Scrivevo di essere invecchiato. È vero. - Michele Giamba

09.03.2016 09:56

Martedì sera appena rientrata, mia moglie mi chiedeva come mai non ero al consiglio comunale. Ho risposto che era per mercoledì ( oggi).
Dopo una rapida verifica, maledettamente in ritardo, sotto la doccia e subito in consiglio dove all'ordine del giorno l'ennesimo vile attentato di stampo mafioso ai danni della piccola impresa di un nostro concittadino nonché consigliere comunale.
Ho chiesto scusa del ritardo alla fine dell'intervento in corso.
Avevo dato uno sguardo rapido alla platea, le istituzioni e i cittadini presenti e ho continuato con calma ha riflettere su ognuno di loro e sulla mia terra persa per sempre, non piu recuperabile, non solo perché dissolta dal disastro idrogeologico, ma perché i cittadini calabresi non vogliono capire cosa è una associazione di stampo mafioso e soprattutto cosa è l'appropazione indebita. Non è conveniente capire il confine tra legalità ed illegalità, perché nel vivere quotidiano viene praticata l'illegalità diffusa.

Senza ombra di dubbio, atti intimidatori verso una persona e la sua famiglia da parte di animali, esseri immondi e vigliacchi che si aggregano in associazioni e usano il terrore e la ritorsione per i loro affari È la cosa piu spregevole di questo mondo.

Non lo sono di meno però quegli uomini in giacca e cravatta che sfruttano la povertà, l'ignoranza e collusi con la mafia occupano le istituzioni e si appropiano indebitamente insieme a loro di quelle risorse destinate al lavoro e alla crescita del mio paese e della mia regione.
Fatte le dovute eccezioni e rendendo onore soprattutto a coloro che hanno perso la vita per combatterla, (è un lungo elenco), e di quelli che ogni mattina si alzano e con sacrificio e nella legalità provvedono al fabbisogno della famiglia, una grande parte dei miei concittadini e dei calabresi non possono non essere dichiarati complici, collusi e mafiosi.

Omertosi, vivono insieme a loro, fanno l'inchino, li rispettano, chiedono ad alcuni di non essere toccati e agli altri di sistemare la figlia o di coprire un incarico dirigenziale.
Evadono le tasse, lavorano in nero quando sono in malattia da impiegati pubblici o in nero nella stessa impresa o azienda dove sono occupati per mesi regolarmente.
Sono tutti/e braccianti agricoli o invalidi al 150% e si raccomandano per avere oltre l'indennizzo di invalidità anche l'assegno di disoccupazione.
Votano e scelgono sapendo della disonestà dei loro candidati, cosi possono essere soddisfatte le loro richieste illegittime.
Non si ribellano quando chi li amministra agisce nella illegalità diffusa sommergendoli di rifiuti e li fa vivere in mezzo alle discariche e dissipa il patrimonio pubblico e fa affari con loro.
Questi cittadini riconfermano quella classe dirigente anche quando indagini di autorità giudiziaria ne certifica l'appartenenza ma non ha le prove per metterli in galera.
Erano solo alcune delle mie riflessioni prima del mio intervento, non solo come atto dovuto come consigliere di minoranza, ma per la vicinanza e l'appartenenza a quel ragazzo che ho visto crescere dal suo primo giorno di vita.
Ho guardato quella platea e so che resterà solo, non sarà l'ultimo, nessuno li fermerà.
Sono diventato vecchio, non per aver confuso il giorno o per l'età, ma perché ho perso la speranza di riscatto della mia terra e soprattutto perché non ho avuto il coraggio di dire che
LA COLPA È IN BUONA PARTE DEI PRESENTI E DEGLI ASSENTI, PERCHÉ SONO COMPLICI E MAFIOSI. SCONFIGGERE LA MAFIA NON CONVIENE.
VIVERE NELLA ILLEGALITA' È CONVENIENTE ED ELEGGONO LA CLASSE DIRIGENTE CON IL LORO SOSTEGNO SPERANDO DI ESSERE INTOCCABILI E RICAVARE VANTAGGI E PROFITTI.

Sono vecchio, stanco di lottare contro i mulini a vento, la lotta è impari i giovani sono morti senza mai combattere e affidano il loro futuro al politico di turno o al " padrino" entrambi per come certificato dalla AUTORITA' GIUDIZIARIA lerci mafiosi.