiedeva se proprio doveva salvare; al terzo invito lasciato sospeso il tempo necessario a dargli ragione, non valeva la pena, ho definitivamente chiuso anche quella aspettativa.

Facebook … no!; twitter ne ho schifo e ribrezzo; istagram neanche so cos’è; lavorare … è quasi una fantascienza di giorno, la notte sarebbe un prendersi in giro da soli; passeggiare … era troppo presto persino per me che gareggio con cani e gatti randagi per i viottoli di campagna; rimirare cielo e stelle impossibile sul soffitto di un maggio più marzo che giugno …; la televisione; non rimaneva che quella!.

Ho acceso; voce al minimo sindacale per non svegliare nessuno e con fare da esperto zappingnauta ho iniziato una esplorazione per i mondi dell’etere in cerca di una qualche avventura filmica piacevole da rivedere o interessante da scoprire e seguire.

Il Cristo di Zeffirelli … conosciuto a memoria; la vita è una cosa meravigliosa … con James Stuart già a buttarsi dal ponte … no!, era alla fine; rai scuola … impossibile da seguire; rai storia … una palla infinita; focus a domandarsi tremila volte su dieci se gli alieni ci hanno già invaso o siamo noi che gli abbiamo fatto il bidone cambiandone la natura eterea in letame spicciolo e in grande abbondanza; i canali sportivi a magnificare lo sforzo fisico e mentale nel Carling o del backgammon nei paesi del nord Europa.

Stavo pentastellatamente per mandare affanculo anche la televisione, intesa sia come elettrodomestico che come mezzo mediatico, quando in un ultimo zapp capito su di un canale con una musica accattivante a fare da sottofondo ad una scena ad inquadrare una di quelle camere da letto stile ottocento. Un letto a baldacchino nel mezzo di una grande stanza e arredi rococò da per tutto; su di un comodino di fianco un abatjour a diffondere una luce rossastra attraverso quello che avrebbe dovuto essere un foulard di seta arabescato. Una scena fissa e senza movimento alcuno che mi ha incuriosito per un paio di minuti.

Proprio nel momento in cui stavo per spegnere definitivamente, quasi lo sentissi anche io sulla pelle, le pareti del baldacchino si sono mosse come sospinte da un soffio di vento ed infatti, una veranda appena visibile nella parte destra della scena si apriva e, nella stanza, entrava una signorina già in abiti discretamente e, mi si perdoni, piacevolmente discinti.

“ Voilà … “ ho laidamente pensato “ … non si dorme, ma qualcosa di interessante alla fine avrò pur visto … “.

Bene!. Vi dirò che mi sono bastati tre minuti di ascolto sempre meno interessato per rendermi conto che se, ancora oggi, c’è qualcuno che ricorre a quel tipo di sesso, virtuale o poi attuato nella pratica che fosse, vuol proprio dire che questa società è messa peggio di quello che ognuno di noi pensa. Ciò che la signorina prometteva era vecchio quanto il mondo solo espresso nella maniera più estemporanea e fantasiosa e con il doppio scopo di occupare ogni spazio possibile, capisciamme, con qualsiasi cosa fosse atta all’uopo.

Tutto questo, fino al momento in cui e senza accorgermene mi sono addormentato.

Io non sono così anziano da non avere un certo tipo di desideri e, graziadio e per ora, ho ancora quelle forze necessarie a soddisfarli; ciò nonostante, la cosa, previa una simil eccitazione, immediatamente sospesa nel pensare allo squallore dell’insieme ed al mercimonio, comunque, sempre di sotto fondo e palesemente presente, mi ha letteralmente fatto da sonnifero richiamando al suo dovere proprio quel Morfeo che, indottomi al sonno più profondo deve essere rimasto, poi, lui a decidere se continuare nella visione o no. Quando alle sette ho riaperto gli occhi, come è e come non è, la televisione era comunque spenta.

Alla fine di questa cronaca, ora!, non troverete la solita reprimenda sulla decadenza dei costumi e sullo schifo mediatico che si riesce a mettere in programmazione; non è nelle mie abitudini ergermi a moralista, anche perché non avrei alcun diritto a farlo ripensando a quel primigenio ed animale attimo di eccitazione; trovate, però, soltanto un domanda, l’ennesima, tra quelle che io mi ostino a fare di continuo: “ … ma davvero vogliamo sentirci tutti dei papponi, dei magnaccia, dei lenoni ...

incassando SOLDI con il mestiere più vecchio del mondo? “ .