… se avanzo … se indietreggio … se … - di Francesco Briganti

27.12.2014 08:40

L’altro giorno ho assistito ad un incidente; “ … guarda che stronzo … “ ho pensato all’indirizzo di un auto che, non rispettando una precedenza, investiva, per fortuna in modo lieve, un'altra vettura in una rotatoria. Mi sono fermato al lato della strada pronto a dare le mie generalità come testimone se ce fosse stato bisogno se non che, dalla macchina investitrice scendeva un mio caro amico; in una frazione di secondo mi sono reso conto di quanto una situazione diventi opinabile non appena entrano in gioco degli interessi: all’improvviso l’altra auto avrebbe dovuto rallentare, se l’era andata a cercare ed il suo guidatore poteva senza dubbio stare più attento. Vigliaccamente ho preferito tornare indietro senza dare alcun contributo alla verità. Io credo che istintivamente, tutti ed ognuno, saremmo pronti e collaborativi al trionfo del vero e del giusto, ma poi l’intorno condiziona e decide per noi e noi lo lasciamo fare.

Il tre febbraio 1998 un caccia americano pilotato da un imbecille tranciava un cavo di una funivia uccidendo 20 persone; l’equipaggio di quel caccia non fece in tempo, metaforicamente parlando, ad atterrare che già era in viaggio verso gli Stati Uniti i quali affermarono che i militari americani, in quanto tali, sarebbero stati puniti se giudicati colpevoli dalla giustizia americana ed in America. Per quanto fossero indignate l’opinione pubblica e la nostra giustizia, così fu ed i nostri politici nulla poterono per tutelare le vittime ed i loro parenti. Non so nulla di risarcimenti, non mi interessa se quel equipaggio fu poi punito, niente mi frega di come finirono le cose. Quello che so è che un paese sovrano, fregandosene di chi avesse torto o ragione si sottrasse ad un tira e molla quale è quello al quale i nostri due marò, colpevoli o peggio, molto peggio se innocenti sono sottoposti dalla giustizia e dalla politica indiana. Ancora una volta lo squallore e l’ignavia di politici vigliacchi e senza vergogna mostra al mondo la propria inettitudine senza battere ciglio perché delle due l’una o i due sono colpevoli ed allora tutta la bagarre in essere non ha ragion d’essere oppure sono innocenti ed allora non si sta a pregare nessuno, li si difende portandoli, prima di tutto, via da dove sono e poi si discute.

Ipotizziamo per un attimo che fossero colpevoli. Chiunque abbia fatto il servizio di leva conosce la doppia verità di un ordine in tempo di guerra o di pericolo; le regole di ingaggio che individuano il limite minimo di sicurezza passato il quale l’uso delle armi non solo è ammesso, ma diventa addirittura necessario hanno una facciata pubblica che rispetta convenzioni ed accordi ed un’altra figlia delle segrete stanze in cui quel limite è posto ad una discrezionalità tutta soggettiva e decisa dal agente sul campo e dunque diretta funzione del momento e della situazione. Declinato il caso in cui i soggetti protagonisti siano degli assassini di professione o dei folli armati, allora i due marò non possono e non devono essere considerati colpevoli, altrimenti ed a maggior ragione si dovrebbero chiamare in causa i loro superiori ed in un crescendo rossiniano, il corpo di appartenenza, le forze armate a cui quel corpo appartiene, la nazione di quelle forze ed il suo responsabile, primo cittadino e capo unico.

Quando questa catena di sant’Antonio si ferma al primo gradino non ci si sbaglierà se, anche senza sapere di quale nazione si tratti, si ipotizza immediatamente che si tratta dell’Italia, paese notoriamente svaccato dalla inefficienza, dalla ipocrisia del rispetto del diritto internazionale, dalla paura di perdere questa o quella considerazione, questo o quel contratto, questa o quella opportunità economica, riuscendo allo stesso tempo e così a mortificare i propri soldati, a perdere ogni rispetto, a dimostrare quanto grande sia il proprio genetico schifo politico e morale.

Mancano 4 giorni al 2015; uno dei due marò ha avuto un ictus e gli indiani gli hanno concesso cure e riabilitazione in Italia; lo rivogliono indietro entro il sedici gennaio prossimo, ma nel paese dei furbi e degli intrallazzatori, è così difficile diagnosticare un aggravamento e, sopra tutto, è così difficile affidare all’altro una valigia diplomatica e riportarselo indietro?.

ma si sa, chi mal comincia …. .