... se ... ma ... forse ... - di Francesco Briganti

17.06.2014 12:09

Nello scorrere della vita occorrerebbe avere delle certezze; quando l'unica certezza possibile è l'incertezza eletta a sistema, tutto può succedere: il meglio del meglio e/o il peggio del peggio. Succede, però, che nella migliore delle ipotesi, ci si arrenda ad una condizione che non è né l'una né l'altra cosa e che, pur mostrandosi, talvolta, con punte infime o massime, il modo di essere di ognuno si stabilizzi mediamente, tra il bianco ed il nero, assumendo colorazioni di un grigio asfissiante e mortificante a cui ci si abitua al punto tale che ogni altra sfumatura o colore possibile ci appaiono, a ricercarli, come un rischio inutile e destabilizzante.
Quando questo grigiore accomuna centinaia, migliaia, milioni di persone ecco che queste smettono di essere tali e diventano " la gente ". La gente non è mai espressione figlia di un'idea o di un ideale; la gente è viscerale, è un attacco di diarrea, è un fiume in piena impetuoso e violento, è un qualcosa la cui forza distruttrice può essere salvifica in senso distruttivo, ma non riuscirà mai ad esserlo in senso costruttivo. La gente in un affratellamento senza distinguo e senza direzioni conosce un solo punto d'arrivo: quel " adesso basta " che porta alle prese delle varie Bastiglia, alle ghigliottine ed alle fucilazioni di massa, alle dittature più tetre e criminali. In questo la storia, quando si riuscisse a farne memoria, sarebbe una maestra di innegabili virtù.
La gente, però, non ha ricordi; la gente non ha memoria; la gente non ama la storia. La gente guarda all'oggi e non vede il futuro; per la gente" il tutto e subito" diventa l'imperativo dal quale non si esce se non con la negazione di tutto il precedente e poco importa se quel precedente non era, non è che il figlio di quella gente stessa.
La gente vuole un capo; la gente vuole qualcuno che gridi al cielo il suo disamore e se ne faccia bandiera; la gente vuole riconoscere e riconoscersi in qualcosa ed in qualcuno; la gente non vuole essere un "noi" somma di tanti "io" razionali e responabili, ma crede in un "noi" figlio di un "IO" super pares a cui affidarsi e dalle cui labbra pendere senza se e senza ma. La gente diventa madre, sposa, figlia ed amante di colui che la asseconda fino a che non ne diventerà la nera signora a falciarlo senza alcuna riflessione sulle proprie responsabilità e senza nessuna pietà. La gente è la gente: è stato, è e sarà sempre così!.
Ed ecco allora i Berlusconi, i Grillo, I Renzi. Attori alternativamente e progressivamente protagonisti di quella commedia dell'arte solo italiana che va in scena a ruoli magicamente, magistralmente, opportunamente invertiti secondo la necessità, il momento, le esigenze della gente.
Ed ecco così le percentuali di scelta simbolicamente oceaniche e numericamente risibili in valore assoluto;
Ed ecco la " rete " ed i media ad assumere il ruolo di simulacri deificati ad esprimere quelle volontà che, effettivamente di pochi, vengono spacciate come volere della nazione e del popolo.
Ed ecco quel "bene del paese " che, non si sa perché, non corrisponde mai, ma proprio mai al bene dei paesani.
Ed ecco che essendosi ognuno di quegli attori, di volta in volta, sputtanato in prima persona il perché dell'evolversi delle offese e delle ripudie, ciascuna e tutte, poi rinnegate e sfociate in alleanze impossibili, inconcludenti nella loro ignavia fattiva ad un cambiamento.
Ed ecco il perché di un "oggi" ancora una volta specchio di una "gente" che ha trovato il proprio momento liberatorio di nuovo e come sempre in "dei ex machina" che fingono di provare oppure proveranno, magari anche in buona fede (sic!), a cambiare tutto nell'unica certezza, comune ad ognuno di loro, che niente cambierà.

Per cui siatene dubbiosamente certi, l'INCERTEZZA resterà l'unica certezza!.