… se telefonando … - di Francesco Briganti

05.06.2015 08:28

Alla deriva. Trascinata dalla corrente la barca scarrozzava lenta a qualche centinaio di metri dalla costa. Qualche minuto alle cinque, visibili in contro luce, le scogliere della marina si stagliavano nette sulla faccia delle case poco più al interno. Alle loro spalle il sole sorgeva lentamente azzurrando, con dovizia di particolari e ridisegnandone i contorni ogni cosa ancora più indietro. Oramai lontana, la foce dell’Arno mischiava il dolce ed il salato nemesi della vita di ognuno. Muta compagna di speranze la lenza scendeva oltre il mio dito perdendosi nelle acque profonde; un lieve, dolciastro odore di gasolio aromatizzava il profumo ondoso a colpire l’insieme mentre una nenia leggera, acqua fessa di prua, coccolava i miei pensieri. Uno strappo improvviso e scivola la lenza sulla pelle dell’indice, automatico uno scatto in risposta a ritrarla su verso il cielo, qualche metro più sotto un pesce rinuncia alle gioie inconsce della vita per un pezzo di verme. “ … tiralo su … tiralo su … “ mi dico avvicinando il secchio dove la fu una triglia ed una fu occhiata tentano in una dimensione pre mortem gli ultimi bagliori di un movimento. Amo pescare, ma è evidente che non voglio bene ai pesci …

Amore e bene due concetti, due idee, due sentimenti che a volte non stanno insieme nemmeno se provi a farli coincidere con il cemento più armato esistente.

Non ricordo quando fu che, per la prima volta, capii che dire “ ti amo “ ad una persona non significa praticamente nulla e che il “voler bene” è qualcosa di decisamente superiore e sublime. Si ama la natura, si ama l’adrenalina di un’avventura, si ama la politica, uno sport, una o più persone, gli animali, persino delle cose, ma chi può dire, in tutta coscienza, che contemporaneamente e razionalmente si vuole loro anche del bene?.

E, cosa vuol dire “io amo” e cosa “io voglio bene”?.

Solo per restare ai rapporti interpersonali, ci si rende conto immediatamente del profondo abisso che esiste tra i due sentimenti.

L’amore è qualcosa di irrazionale, di spontaneo, immediato o maturo del tempo, di altrettanto fugace se non curato, coltivato, mantenuto fiammante ora per ora, giorno per giorno, attimo dopo attimo. E’ fonte di passioni profonde e di gesti clamorosi, di voli nel universo infinito e di cadute in pozzi senza fondo, di cecità assolute e di verità illuminanti ed improvvise, di schiavitù per scelta e di libertà esplosive per disperazioni o per felicità mai prima conosciute. L’amore è lo scatto della vita a perpetrare sé stessa nei secoli dei secoli dei secoli.

Il “voler bene” è un’altra cosa. Vuol dire accettare consapevolmente l’altro da sé, conoscere pregi e difetti eppure fare di entrambi, motivo di coesione e mai di divisione, vuol dire star bene assieme nei momenti di pace come di guerra, di miseria come di prosperità, di abbondanza come di carestia; vuol dire rispetto reciproco e preoccupazione biunivoca, vuol dire sacrificio e rinuncia, condivisione e partecipazione: dissetarsi e saziarsi l’uno dell’altra comunque sia dovunque sia quantunque sia. Voler bene è per sempre quando anche, quale che fosse il motivo, ci si allontani, ci si separi, ci si incammini per strade diverse per traguardi o orizzonti non più comuni.

Amore e bene, due facce della stessa medaglia, ma proprio per questo difficilmente e completamente e biunivocamente contemporanei.

Vuol bene chi ama ed è geloso?; chi ama, ma non tiene nel giusto conto l’altro; chi in una coppia stesse un gradino più su o uno più giù per scelta o per debolezza o per troppo amore che fosse?. E’ certamente amore annullarsi in altra/o ma è bene per l’altra/o e/o per sé stessi?; ed al contrario, il rimanere pedissequamente sé stessi pur nel amore più profondo può dirsi bene verso l’oggetto di quel amore?. Un uomo, una madre, una moglie o un fratello il cui amore è innato in quanto tali quanto saranno capaci di dimostrare “il voler bene” di fronte ad interessi, disguidi, delusioni o ricchezze e miserie improvvise?.

Da Adamo ed Eva in poi, da Caino ed Abele ad oggi gli esempi di amori traditi perché non sorretti ed accoppiati dal ed al “”voler bene” sono miliardi di miliardi ed altrettanto moltiplicate per l’infinito sono le conseguenze nefaste e fortunate rispettivamente per chi ne è soggetto ed oggetto.

L’amore quindi è uno scorrere, dal passato, nel presente, verso il futuro, può arrivare e può andarsene, ma il “ voler bene “ è il filo rosso che fa di una persona che ami qualcun altro la sublimazione di due corpi un’anima sola.

… ho tirato su un saragotto di un paio di centinaia di grammi; si agitava disperato boccheggiando nello strapparsi la bocca dal amo; l’ho slamato delicatamente avvolgendolo con una pezzuola bagnata e poi ho deciso di volergli bene …

e l’ho ributtato in mare.