Scrivere … - di Francesco Briganti

12.09.2013 01:22

Ho nella mia biblioteca il libro “ Incontro con Io” di Eugenio Scalfari; è un libro difficile, intimo, ma è Scalfari, nella sua maestria nello scrivere, nell’”Essere”, nel dare una dimostrazione, quando mai ce ne fosse bisogno, della propria esistenza. Ho letto, oggi, la lettera che Papa Francesco ha inviato ad Eugenio Scalfari in risposta agli articoli, direi ai messaggi, che lo stesso ha dedicato all’enciclica del Papa ed a Lui stesso. Ciò che si ricava da entrambe le cose è qualcosa di personale, talmente soggettivo, che il parlarne ne banalizzerebbe la natura e ne sminuirebbe il significato. Ma, evitando di parlare di questo mio sentire, mi piacerebbe invece parlarvi di una memoria che questo leggere, riga dopo riga, è affiorata prepotente e chiara come una giornata di sole. Chi segue Scalfari, ed io lo faccio anche se molte volte e per quel che vale ne dissento, sa che il grande giornalista si definisce un non credente, almeno nel senso tutti si da, di solito, al termine; credo, poi, che tutti i cristiani, la maggior parte di sicuro, abbiano accolto l’elezione di Francesco al soglio di Pietro come una vera rivoluzione; può darsi che, davvero, questa volta il Padreterno abbia deciso di illuminare i Propri ambasciatori nello sceglierlo. Una breve parentesi per dire che Francesco sembra stia operando un’opera di “Cristianizzazione” nella chiesa cattolica romana in quanto uomini, opere e, speriamo, doveri; sarà un compito pericoloso come il virus ebola conoscendo la natura umana, ma io spero … se la cavi; è questo, comunque, un altro discorso di cui spero essere capace di occuparmi prima o poi. Dicevo della mia memoria e del suo affiorare prepotente. Ebbene nel mentre che leggevo io ricordavo un altro libro e degli altri, in questo caso, personaggi. Il libro è “ I promessi Sposi” ed i personaggi sono l’Innominato da una parte ed il Cardinale Borromeo, storicamente esistito, dall’altra. L’Innominato nel libro impersona il male assoluto, è un cattivo convinto, ma al contempo è persona travagliata e in piena crisi esistenziale, con un tormento dell’animo che si fa sempre più forte più che passa il tempo e più che le malefatte si sommano l’una all’altra. Il cardinale, invece e questa è storia, è persona in cui il Cristo si rivela in ogni parola, gesto, comportamento complessivo. Due opposti, nel vero senso della distanza possibile, al massimo grado espressi. Dopo il rapimento di Lucia Mondella, ennesima ed ultima occasione criminale di cui l’Innominato si rende autore, il tormento dello stesso si acuisce e diventa insopportabile ed il nostro, perché è questo che diviene, per chi ne segua il cammino, un colpevole che mostri di aver capito i suoi sbagli e senta forte la necessità di una redenzione possibile, comincia a suscitare pietas ed incoraggiamento a perseverare nel suo tormentato cammino. Quando, alla fine, sia pure titubante e inizialmente incredulo, questo cattivo si fa incontro al Cardinale Borromeo, nemmeno sperando di essere ricevuto ed invece da questi viene accolto come un fratello che si prostra ai suoi confronti autoaccusandosi per non essere stato lui a cercarlo per primo, ecco che nell’animo di chi legge scoppia letteralmente la figura del CRISTO uomo diventato figlio, quando già non lo fosse, di Dio. Il rapporto giornalistico epistolare tra questo Eugenio, che di certo non è un cattivo, ma che si definisce un ateo, e questo Francesco ha, per me e per ciò che questo, ripeto, possa valere, qualcosa di quell’altro incontro, ne ha l’aspetto mistico ed intimo, per quanto pubblico possa essere, e ne ha tutta la poesia e la sacralità che due esseri umani possono riuscire a creare: questo al di là dei contenuti, pur alti e pregnanti di cui sia l’uno che l’altro esprimono con le parole scambiate. HO provato un piacere ed una soddisfazione personale, dovete credermi e mi è sembrato do tornare sui banchi di scuola e su quelle ali della fantasia cui mi spingeva il Manzoni quando mi perdevo in quella lettura … mi è venuta voglia di scrivere e l’ho fatto. Spero perdonerete questa piccola narrazione di un momento.