… scion scion … (e. moricone) - di Francesco Briganti

02.01.2016 09:06

Non ho ascoltato il presidente Mattarella nel suo messaggio alla nazione consueto all’ultimo giorno dell’anno. Non ho ascoltato Grillo nel suo oramai farneticante pistollotto solito che accomuna tutto e tutti alla schifezza del “fuoridalmovimento”.

Non ho perso quel mio tempo giacché, come tutti io credo, sono stufo delle chiacchiere da qualsiasi parte esse vengano ivi comprese quelle di quelle particelle impazzite della mia sinistra che nascono come funghi dopo una giornata di pioggia ed ogni tanto fingono di voler raggrupparsi in un consesso a lottare per poi immediatamente dopo scoprire che non andrebbero d’accordo nemmeno sotto tortura. In tutti, dal presidente a scendere giù sino all’ultimo tra gli ultimi italiani, è una bella lotta!, io riconosco, per quel che questo vale, la vigliaccheria del “armiamoci e partite” propria degli ignavi genetici e dei finti rivoluzionari.

Non si adombri nessuno!.

Non stiano lì i pentastellini, crasi tra stellati e grillini, a sommergermi di improperi: uno, giacché non me ne fregherebbe un accidente; due, giacché basterebbe ragionare sulle cose reali e non sulla propaganda per verificare lo stato dell’arte; tre, giacché il tutto sarà confermato, penso proprio di sì, o smentito al massimo tra qualche briciolo di tempo ancora checché il prode Beppe o il fantasmagorico Casaleggio pontifichino e nonostante la serietà e l’impegno di un Di Battista o di quegli altri due o tre che veramente valgono qualcosa in quel movimento.

Non si offendano nemmeno i puristi del Matteo pensiero abituati come sono a bersi ogni “pisciata da miniculpop” che il putto fiorentino, figlio, sodale e complice di altri putti come lui, lascia cadere a “mannaneldeserto” per gli affamati speranzosi di un cambiamento per il cambiamento a discapito del perché, del come e, comunque, dei risultati. Questi signori hanno, si dice al mio paese, la magiatoia bassa e dunque, per loro e fino a che non saranno toccati in prima persona, ogni sacrificio altrui è doveroso e necessario al bene del paese. Che poi quel bene coincida con il loro, beh!, questo lo lasciamo ai gufi ed ai malpensanti.

Tanto meno abbiano ad incazzarsi tutti i “sinistri più a sinistra di qualsiasi sinistra dovesse dichiararsi tale”; essi sono i più colpevoli sodali e complici di chiunque al governo, comunque si spacci, è atteso a realizzare programmi di destra. Se non lo fossero, io affermo, o non lo fossero in piena criminale coscienza, metterebbero da parte ogni divisione, sostanziale o effimera che fosse, per agire finalmente con decisione e spirito di lotta vera, dura, continua e determinata ad una vittoria risolutiva. Visto che ciò non accade mi sembra palese il quanto essi siano normalizzati alla situazione e quanto si ritengano soddisfatti dall’essere la realizzazione pratica del nulla eletto a sistema di vita.

Quanto ai rivoluzionari del “armiamoci e partite” di cui mi disonoro di far parte nonostante io qualcosa nel mio piccolo pure faccia, essi sono la maggioranza fintamente urlante di questo paese. I loro mezzi sono i più vari e fantasiosi: dai social alle estemporanee rivoluzioni in forma di scioperi ad orari di ufficio, dalle manifestazioni urlate ali cordogli più sperticati per quella morte sul lavoro o per quel suicidio per disperazione, dal portarsi ad esempio di vita al successivamente tradirsi in maglioni di cachemire o per partecipazioni “costrette” a questo o a quel evento mondano o fintamente e nostalgicamente goliardico, essi ammettono tutto ed il suo contrario tranne la propria, concreta, esaustiva inutilità.

Quindi il 2016 ed il paese. L’anno nuovo nasce sulle ceneri del precedente nel mentre che il paese festeggia, senza mai ammetterla con sé stesso, la propria crescente decadenza confermata proprio dalle parole di coloro che criticano, condannano, si dolgono dello statu quo dimentichi del fatto che ne sono artefici e gestori a tutt’altre faccende affaccendati. Perciò, passata l’esaltazione dei primi momenti del dopo fatidico ultimo scoccare della mezzanotte, parlare di auguri mi sembra stupido e contro producente così che viene più spontaneo dire …

“ giù la testa … coglione! “.