… santo subito … - di Francesco Briganti

13.07.2013 08:17

Qualche giorno fa scrivevo che “ … il piccoletto perde oggi perché è sicuro di vincere domani … (venghino signori, venghino; nota, ndr) “. Immaginando una magistratura oramai sotto il controllo della politica, davo per scontata l’assoluzione del puttaniere; avevo immaginato però una sentenza della Cassazione in tempi più lunghi, quei tempi necessari affinché lo sdegno montato ad arte dalla corte ( … siamo tutte puttane …) del signore dei postriboli riuscisse modificare in tal senso l’autonomia della magistratura. Ero stato, nel mio pessimismo, molto ottimista: ebbene, sbagliavo!. La cassazione ha fissato entro questa fine mese “l’udienza del dentro o fuori”. Anche per questa decisione il puttanaio (reo confesso in questo) ha scatenato ondate anomale di sdegno privilegiando le ragioni del martirio giustizialista all’effettiva verità legislativa: la necessità come previsto dal codice di avere una sentenza onde evitare una prescrizione. Conseguenza di questo battage e lo slogan diffuso: “ … demartirizziamo il martire dal martirio …”, (repetita iuvant perché non si sa mai; ndr) hanno fatto si che quell’immondo foglio che abusa nella testata di una parola sacrosanta ed alcuni ligi servi del Pd abbiano ipotizzato e messo in scena due possibili soluzioni alla cosa: una grazia regale ed una leggiastra, neologismo ad hoc, che a leggerla non ci si capisce niente (almeno per quanto mi riguarda), ma il cui succo è dare un ulteriore anno di tempo al più famoso tra gli utilizzatori finali. Sua Maestà re Giorgio primo da Ischia, ha tacciato di “analfabetismo e sguaiatezza istituzionale” l’immondo foglio, ma non perché l’atto di clemenza non sia in qualche mondo, non questo, possibile, ma perché, io ne sono convinto, con la propria affermazione il giornalaccio sputtanava, è proprio il caso di dirlo, le regali intenzioni recondite del sovrano; egli, infatti, aveva, son sicuro, già una larvata idea in tal senso; oh!, sia chiaro, non per mera gratitudine, infondo un secondo mandato che cosa vuoi che sia?, ma solo perché il Paese, questo paese per il bene del quale si sotterrano i paesani, ed il suo governo ne avevano necessità per continuare ad esistere. Che l’esistenza, poi, sia una quint’essenza da fogne di Varsavia al tempo dell’occupazione nazista, questo è uno degli aspetti che, a voi/noi miserabili servi della gleba, non deve preoccupare più di tanto; anzi, se ci sbrighiamo a morire per il fetore e lo schifo, tanto di guadagnato per i “signori” che restano. Che dire poi di quella colonna portante del nano espressa e realizzata dal rapporto odio amore che lo lega ai quei porci comunisti (quali?, dove?, come?, perché?, ndr) del Pd?; nulla da eccepire, bisogna ammettere che quel tal partito sta svolgendo degnamente il suo ruolo di Giuda tra gli apostoli, non mancando mai, ma proprio in nessuna occasione, di far sentire il calore, l’appoggio, la più accesa fidelizzazione alla causa. Causa che si deve intendere mai dovuta ad egoistica a pretestuosa difesa della propria sopravvivenza, ma altruisticamente votata anch’essa al supremo bene della nazione: cosa se ne farà questa nazione di tutte queste badilate di bene, quando i suoi abitanti saranno defunti per intervenuta inedia e impossibilità vivendi, questo, qualcuno, prima o poi, ce lo dovrà spiegare; magari siamo noi, poveri stupidi, io direi piuttosto fessi, che non riusciamo a capirlo, ma che nessuno abbia mai avvertito l’esigenza di spiegarcelo, anche questo è un dato. Dunque la fine di luglio; il signore sui tacchi va sbandierando sicumere di assoluzioni al doppio scopo di subornare e auto convinzione per sé e per i suoi; noi che ancora crediamo ad un briciolo di giustizia per il bene superiore di un paese che a noi non ne vuole, noi che ancora ci sottomettiamo alle sentenze di un tribunale, noi che non adeschiamo a suon di euro diciassettenni caste e pure, noi che non abbiamo società in paradisi fiscali, noi che fatichiamo ad accoppiare pranzo e cena, NOI sappiamo che la nostra pazienza è al limite e, per il bene di un paese che a noi di bene non ne vuole (repetita … eccetera eccetera), di questo la cassazione dovrà tener conto perché: anche noi abbiamo il diritto di subornare ed anche noi desideriamo anzi agogniamo, per l’ennesima volta, di ILLUDERCI CHE QUESTA ITALIA SIA UN PAESE NON BENEFICATO MA semplicemente NORMALE!.