Santiago, America meridionale, 1973 … - di Francesco Briganti
… e, dunque, dicevamo che questo è un paese strano!. Diversi sono i motivi alla base di questa mia affermazione, la si può condividere o meno, ma occorre che alcune cose che mi stanno sul gozzo io le dica non tanto e non solo per mettere una pulce nelle orecchie di chi legge, ma anche e forse sopra tutto perché così facendo io attenuo quel senso di pericolo che mi scorre lungo la schiena; così che, e con buona pace di tutti, ognuno, poi, ne tragga le riflessioni e le conclusioni ognuna funzione del proprio essere e pensare.
E’ un fatto che in Italia si sta male e che se le cose continuano così si vivrà sempre peggio.
E’ un fatto storico che in Italia è nato un movimento che vede racchiuse in sé anime differenti per estrazione e cultura; è un fatto che tal movimento, pur avendone una forte possibilità, ha rifiutato a prescindere ogni spirito di collaborazione ed ancora si dichiara, a torto o a ragione, alternativo in toto ad ogni proposta dell’establishment esistente che vuole azzerare e sostituire con propri esponenti con pieni ed esaustivi poteri; è un fatto che al comando di queto movimento esiste un duopolio che apprezza come il succo di limone negli occhi tutti coloro che non la pensano pedissequamente come loro; è un fatto che, sempre tal movimento, non voglia rapporti con i giornalisti definiti servi del potere e che, sembra, ne voglia fare delle liste di proscrizione; è un fatto che l’animosità verbale dei componenti e dei supporter di tale movimento spinge sé stessa ad una acrimonia maggiore ad ogni giorno che passa.
E’ un fatto che, da ieri, categorie della popolazione hanno cominciato a scendere nelle strade non più per manifestazioni estemporanee ed a termine, ma con intenti ad oltranza e decise a spingersi sino a ” marciare” su Roma; è un fatto che tra i componenti di queste categorie si fa un uso spregiudicato ed irresponsabile della parola rivoluzione; è un fatto che la gran parte degli animatori di queste manifestazioni si sono detti e si dicono di destra; è un fatto che, tutti loro, pur avendo sicuramente ogni ragione dalla loro parte, adottano un modo estremo per rivendicarle e per cercare di ottenerne una soluzione; è un fatto che il trasporto pubblico è una delle necessità nazionali ed è un ulteriore fatto che bloccandolo i paralizza un paese; è un fatto che da sola questa minaccia quando attuata avrebbe conseguenze drammatiche.
E’ un fatto che in alcune sedi delle manifestazioni ieri, improvvisamente, quelle forze dell’ordine che a Genova durante il G8 martoriarono e massacrarono, e ciò per sentenza in giudicato, manifestanti innocenti e dormienti in una scuola nonché quelli arrestati e rinchiusi in una caserma, quelle forze dell’ordine, dicevo, si sono tolte i caschi anti sommossa e hanno fraternizzato con i manifestanti.
E’ un fatto che il Cile di Pinochet ebbe la sua origine da manifestazioni simili e da comportamenti uguali. E’ un fatto che in questi anni s’è fatto di tutto per azzerare l’importanza dei sindacati e la loro capacità di mobilitare le masse unitariamente; è un fatto che la sinistra e divisa in tante piccole parti ciascuna delle quali bloccabile e paralizzabile in qualsiasi momento; è un fatto, e sto per chiudere la mia riflessione, che il maggior partito della sinistra da anni insegue e pratica un politica che della sinistra non ha assolutamente nulla; è un fatto, infine, che siamo un popolo di pecore, col muso chino al proprio fraticello e attese soltanto al proprio miserabile, meschino orticello.
Racchiuse tutte assieme queste cose, io se fossi in altro paese comincerei a chiedermi cosa si sta preparando e quale potrebbe essere il mio domani, ma sono, siamo, in un Italia patria del fascismo e dunque comincerò a frequentare i discount, a fare riserve alimentari e comincerò a conoscere le montagne attorno casa mia.
Non si sa mai … .